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Richiesta volontari per missioni civili e appello di solidarietà con i militari israeliani che rifiutano di partecipare all'occupazione
- To: pace@peacelink.it
- Subject: Richiesta volontari per missioni civili e appello di solidarietà con i militari israeliani che rifiutano di partecipare all'occupazione
- From: "Silvia Macchi" <s.macchi@libero.it>
- Date: Tue, 5 Feb 2002 15:07:30 +0100
Care amiche, cari amici,
l'Association France-Palestine Solidarité sta organizzando una staffetta di
piccole delegazioni civili (max 10 persone) per assicurare protezione ai
villaggi palestinesi minacciati dall'insediamento israeliano di Ariel, tra
Ramallah e Nablus. Hanno bisogno di volontari per coprire tutte le
settimane da febbraio a maggio e mi pregano di diffondere il loro appello.
Lo trovate in attachment, completo di tutte le informazioni necessarie.
Insieme ad alcune delle persone che hanno partecipato all'ultima missione
italiana in Palestina, abbiamo lanciato un appello di solidarietà con i
militari israeliani che si stanno rifiutando di partecipare all'occupazione
dei territori palestinesi. Trovate il testo dell'appello in attachment, con
tutte le indicazioni per aderire
Vi ringrazio dell'attenzione e mi scuso con chi ha già ricevuto questi
documenti.
Un saluto cordiale Silvia Macchi
N.B. VI PREGO DI DIFFONDERE
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100 ufficiali e soldati israeliani, in un annuncio pubblicato sul
quotidiano israeliano Haaretz, dicono no all'occupazione e si ribellano
alle atrocità con cui il governo israeliano persegue le rappresaglie contro
la popolazione civile palestinese. L'associazione pacifista Yesh Gvul
informa i militari israeliani che aprire il fuoco sulla popolazione civile,
le esecuzioni extra-giudiziarie, le demolizione delle case, il rifiuto di
rifornimento di cibo o di soccorso e cure mediche, la negazione della
libertà di movimento e la distruzione dei mezzi di sopravvivenza sono atti
immorali e di illegalità.
Chi vuole aderire a questo appello di solidarietà da spedire alle
ambasciate israeliane in Italia e in Europa, e ai ministeri degli Interni,
della Difesa e degli Esteri in Israele, può mandare un messaggio a
NOASHARON@libero.it
con la città di provenienza, la cittadinanza e se volete la professione
APPELLO
"In questi giorni in cui il popolo palestinese continua ad essere vittima
di un'occupazione che infligge senza tregua oppressione, umiliazione e
morte e in cui il popolo israeliano vede il sangue delle sue vittime
sparso attentato dopo attentato, le speranze di un'evoluzione pacifica del
conflitto sono sempre più lontane. Perseverando nell'occupazione l'esercito
israeliano conduce una guerra contro la popolazione civile indifesa, e
commette sistematicamente atti illegali. Noi vogliamo esprimere
solidarietà con i soldati che hanno voluto appellarsi al senso etico, di
giustizia e di umanità opponendosi alla spirale di violenza e rappresaglie
che calpesta le norme giuridiche nazionali ed internazionali che il governo
e l'esercito israeliano dovrebbero rispettare. Vogliamo essere accanto a
palestinesi ed israeliani che credono fermamente che il processo di pace
possa ricominciare, che credono che una convivenza sia possibile solo
fermando l'occupazione e richiamando i coloni dagli insediamenti."
Primi firmatari: Ippolita Gaetani, Maria Grazia Betti, Giorgio Parisi,
Marianella Sclavi, Enza Talciani, Elisa Molinari, Margherita Gaetani, Pablo
Amati, Sancha Gaetani, Silvia Macchi, Stefano Ossicini, Mariella Paciello,
Paolo Postorino, Andrea Pagnani, Carlo Mariani, Antonello Branca, Donatella
Barazzetti, Daniele Frongia, Carlo Bernardini, Matilde Vicentini, Paola
Sacchi, Tommaso Duranti, Andrea Angelone, Nora Peroni, Andrea Di Cicco,
Miriam Gagliardi, Carlo Rolandi, Manuela Bolognini, Benedetta Magalotti,
Giandomenico Magalotti, Maria Lena Esposito, Maurizio Donatini, Laura Di
Silvestro
Si ricorda che chi vuole sostenere i militari israeliani che dicono no a
Sharon può farlo sul c/c bancario 111200 intestato a Coop. Il Manifesto
Editrice ABI 05018 Cab 12100 presso La Banca Popolare Etica Via Rasella 14,
Roma specificando la causale del versamento: "Per il sostegno dei militari
israeliani che dicono no a Sharon"
TESTO DELL'ANNUNCIO PUBBLICATO SU HAARETZ
53 MILITARI ISRAELIANI RIFIUTANO DI COMBATTERE
PER SHARON E PER LE COLONIE
Noi ufficiali e soldati combattenti di riserva di Tzahal, che siamo stati
educati nel grembo del sionismo e del sacrificio per lo Stato di Israele,
che abbiamo sempre servito in prima linea, che siamo stati i primi, per
ogni compito, facile o difficile che fosse, a difendere lo stato di Israele
e a rafforzarlo
Noi ufficiali e soldati combattenti che serviamo lo stato di Israele
durante lunghe settimane ogni anno, nonostante l'alto prezzo personale che
abbiamo pagato
Noi che siamo stati in servizio di riserva in tutti i territori e che
abbiamo ricevuto ordini ed istruzioni che non hanno niente a che fare con
l'ordine e la sicurezza dello Stato, e il cui unico obiettivo è la
dominazione del popolo palestinese
Noi che con i nostri occhi abbiamo visto il prezzo di sangue che
l'occupazione impone su entrambe le parti di questa divisione
Noi che abbiamo sentito come gli ordini che ricevevamo stavano distruggendo
tutti i valori di questo paese
Noi che abbiamo capito che l'occupazione è la perdita dell'immagine umana
di Tzahal e la corruzione dell'intera società israeliana
Noi che sappiamo che i territori occupati non sono Israele e che tutte le
colonie sono destinate ad essere rimosse
Noi dichiariamo che non continueremo a combattere in questa guerra per la
pace delle colonie, che non continueremo a combattere oltre la linea verde
per dominare espellere affamare e umiliare un intero popolo
Noi dichiariamo che continueremo a servire Tzahal in qualsiasi obiettivo
che serva la difesa dello stato di Israele
L'occupazione e la repressione non hanno questo obiettivo. E noi non vi
parteciperemo
TESTO DEL VOLANTINO DISTRIBUITO DA YESH GVUL
L'OCCUPAZIONE - UNA SCIAGURA per DUE POPOLI
Sul popolo palestinese, l'occupazione infligge oppressione,umiliazione,
povertà, soffocamento;
Sul popolo israeliano, espone all'erosione dei valori morali, al collasso
dell'economia, alla sofferenza per le classi più indigenti.
Tutti e due i popoli stanno versando il loro sangue in una lotta senza
obiettivi,
alimentando il terrorismo, assassinando e uccidendo innocenti.
Perseverando nell'occupazione l'esercito israeliano conduce una guerra
contro la popolazione civile indifesa, e commette sistematicamente atti
illegali. I soldati sono spinti ad infrangeree le leggi internazionali ed
israeliane. I posti di blocco e i coprifuoco sulle città palestinesi
spargono astio che istiga al prossimo attacco.
L'occupazione è violenza e genera terrorismo
Le forze armate israeliane sono diventate l'esercito di difesa degli
insediamenti nei territori occupati, invece di perseguire i propri compiti
- la difesa dello stato. L'occupazione logora l'esercito e i suoi soldati e
sottrae ingenti somme alla salute, all'educazione,
allo stato sociale e alle infrastrutture.
La fine dell'occupazione porterà una rinascita economica e sociale,
permetterà una riduzione del servizio militare e allegerirà l'onere dei
doveri militari.
Soldati, donne e uomini, ricordatevi:
La demolizione di case, il fuoco sulla popolazione civile, le esecuzioni
extra-giudiziarie, il rifiuto di rifornimento di cibo o di soccorso e cure
mediche, la negazione della libertà di movimento e la distruzione dei mezzi
di sopravvivenza- tutti questi sono atti immorali e illegalità fragranti.
Rifiutatevi di partecipare in ogni modo a queste illegalità!
Dall'inizio della seconda intifada, centinaia di soldati si sono rifiutati
di servire nei territori occupati. Tutti coloro che si rifiutano ci hanno
trovato qui, ad offrire sostegno e assistenza
Fine dell'occupazione !
Fine dei massacri !
Riduzione del servizio militare !
Yesh Gvul, PO Box 6953, Jerusalem 91068
Hotline: 02-6250271, 03-5224118
peretz@yesh-gvul.org
www.yesh-gvul.org
Sono benvenuti contributi per sovvenzionare questa iniziativa e la nostra
campagna
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Aggiornato a sabato 2 febbraio 2002
Cari amici,
saprete certamente che l'Association France Palestine Solidarité partecipa
alla campagna civile internazionale per la protezione del popolo
palestinese.
Da un anno la nostra associazione sta organizzando delle delegazioni che
hanno partecipato a numerose azioni di solidarietà tra cui ultimamente la
raccolta della olive (ottobre e novembre 2001), varie manifestazioni (in
particolare a fine dicembre 2001), messa a dimora di ulivi (in dicembre,
nel villaggio di Deir Istiya)Š
Ora stiamo preparando una presenza permanente nel villaggio di Deir Istiya,
al fine di garantire la continuità temporale delle azioni di solidarietà,
protezione e informazione.
Questo villaggio, come quelli di Hares e Kefar Hares, sono completamente
accerchiati dagli insediamenti dei coloni israeliani costruiti sulle terre
agricole che da sempre vengono coltivate dai contadini di questi villaggi.
La vicinanza degli insediamenti ha vari tipi di conseguenze sulle
condizioni di vita degli abitanti dei villaggi:
… ostacoli alla libertà di spostamento (in questo momento i villaggi sono
tutti tagliati fuori dal resto del mondo da sbarramenti di terra e pietre
che interrompono le strade di accesso. Anche il più piccolo sentiero
agricolo è sbarrato) L'accesso alle cure mediche non è garantito: gli
ospedali sono in città ed è diventato difficilissimo arrivarvi, anche
muniti di un certificato medico. Molte persone anziane e donne incinte
hanno dovuto passare per le montagne, a piedi o a dorso d'asino, per poter
arrivare a Nablus e ricevere le cure di cui avevano bisogno. Sono numerosi
i casi di donne che sono state costrette a partorire ai check point perché
veniva loro proibito di passare. Alcune sono morte in questa situazione per
mancanza di assistenza, così come sono morti dei neonati.
… ostacoli alla libertà di lavorare: a causa del blocco delle strade, la
maggior parte degli abitanti del villaggio che lavoravano in città, a
Nablus o Ramallah, hanno perso il loro lavoro e quindi il loro salario. In
prossimità degli insediamenti, accedere ai campi e agli uliveti è diventato
pressoché impossibile: non appena tentano di avvicinarsi, i contadini sono
cacciati dall'esercito o dai coloni. Inoltre un gran numero di ulivi sono
stati sradicati.
… continue azioni di disturbo fin dentro i villaggi. Siamo stati testimoni,
il 1° gennaio, di un attacco dell'esercito al villaggio di Deir Istiya:
bombe suono e lacrimogeni lanciati contro le case in modo completamente
casuale, con il semplice obiettivo di terrorizzare gli abitanti e rendere
loro la vita impossibile.
La situazione della zona di Deir Istiya è comune a tante altre zone rurali
palestinesi, ma molto raramente se ne sente parlare nei media occidentali.
E' probabile che ciò sia dovuto ad una ragione molto semplice: ci vogliono
da tre a cinque ore per percorrere i circa cinquanta chilometri che
separano Gerusalemme da Deir Istiya, se si usano le strade riservate ai
Palestinesi (le deviazioni per aggirare i check points dell'esercito
israeliano allungano di molto il tragitto. Spesso bisogna spostarsi a piedi
per cambiare taxi o attraversare una strada proibita ai Palestinesi). In
effetti i giornalisti potrebbero anche passare dalle strade israeliane, ma
non sembra che abbiano voglia di "rischiare" di inimicarsi l'esercito di
occupazione andando a vedere cosa succede nei territori. Nessuno di quelli
che abbiamo contattato si è spostato per venire a riprendere la messa a
dimora degli alberi, ecc.
