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Re: Obiezione fiscale alla guerra
Ho inviato agli amici di Carta il messaggio che segue, ma che
fin'ora non è stato pubblicato nel sito, forse perché il mio giudizio è
più netto e drastico di quello di Alfredo Caferri che pure mette in
guardia sui limiti dell'iniziativa.
From: Gianni Zampieri <zampieri.gg@libero.it>
To: carta@carta.org
Subject: obiezione fiscale
Send reply to: Gianni Zampieri"<zampieri.gg@libero.it>
Date sent: Tue, 11 Dec 2001 19:46:14 +0100
Carissimi,
ho fatto l'OSM per dodici anni e mi sono preso anche i "fastidi"
(oltre un milione di lire in libri pacifisti pignorati, ricorsi in
commissioni tributarie, qualche riga su giornali locali). L'ultimo
anno è stato il 1996 (redditi del '95) e un'obiezione di 26.000 che mi
è costata poco più di 40.000. Ma il problema non è il costo, che
fino alle 20.000 potrebbe anche non esserci (solo se si è in debito
e solo se nessun altro appiglio, come un errore matematico o di
arrotondamento, non faccia salire la cifra oltre le 20.000).
Il problema è che anzitutto è una forma di protesta impraticabile o
(forse) praticabile da pochissimi e poi che comunque rimane un
atto puramente simbolico, in presenza di decisioni politiche del
tutto opposte.
Domando: è possibile farsi accettare da un Caf una dichiarazione
730 o un modello Unico con versamenti, richieste di rimborso o di
riporto a credito non regolari e non riconosciute dalle leggi vigenti?
Non mi risulta.
A me risulta che i versamenti fatti ad Emergency o altre Onlus
vengono sì riconosciuti, ma in detrazione di imposta pari al 19%
dell'importo versato, oppure in deduzione dell'imponibile (per i
contributi per i paesi in via di sviluppo).
Questo recupero però, oltre a non essere totale, non si traduce
affatto in una diminuzione delle spese militari, per il semplice fatto
che non è prevista alcuna correlazione tra le entrate fiscali ed i
singoli capitoli di spesa, che vengono definiti comunque in sede
governativa e parlamentare in coerenza con le scelte politiche. Se
mancano sold potrebbero soffrirne la scuola o la sanità o
semplicemente aumenterebbe il deficit e se ne riparla al prossimo
bilancio.
Anche se per esempio venisse legalizzata l'obiezione fiscale è
evidente che governo e parlamento non farebbero che ricalcolare il
fabbisogno ed i finanziamenti secondo le "loro" decisioni politiche.
Agli obiettori resterebbe perciò solo la soddisfazione puramente
"morale" di avere espresso un rifiuto.
In sostanza meno di quello che è successo con il riconoscimento
legale dell'obiezione di coscienza: qualcuno è esonerato dal fare la
guerra, ma la guerra si fa lo stesso. Anzi, ora si fa con mercenari
molto più professionalizzati. Ma davvero un obiettore "di coscienza"
è contento che qualche altro infelice vada ad uccidere o a farsi
uccidere in sua vece?
Diverso sarebbe se la legge prescrivesse che le spese militari
venissero coperte solo da contribuzioni espressamente ad esse
dedicate. Quando mai ?
E' evidente che l'Osm è un'arma più che spuntata e mi stupisce
che qualcuno insista a riproporla.
Io insisto a riproporre un'altra azione, che da quella esperienza è in
qualche modo derivata, ma che ha potenzialità ben diverse. A Gigi
Sullo l'ho anche consegnata personalmente a Genova, ma
rieccovela qui di seguito.
Ciao,
Gianni Zampieri - cdm
(segue proposta del PATTO TRA I CITTADINI DEL MONDO)
Date forwarded: Fri, 7 Dec 2001 01:09:06 +0100
Date sent: Fri, 7 Dec 2001 00:34:15 +0100
To: pace@peacelink.it
From: carta <carta@carta.org>
Subject: Obiezione fiscale alla guerra
Forwarded by: pace@peacelink.it
Send reply to: pace@peacelink.it
> Cari amici, dopo aver lanciato l'appello "Dalla guerra non nasce
> giustizia" [che trovate sulla rivista e sul sito di Carta:
> http://www.carta.org/editoriali/dic101.htm], vi facciamo un'altra
> proposta: alcuni lettori ci hanno chiesto come sottrarre una quota
> delle loro tasse al finanziamento degli armamenti. Per questo, nel
> nuovo numero Carta in edicola da oggi vi suggeriamo un percorso per
> fare l'obiezione fiscale alla guerra dirottando un contributo di lire
> 20 mila dal finanziamento degli armamenti al finanziamento di
> Emergency, l'associazione fondata da Gino Strada per sostenere le
> vittime delle guerre. La proposta la trovate sulla rivista e
> "cliccando" su: http://www.carta.org/campagne/pace/011206nobile.htm.
> Vi chiediamo anche di comunicarci [scrivendo a carta@carta.org] la
> vostra adesione e le vostre considerazioni.
>
> La redazione di Carta
>
>
>
>
>
"Non temo le parole dei violenti,
mi preoccupa molto il silenzio degli onesti" (M.L.King)