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Comunicato stampa: Gandhi
“SULLE STRADE DELLA NONVIOLENZA”
Rassegna Cinematografica
Gennaio – Febbraio 2002
NOVECENTO Cinemateatro
Via del Cristo 5
Cavriago (RE)
28 Febbraio
ore 21
(Proiezione unica)
GANDHI
Regia: Richard Attenborough.
Tratto dal libro "VITA DI GANDHI" di Louis Fischer. Sceneggiatura: John
Briley. Scenografia: Michael Seirton. Musiche: Ravi Shankar. Interpreti:
Candice Bergen , Ian Charleson , Edward Fox , Athol Fugard , John
Gielgud , Trevor Howard, Saeed Jaffrey, Geraldine James , Ben Kingsley,
John Roshan Seth , Martin Sheen. Produttore: Richard Attenboroungh.
Distribuzione: Columbia Tristar. Origine: Gran Bretagna, 1982. Durata:
187'.
Il film presenta fin dalle prime sequenze la morte di Gandhi e
l'apoteosi dei suoi funerali. Chi hanno ucciso? La coscienza
dell'umanità. Egli che aveva sempre lottato per la non violenza fu
vittima della violenza, presentando nella morte, come in vita,
un'impressionante somiglianza con il suo più grande maestro, Cristo. Il
racconto della vita di Gandhi, splendidamente interpretato dall'attore
inglese Ben Kingsley, inizia nel 1893 in Sud-Africa, con la famosa notte
di Maritzburg, la piccola capitale del Natal, ove un poliziotto getta il
giovane avvocato Mohandas Karamichad Gandhi dalla prima classe del treno
(come indiano doveva viaggiare in terza classe) e dove ha trascorso la
notte gelida (era inverno) nella sala d'aspetto. Così, nel silenzio e
nella solitudine di quella notte africana, Gandhi, si era trovato per la
prima volta, all'improvviso, dinanzi alla missione della sua vita.
Gandhi, ritorna in India, nel 1915. La fama l'ha preceduto. E' accolto
trionfalmente a Bombay e si impegna a scoprire la vera India: quella
umile, delle campagne, dei settecentomila villaggi.
Gandhi vive le drammatiche e commoventi situazioni degli umili,
sopportate con una rassegnazione secolare. Alle ingiustizie dei padroni
inglesi solo gli indiani devono reagire, devono sentirsi caparbiamente
sicuri della vittoria della non-violenza. Perché questa sicurezza sia
tutta indiana, Gandhi non esita ad allontanare il suo più grande amico
europeo, che aveva incontrato in Sud-Africa e ritrovato in India, nel
1915: Charlie Andrews. Con l'uso intelligente della stampa e la potenza
dell'opinione pubblica vengono le prime vittorie; ma inizia anche la
reazione violenta degli inglesi che culmina nella strage di Amritsar del
13 aprile 1919, quando il generale Dyer fa sparare su una folla di circa
quindicimila persone. Milleseicento proiettili, in dieci minuti,
uccidono trecentosettantanove persone e ne feriscono
millecentotrentasette. Centomila indiani finiscono in prigione, ma come
controllare gli altri trecentocinquanta milioni? La non-collaborazione
continua.
Entra ora nella vita di Gandhi, Mirabehn (Miss Slade), figlia di un
ammiraglio inglese, che ha lasciato l'Inghilterra, per diventare
discepola attiva e devota del Mahatma. Intanto si manifestano i primi
contrasti fra Indù e Mussulmani: "Occhio per occhio - ammonisce Gandhi -
finisce col rendere cieco il mondo" e inizia un digiuno ad oltranza. Le
lotte fratricide cessano. Intanto la non collaborazione, la non-violenza
contro gli Inglesi continuano: incoronano di ghirlande di fiori i
poliziotti, iniziano la campagna per il sale dell'Oceano Indiano agli
Indiani, accettano multe, prigioni, bastonate. Lo scopo della resistenza
civile è di provocare la reazione o cambiare la legge.
L'opinione pubblica mondiale, sensibilizzata dalla stampa, è tutta per
Gandhi, contro gli Inglesi. Questi sono ormai prostrati dalla debolezza
della loro violenza, dal ridicolo, dalla perdita di ogni ascendente.
Gandhi ha vinto. L'India è indipendente. Ma il problema più grave è la
divisione all'interno dell'India in Induisti e Mussulmani.
Il conflitto Indo-pakistano ha il suo duro prezzo di un milione di
morti. E' evidente il fallimento di Gandhi proprio nella sua patria
riguardo alla non-violenza e all'unità, le due cause più care al suo
cuore, piu' care della stessa indipendenza nazionale. Gandhi reagisce
con un ultimo digiuno, disposto a morire per la non violenza del suo
popolo, e vince. Gandhi ha ormai 79 anni. Ritorna spesso sul pensiero
della morte vicina e desidera una morte violenta: "Se qualcuno mi
uccidesse e io morissi con una preghiera, per il mio assassino, sulle
labbra, allora soltanto si potrà dire che ho posseduto la non-violenza
del coraggio". Come aveva desiderato, così avvenne il 30 gennaio 1948.
Godse, un estremista indù, lo uccise con tre colpi di rivoltella.
PREMI: 9 OSCAR (1982): Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attore (Ben
Kingsley), Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Fotografia, Miglior
Scenografia, Miglior Sonoro, Migliori Costumi, Miglior Montaggio
Prezzi dei biglietti:
€ 4.00 - interi
€ 3.00 - ridotti
Informazioni:
NOVECENTO Cinemateatro
Via del Cristo 5 Cavriago (RE)
tel. 0522/372015
e-mail: 900@multisala900.it
sito web: www.multisala900.it
Associazione Resistenza e Pace
Via Vittorangeli, 7/d Reggio Emilia
tel. 0522/454832
e-mail: ass-rep@libero.it
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