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Da: Ufficio d'Informazione del Kurdistan [mailto:uiki.onlus@tin.it] Inviato: martedì 4 dicembre 2001 21.04 A: Undisclosed-Recipient:; Oggetto: Comunicato Stampa Roma, 4 dicembre 2001
All’opinione pubblica e alla stampa Continuano
gli attacchi alle organizzazioni della società civile e ai partiti kurdi in
Turchia Scomparso uno
studente kurdo sotto custodia della polizia Responsabili di
HADEP ancora sotto custodia nelle “sezioni per la lotta contro il
terrorismo” Quelli che
vogliono la guerra in Turchia di nuovo in azione Per decisione del DGM di
Istanbul sono stati attaccati i giornali e le riviste Yedinci Gundem,
Azadiya Welat ed Ozgur Halk, le sedi di HADEP (Partito della
democrazia del popolo) e le organizzazioni della società civile. Per i fermati,
in quest’atmosfera di repressione, come ricorda anche Amnesty International in
un comunicato di azione urgente, c’è il pericolo di tortura e di sparizioni.
Infatti, già fra gli studenti che hanno dato vita ad una petizione per la scelta
dell’insegnamento facoltativo della lingua kurda, consegnata poi al rettorato,
che si trovano ancora sotto custodia della polizia, gli agenti dichiarano che
Ozan Fatihoglu non si trova più in condizioni di custodia cautelare. Ad
Istanbul, dei 40 dirigenti di HADEP sotto custodia, Sevda Getiren e Hamza
Supurgeci, ancora sono trattenuti nelle “sezioni per la lotta contro il
terrorismo”. Quanto è accaduto, subito
dopo la riunione del MGK, ci
dimostra che si tratta di una decisione politica. Attacchi di questo tipo, come
già a Silopi dove (Ebubekir Deniz e Serdar Tanis) sono scomparsi lo scorso
gennaio, dopo essersi recati in un commissariato della polizia; a Dogubeyazit
dove un membro di HADEP è stato ucciso dalla polizia nella sua casa; sono
attacchi sporadici, isolati, negli ultimi giorni, invece, gli attacchi hanno
evidenziato come siano avvenuti per decisione superiore e a livello generale. La
ragione principale di queste azioni di repressione è che queste organizzazioni
sostengono azioni di “disobbedienza civile”. Inoltre, dietro gli attacchi contro
l’HADEP c’è la dichiarazione dello stato maggiore turco “si deve fermare la
politicizzazione dell’HADEP”. Cioè, questi partiti e organizzazioni, perché
manifestano democraticamente e civilmente, vengono visti come un pericolo; per
questa ragione si colpisce ogni loro attività. I passi del PKK, negli
ultimi tre anni, per porre fine alla guerra in Turchia hanno significato un
disturbo per coloro che invece la vogliono fermamente, i quali sono entrati nel
panico e ad ogni occasione metto in atto le loro provocazioni. Si capisce
chiaramente che, in Turchia, coloro che vogliono la guerra giocano ancora
attivamente un grande ruolo. Questi ultimi attacchi mettono in pericolo
l’atmosfera di democrazia e di pace che andava creandosi. Anche il Consiglio di
presidenza del PKK, proprio su questi ultimi eventi, ha fatto una dichiarazione
secondo la quale “la Repubblica turca, sia nel sud che nel nord Kurdistan, ha
assunto come suo impegno principale di affondare la lotta di liberazione
nazionale. In questo modo la soluzione pacifica, che hanno elaborato con grande
sacrificio il nostro Presidente e il nostro partito, viene messa in pericolo”
volendo richiamare l’attenzione su questo grave pericolo. Facciamo appello alla stampa e all’opinione pubblica affinché possano vigilare e reclamare la fine di questi ripetuti attacchi, che vanno contro ogni soluzione della questione kurda, che significano l’arresto della democratizzazione e la continuità della pratica della tortura, della violazione dei diritti umani, che lasciano, così, che da ogni parte continui a scorrere il sangue. UIKI ONLUS (Ufficio d'informazione del Kurdistan in
Italia)
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