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Monitor palestina n. 9 del 28 novembre 2001




MONITOR PALESTINA: newsletter n. 9 del 27 ottobre 2001

http://www.monitorpalestina.supereva.itmonitorpalestina@gaza.net

Associazione di amicizia Italia Palestina http://www.italiapalestina.it

Il 29 novembre 2001 si tiene l'annuale giornata internazionale di
solidarietà con il popolo palestinese indetta dall"assemblea dell'ONU con
la risoluzione 32/40 del 1977. Ci saranno iniziative a New York, Ginevra e
Vienna presso le sedi ONU. Anche a Milano una lunga iniziativa con inizio
dalle 15,30. Intervenite numerosi.

Tutti i link utili all'indirizzo

http://www.un.org/depts/dpa/ngo/dayofsolidarity.htm



Indice

1) 29 NOVEMBRE 2001: .GIORNATA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA' CON LA PALESTINA

2) TUTTI CON LA COMPAGNIA TEATRALE PALESTINESE INAD A MILANO, IL 4 DICEMBRE
2001

3) RICEVIAMO DAL CONSIGLIERE COMUNALE DI MILANO DEI DS VALTER MOLINARO
L'ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DALLA SINISTRA GIOVANILE ED APPROVATO DAL
CONGRESSO NAZIONALE DS DI PESARO.

4) APPELLO FORUM PALESTINA: ADERITE!!

5) MONITORAGGIO CORRIERE DELLA SERA 01 ott. - 31 ott. n. 6 (Analitico)

6) ADOTTA UN BAMBINO PALESTINESE DETENUTO NELLE CARCERI ISRAELIANE

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1)29 NOVEMBRE 2001

GIORNATA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA'

CON LA PALESTINA



piazza Cordusio angolo via Mercanti

dalle ore 15,30 alle 18,30: presenza informativa

ore 18.30 PRESIDIO



Mentre la "comunità internazionale" ogni giorno ribadisce a parole la sua
volontà di appoggiare la nascita di uno Stato Palestinese indipendente, nei
territori palestinesi continua l'occupazione militare israeliana.



Morti, feriti, case abbattute, alberi d'olivo sradicati, una popolazione
ridotta ai limiti della sopravvivenza: tutto questo perché il governo
israeliano vuole distruggere la resistenza palestinese e dettare le
condizioni affinchè il controllo israeliano sui Territori Occupati sia
permanente.



La pace, ne siamo convinti, è possibile e necessaria, ma può essere
conseguita solo nel rispetto dei diritti.



Per questo la comunità internazionale deve assumersi le proprie
responsabilità e lavorare finalmente - non solo a parole - per:



la fine dell'occupazione israeliana

il rispetto delle risoluzioni dell'ONU e il riconoscimento dei diritti del
popolo palestinese

il riconoscimento di uno Stato palestinese indipendente in Cisgiordania e
Gaza con capitale Gerusalemme Est

il diritto al ritorno dei profughi



Per arrivare a questo serve subito l'invio di una forza di protezione
internazionale della popolazione palestinese.



Guerre&Pace - Salaam, Ragazzi dell'olivo - Associazione per la pace - Donne
in nero - Associazione di Amicizia Italia-Palestina - Rete Radié Resch -
Comitato Golfo - Casa per la pace - Comitato d'appoggio alla resistenza -
Gruink





2) TUTTI CON LA COMPAGNIA TEATRALE PALESTINESE INAD A MILANO, IL 4 DICEMBRE
2001


MARTEDI' 4 DICEMBRE ore 21.00

presso l'Associazione Culturale Villa Pallavicini

Via Meucci 3- Milano (MM Crescenzago) Tel : 02/2565752

"INAD: TEATRO DELL'INTIFADA"

Incontro con gli attori del Teatro Inad di Beit Jala (Betlemme):

serata con danze palestinesi e racconti da parte di questo gruppo teatrale.

ORGANIZZANO : Salaam Ragazzi dell'Olivo - Donne in Nero - Guerre&Pace -
Associazione per la Pace - Ass.di amicizia Italia- Palestina - Casa per la
Pace - Rete Radie' Resch



Gli artisti del Teatro Inad di Beit Jala (villaggio vicino Betlemme) sono
in Italia dal 10 novembre al 20 dicembre; saranno a Milano dal 3 al 9
dicembre con lo spettacolo per bambini : "Miladeh e Ramadan", presso il
Piccolo Teatro Strehler.

Il teatro Inad e' stato bombardato decine di volte dall'inizio degli
attacchi su Beit Jala da parte delle forze di occupazione israeliane
dall'ottobre 2000, per cui nel febbraio 2.001 e' stato necessario evacuarlo.

Questo gruppo teatrale e' l'unico gruppo teatrale professionale nel sud
della Cisgiordania;

pone grande attenzione al lavoro con i bambini e gli adolescenti per
formare una generazione di

palestinesi che abbia gli strumenti per apprezzare il teatro e le arti.





3) RICEVIAMO DAL CONSIGLIERE COMUNALE DI MILANO DEI DS VALTER MOLINARO
L'ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DALLA SINISTRA GIOVANILE ED APPROVATO DAL
CONGRESSO NAZIONALE DS DI PESARO.

Gent.mo Rolando Dubini,
il Medio Oriente è di primaria e assoluta importanza per garantire al mondo
e a tutti noi la pace e la stabilità. Non solo non è una questione locale,
ma condiziona il destino dell'umanità.
Al congresso di Pesaro dei Democratici di Sinistra abbiamo discusso a lungo
di questo tema, esprimendo la posizione riassunta nell'ordine del giorno
approvato e che allego.
Per quanto riguarda il Comune di Milano, ci siamo impegnati a fondo
affinché fossero sostenute, nelle forme possibili tutte le iniziative tese
a riaprire un dialogo.
Per esempio, da tempo il comune sponsorizza, insieme ad altri enti, le
attività del Centro Internazionale per la pace in Medio Oriente.
Ma non solo. Il Consiglio Comunale sta preparando un viaggio a Betlemme con
usa sua delegazione Secondo noi dovrà essere rappresentativa al livello più
alto e per questo chiediamo la partecipazione del Sindaco.
Lo scopo sarà quello di incontrare i più importanti rappresentanti
israeliani e palestinesi affinché, nella difficile situazione
internazionale, si ricerchino tulle le strade che portino all'obiettivo
condiviso della pace, della sicurezza e del riconoscimento dei territori.

Cordiali saluti. Valter Molinaro



Ordine del giorno sul Medio Oriente

approvato dal II Congresso Ds

Pesaro, 18 novembre 2001

Crediamo che pace e stabilità siano l'elemento fondamentale per promuovere
sviluppo, prosperità economica, democrazia e diritti umani in ogni regione
del mondo, e che l'assenza di tali fattori produca un clima favorevole ai
fondamentalismi e agli estremismi all'interno delle società.
Crediamo che ogni Stato abbia il diritto di vivere in pace e sicurezza
all'interno dei propri confini riconosciuti a livello internazionale.

Esprimiamo la nostra più profonda preoccupazione per l'attuale blocco del
Processo di Pace in Medio Oriente, e per il continuo spargimento di sangue
nella regione.
L'escalation di violenza deve essere fermata immediatamente e le condizioni
per una ripresa del dialogo devono essere ripristinate.

Sottolineiamo il diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione,
alla creazione di uno Stato palestinese indipendente e ad avere relazioni
di pace e reciproco rispetto con i Paesi confinanti. Allo stesso tempo va
garantita l'esistenza e la sicurezza dello Stato d'Israele.

Gli insediamenti israeliani nei territori occupati sono un ostacolo al
raggiungimento di una pace giusta e duratura. Essi vanno superati nel
quadro della ripresa del dialogo e del negoziato.

Condanniamo con forza sia gli atti di guerra e di violenza contro i civili
palestinesi, sia gli atti di terrorismo e di violenza nei confronti degli
israeliani.

Chiediamo all'Autorità Palestinese di fare tutto ciò che rientra nelle sue
possibilità per garantire le condizioni per la ripresa del processo di
pace, ed in particolare l'impegno per la sicurezza della popolazione civile
israeliana e la lotta contro il terrorismo.

Chiediamo alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale di assumere un
ruolo attivo per garantire la ripresa del processo di pace e per
l'implementazione delle risoluzioni dell'ONU. A questo riguardo, invitiamo
il governo israeliano a collaborare con le Nazioni Unite e a rispettarne le
decisioni.