Questi villaggi hanno però un particolare significa simbolico perché, in
completo disprezzo del diritto internazionale, essi rientrano tra le zone
che potrebbero essere annesse a Israele, secondo l'ultimo piano Clinton.
Ciò significa che la nostra presenza in questa zona è prioritaria e che si
tratta di condurre una battaglia per la giustizia.
In accordo con il comune di Deir Istiya, abbiamo quindi deciso di tentare
lì un'azione di lunga durata. Abbiamo a nostra disposizione un alloggio.
Inoltre il comune ci mette a disposizione una connessione internet, per
inviare rapporti quotidiani ai media, ai governi e alle istituzioni
internazionali, alle reti di solidarietà.
Le azioni di solidarietà e di protezione in loco saranno di tre tipi:
… presenza e partecipazione alle attività degli abitanti in tutte le zone
minacciate dall'esercito e dai coloni
… accompagnamento delle persone che hanno bisogno di cure mediche agli
ospedali di Nablus o Ramallah
… informazione immediata in caso di attacchi contro gli abitanti del
villaggio e di tentativi di intimidazione.
A queste azioni partecipano anche gruppi non francesi (in particolare
inglesi e americani) e Neta Golan, attivista israeliana per una pace
giusta, insieme al suo gruppo di volontari.
In questo momento stiamo cercando dei volontari per garantire una continua
staffetta di delegazioni.
Questa è la ragione del nostro appello: di seguito vi indichiamo i periodi
ancora scoperti e quindi disponibili per le iscrizioni dei nuovi volontari.
Vi saremo grati se vorrete contattarci in modo da procedere alla
registrazione delle vostre candidature. Non esitate a sollecitare i vostri
amici: più i gruppi sono solidali, più sarà facile organizzarsi in loco.
Date Gruppi
Settimana dal 2 al 9 febbraio
Accompagnamento André Houppertz (Paris)
10 persone iscritte (gruppo di Grenoble)
Settimana dal 9 al 16 febbraio
Accompagnamento di un attivista di Rennes
10 persone iscritte (gruppo di Grenoble)
Settimana dal 16 al 23 febbraio Accompagnamento di un attivista di Rennes
10 persone iscritte (gruppo di Grenoble)
Settimana dal 23 febbraio al 2 marzo
Accompagnamento
10 persone iscritte
Settimana dal 2 al 9 marzo
Accompagnamento
4 persone iscritte
restano 6 posti
Settimana dal 9 al 16 marzo
Accompagnamento
3 persone iscritte
7 posti disponibili
Settimana dal 16 al 23 marzo
Accompagnamento
3 persone iscritte
7 posti disponibili
Settimana dal 23 al 1° aprile
Accompagnamento di un attivista di Rennes
10 persone iscritte
Settimana dal 30 marzo al 6 aprile
1 persona iscritta
9 posti disponibili
Settimana dal 6 al 13 aprile
Accompagnamento di un attivista di Rennes
5 persone iscritte (Rennes e Angers)
5 posti disponibili
Settimana dal 13 al 20 aprile
9 persone iscritte
1 posto disponibile
Settimana dal 20 al 27 aprile
5 persone iscritte
5 posti disponibili
Settimana dal 27 aprile al 4 maggio
1 persona iscritta
9 posti disponibili
Per qualsiasi ulteriore informazione contattare André Houppertz (che ha
accettato di dare due mezze giornate per settimana per coordinare, presso
la segreteria nazionale dell'AFPS, l'organizzazione pratica delle
delegazioni): houpa@club-internet.fr o Dominique Le Duff:
le-duff.dominique@wanadoo.fr
Se siete interessati, non dimenticate di precisare il periodo nel quale
potreste partire in modo da facilitare il lavoro di organizzazione e
prenotazione.
Il costo del biglietto d'aereo dovrebbe aggirarsi intorno a 430 euro.
Questo importo dovrà essere invitato tramite assegno intestato a
Association France Palestine Solidarieté, insieme all'iscrizione e alla
dichiarazione allegata, al seguente indirizzo:
Association France Palestine Solidarité
(all'attenzione di André Houppertz),
21 ter rue Voltaire, 75011 Paris.
Per l'alloggio, i pasti e i trasporti è prevista una spesa di circa 230
euro per settimana.
Vi ringraziamo per l'attenzione. Cordialmente
Dominique Le Duff
P.S. Vi preghiamo di far circolare questo messaggio. Grazie
N.B. André Houppertz è in Palestina con il primo gruppo di Grenoble dal 2
al 9 febbraio. Fino al suo rientro sarà Dominique Le Duff ad occuparsi
delle iscrizioni
Dopo il 9 febbraio, André sarà il referente per tutti gli aspetti relativi
alla gestione del calendario e la trasmissione delle informazioni ai
volontari.
DICHIARAZIONE DI IMPEGNO DEI VOLONTARI CHE PARTECIPANO ALLE MISSIONI
CIVILI PER LA PROTEZIONE DEL POPOLO PALESTINESE.
Aderisco ai principi e agli obiettivi della Campagna per la Protezione del
Popolo Palestinese così come definiti nell'appello della Campagna e mi
impegno a rispettarne lo spirito in qualsiasi comunicazione farò ai media o
in pubblico.
Quale che sia la mia sensibilità politica, filosofica o religiosa, offro la
mia solidarietà a tutto il popolo palestinese, per cui mi asterrò dal
parteggiare per un qualche partito politico o corrente di pensiero e
dall'interferire nei dibattiti interni alla società palestinese. La
delegazione incontrerà in modo imparziale le diverse forze di questa
società.
Dichiaro di essere informato della situazione particolarmente difficile che
la Palestina sta attraversando in questo momento e mi impegno a partecipare
alle riunioni preparatorie prima della partenza della delegazione al fine
di garantire la riuscita della missione e la sicurezza delle persone
coinvolte. Dichiaro di essere al corrente delle difficoltà materiali che
potrei incontrare sul posto e sono cosciente delle regole di sicurezza che
dovrò rispettare.
- Per garantire la visibilità delle missioni (rispetto ai media come ai
politici) e la sua sicurezza (rispetto all'esercito e alla polizia
israeliana), indosserò la maglietta con il logo della Campagna durante
tutte le azioni.
- Mi impegno a restare sempre insieme al resto del gruppo e ad agire in
accordo con le decisioni prese collettivamente durante le riunioni
organizzative.
- Mi impegno a mantenere sempre l'autocontrollo e a non intervenire se non
con l'accordo del gruppo e dei partner locali.
- Mi impegno a respingere qualsiasi provocazione e a comportarmi in modo
pacifico
- Mi impegno a non commettere alcuna azione che potrebbe mettere in
pericolo la popolazione locale o crearle dei problemi.
Cosciente delle differenze culturali tra Francia o Italia e Palestina, in
particolare per quanto riguarda le relazioni tra donne e uomini, del ruolo
della religione, delle abitudini relative all'abbigliamento e al consumo di
alcolici, mi rendo conto che è importante rispettare tali differenze e
andare in Palestina in un'ottica di scambio culturale.
Sono cosciente che il programma elaborato con i nostri partner palestinesi
e israeliani potrebbe essere modificato in relazione alla situazione. In
ogni caso, sono loro che propongono le modalità d'azione, ne valutano
l'utilità e la fattibilità, ne definiscono i limiti.
Al ritorno:
- Mi impegno a mettere a disposizione della Campagna per la Protezione del
Popolo Palestinese le testimonianze, fotografie, documenti raccolti sul
posto e ne autorizzo la pubblicazione.
- Mi impegno a testimoniare e ad agire nell'ambito delle iniziative della
Campagna per la Protezione del Popolo Palestinese.
Il sottoscritto/la sottoscritta
Cognome e nome
Professione, associazione o ente
Indirizzo
Telefono
Email
- Aderisco ai principi e obiettivi dell'appello per l'invio di missioni
civili per la protezione del popolo palestinese
- Mi impegno a partecipare alla missione civile per la protezione del
popolo palestinese che si recherà in Palestina e Israele dal
...............................al....................................
- Metto a disposizione tutte le mie competenze per la sua riuscita
- Verso la somme di ...................................euro per la mia
partecipazione alle spese di viaggio (aereo, alloggio, pasti, trasporti)
prima della partenza tramite assegno o in contanti all'Association
France-Palestine Solidarité, 21 ter rue Voltaire 75011 Paris
- Mi impegno a fornire fotocopia del mio passaporto che deve essere valido
per almeno sei mesi dalla data della partenza e non deve avere alcuna
pagina strappata.