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I piani nucleari USA
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L'America si starebbe preparando all'evenienza di dover utilizzare armi
nucleari contro sette Paesi. Lo scrive oggi il Los Angeles Times citando un
rapporto che il Pentagono ha consegnato al Congresso l'8 gennaio e che
doveva restare segreto. L'amministrazione Bush avrebbe dunque dato
disposizione al dipartimento della Difesa di preparare piani per l'impiego
di armi nucleari contro Cina, Russia, Iraq, Corea del Nord, Iran, Libia e
Siria. La stessa fonte aggiunge che i militari hanno avuto istruzioni per
fare costruire piccoli ordigni nucleari da impiegare in particolari teatri
di battaglia.
I tre scenari per un'eventuale ricorso a tali ordigni, scrive il giornale,
sono stati così indicati: "contro obiettivi in grado di sostenere attacchi
non nucleari, in rappresaglia a un attacco con armi nucleari, chimiche e
biologiche e nel caso di sviluppi militari inattesi". Più specificatamente,
prosegue il giornale, "il rapporto afferma che il Pentagono dovrebbe essere
preparato a impiegare armi nucleari nel caso di un conflitto
arabo-israeliano, di una guerra tra Cina e Taiwan, o di un attacco della
Corea del Nord contro la Corea del Sud".
Così come "in presenza di un attacco dell'Iraq contro Israele o contro altri
Paesi della regione". I dirigenti dell'amministrazione americana, continua
il giornale, "sono stati sempre al corrente dell'esistenza di piani
particolareggiati per un attacco contro la Russia, ma questo 'Riesame della
posizione nucleare' (così si chiama il rapporto, ndr) porta alla luce,
probabilmente per la prima volta, l'esistenza di un elenco di Paesi che sono
potenziali bersagli".
Il commento di un esperto a Washington di armi nucleari della Carnagie
Endowment for International Peace, è stato di sbalordimento. "Questa è
dinamite", ha affermato Joseph Cirincione, "posso immaginare che cosa
diranno questi Paesi in sede di Nazioni Unite".
I fautori del controllo sulle armi hanno spiegato al giornale che "le
direttive del rapporto sullo sviluppo di piccole armi nucleari potrebbero
indicare una maggiore disponibilità dell'amministrazione Bush a superare una
vecchia riserva contro l'impiego di armi nucleari, se non come ultima
risorsa".
Gli osservatori più conservatori, ha proseguito il Los Angeles Times,
ritengono invece che il Pentagono debba essere comunque preparato a tutte le
possibilità, così come fanno altri Paesi e alcuni gruppi terroristici a
sviluppare programmi di armamenti. Gli stessi sostengono che armi più
piccole hanno un ruolo di deterrenza, perché le cosiddette "nazioni
canaglia" o i terroristi potrebbero non credere che gli Stati Uniti siano
disposti a ricorrere ad armi più distruttive da molti chilotoni. Jack
Spencer, esperto di difesa alla Heritage Foundation di Washington, ha detto
al giornale che il contenuto del rapporto non lo sorprende e rappresenta "la
via giusta per assumere una posizione in materia nucleare nel mondo del
dopo-guerra fredda".
Nello
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www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm