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10/12 Torino: "Contro la violenza e la guerra" - Un silenzio più forte delle bombe



segnaliamo per aderiue e o partecipare 
LUNEDI GRANDE   MANIFESTAZIONE ORGANIZZATA  DA :
Torino Social Forum -Acli -Associazione per la pace -Attac Italia -cgil
-Cisv -Donne in nero -Gruppo Abele- Legambiente -mir- Pax Christi-
movimento nonviolento- Pro Natura Torino-rete lilliput.

"Contro la violenza e la guerra"
Un silenzio più forte delle bombe
 
La manifestazione avrà la forma di
una marcia rigorosamente silenziosa
partirà Lunedi 10 Dicembre da piazza Arbarello alle ore 18.30

 

- Condanna morale del terrorismo e affidamento alle Nazioni Unite del
compito giuridico di perseguire e giudicare i responsabili.
- Arresto di ogni violenza nei territori israelo-palestinesi, fine della
presenza israeliana nei territori occupati  e riconoscimento  garantito
dalle Nazioni Unite dei
diritti di entrambi i popoli a vivere  nella sicurezza in stati sovrani e
indipendenti.
- Sospensione immediata dei bombardamenti in Afghanistan, ritiro della
partecipazione italiana alla guerra e ricerca di una soluzione pacifica
per il futuro del paese.
- Riconoscimento e promozione dei diritti degli  immigrati  nella nostra
città e nel  nostro paese, provenienti da paesi di diversa tradizione
culturale e religiosa.

 
Per ulteriori adesioni:
tamtamlacaverna@libero.it
regis@arpnet
aclitorino@tiscalinet.it 




10:56 07/12/2001
CARD. MARTINI: LA GUERRA AL TERRORISMO È "LEGITTIMA DIFESA" O "VENDETTA"?


"Ciò che si è fatto e si sta facendo contro il terrorismo specialmente a
livello bellico rimane dei limiti della legittima difesa, o presenta la
figura, almeno in alcuni casi, della ritorsione, dell' eccesso di violenza,
della vendetta?". A chiederselo è stato il card. Carlo Maria Martini,
arcivescovo di Milano, nel tradizionale discorso di S. Ambrogio pronunciato
ieri sera, a Milano, nella Basilica dedicata al patrono della città. Oltre
ad un "giudizio umano morale e severo" sui tragici fatti dell' 11
settembre, ha proseguito l' arcivescovo, bisogna chiedersi se, sul piano
poli itico e militare, "il tipo di operazioni che si vanno facendo contro
il terrorismo sarà efficace". Il riferimento, ha precisato Martini, vale
non soltanto per quanto sta accadendo in Afghanistan, ma anche per i
recentissimi fatti di morte e violenza in Israele: "E' chiaro - ha
precisato a quest' ultimo riguardo il cardinale - che il diritto di
legittima difesa non si può negare a nessuno, neppure in nome di un
principio evangelico. Ma occorre una continua vigilanza e un costante
dominio su di sé e delle proprie passioni individuali e collettive per far
sì che non si insinui la voluttà della rivalsa e la dismisura della
vendetta". In Medioriente, per Martini, c' è da una parte "un terrorismo
folle suicida contro cittadini pacifici e anche tanti bambini, che non
conduce da nessuna parte e che suscita un crescendo di ira, indignazione e
orrore", dall' altra invece "atti di rappresaglia, che è difficile definire
ancora come operazioni di legittima difesa". Senza contare, poi, le "vere e
p roprie azioni belliche, di fronte alle quali anche l' osservatore più
imparziale riesce più a cogliere quale sia quella strategia della pace e
della sicurezza che pure è sempre nel desiderio di tutto quel popolo la cui
sopravvivenza è essenziale per il futuro della pace nella regione e nel
mondo intero" (segue).




10:54 07/12/2001
CARD. MARTINI: LA GUERRA AL TERRORISMO È "LEGITTIMA DIFESA" O "VENDETTA"? (2)


Anche se, ha precisato Martini, "non spetta alla Chiesa dare l' ultimo
giudizio pratico su atti di cui solo pochi conoscono le modalità ultime e
precise", è tuttavia necessario "un prezioso controllo democratico stabile
e metodico esercitato dai Parlamenti e da un' opinione pubblica
intelligente e non faziosa sulla conduzione degli eventuali interventi".
Oltre al terrorismo e alla violenza, secondo l' arcivescovo di Milano, "va
condannata ogni ingiustizia e va eliminato ogni affronto alla dignità
umana", nella consapevolezza che "tutti gli sforzi umani di distruggere il
male e con la forza delle armi non avranno mai un effetto duraturo se non
si prenderà seriamente coscienza di come le cause profonde del male stanno
nel cuore e nella vita di ogni persona, etnia, gruppo, nazione, istituzione
che è connivente con l' ingiustizia". Per una possibile "inversione di
tendenza", ha affermato Martini, occorre che "maturi di nuovo in Occidente,
forse proprio sotto la spinta di eventi così drammatici, la percezione che
è necessario un cambio di vita, l' adozione di una nuova scala di valori".
Quella in cui viviamo, è infatti per il cardinale "una società il cui dio è
il denaro, la cui legge è il successo e il cui tempo è scandito dagli orari
di apertura delle borse mondiali". E' questa "la globalizzazione che è
giusto rifiutare", poiché "la follia dell' autodistruzione minaccia tutti
quanti" e "gli spettri della corruzione, del malgoverno, del prevalere
dell' interesse privato e tribale su quello pubblico, della dittatura e del
primato della forza e delle armi, stan no succhiando il sangue di
innumerevoli poveri della terra". "Sarebbe troppo facile trovare un solo
capro espiatorio e una sola vittima", ha concluso Martini, invitando i
credenti al dialogo e alla conoscenza reciproca e al rifiuto di qualunque
azione "che esprima sentimenti di xenofobia, di antisemitismo, di minor
rispetto di qualunque sentimento e tradizione religiosa".