Fondamentale è il ruolo dell'Unione Europea per la pace e la cooperazione
nella Regione. Sosteniamo pienamente la necessità di rilanciare con forza
il processo euromediterraneo e il ruolo politico dell'UE rispetto al
conflitto mediorientale.

Condanniamo la recente decisione del governo israeliano di revocare
l'immunità parlamentare ad Azmi Bishara, membro arabo del Knesset, le altre
decisioni mirate all'esclusione della minoranza araba dalla partecipazione
alle elezioni parlamentari, e la decisione di indagare 6 su 9 dei membri
arabi del Knesset senza alcuna comprovata ragione legale.

Impegniamo i Democratici di Sinistra a svolgere un ruolo centrale
all'interno del PSE e dell'Internazionale Socialista perché assumano come
priorità la risoluzione del conflitto, ed in particolare promuovano
l'impegno rispettivamente dell'Unione Europea e dei partiti e movimenti
politici membri dell'IS presenti nella regione per una risoluzione
immediata, giusta e definitiva del conflitto.


Sinistra giovanile







4) APPELLO FORUM PALESTINA: ADERITE!!

Forum Palestina

Il Forum Palestina da oggi ha un indirizzo di posta elettronica:
forumpalestina@libero.it

Utilizzatelo per chi volesse mettersi in contatto per aderire all'appello,
chi vuole discuterne o chi è interessato a coordinare iniziative sulla
Palestina in tutte le città ove sia possibile.

Aggiungiamo il testo dell'appello scaturito dalla discussione di queste
settimane e i primi firmatari.

Appello per la Palestina

La posta in gioco nel principale conflitto del Medio Oriente sta diventando
decisiva per le sorti della pace e della guerra nel mondo. A nessuno sfugge
che le bombe e i missili che cadono oggi sull'Afganistan e che potrebbero
colpire anche altri paesi arabi o islamici,rappresentino l'inizio di una
escalation che investirà le relazioni tra i paesi occidentali, i paesi
islamici e il mondo arabo.

Sono molte, troppe, le ferite aperte che invocano giustizia e che
continuano a provocare massacri, disperazione e ribellione nei popoli. Tra
queste spicca la repressione israeliana della resistenza palestinese che
arriva ad equiparare l'Intifada, un movimento di liberazione nazionale, con
il terrorismo.

Non è più rinviabile l'applicazione di ben 268risoluzioni dell'ONU sul
diritto dei palestinesi ad avere un proprio Stato indipendente e pienamente
sovrano, sul ritorno dei profughi disseminati nei campi in molti paesi
mediorientali (basti pensare a Sabra e Chatila ), sulla cessazione
dell'occupazione militare e lo smantellamento degli insediamenti coloniali
israeliani.

Il grido della Palestina, amplificato dalla conferenza mondiale di Durban e
dalla resistenza quotidiana della popolazione all'occupazione israeliana,
va raccolto e rilanciato in ogni paese. Questa occupazione deve cessare
subito, così come devono cessare gli assassinii dei dirigenti e dei
militanti della resistenza palestinese; i prigioneri politici palestinesi
vanno liberati; l'attuale primo ministro israeliano Sharon deve essere
giudicato in un tribunale per i crimini di guerra di ieri (Sabra e Chatila)
e di oggi.

Come associazioni, comitati, sindacati che lavorano da tempo sulla
Palestina ed anchein progetti di solidarietà nei territori palestinesi
occupati tesi a dotare la popolazione e le organizzazioni popolari di
servizi scolastici, sanitari e sociali devastati dalle incursioni militari
e dall'occupazione israeliana, riteniamo che la solidarietà con il popolo
palestinese non possa più essere un compito di alcuni, ma debba diventare
una priorità di tutti e permeare le mille forme di iniziativa e di
comunicazione messesi in moto prima e dopo Genova. E' una questione che
deve rientrare con forza dentro l'elaborazione e la mobilitazione dei
Social Forum, dei comitati contro la guerra,del sindacalismo di base e
della sinistra nel suo complesso.

Riteniamo inoltre che l'attenzione e il sostegno internazionale alla
Palestina non possano diventare il terreno di scambio tra la presunta
disponibilità delle potenze occidentali a riconoscere uno "Stato
palestinese" e la complicità con i bombardamenti sull'Afganistan, sull'Iraq
o su altri paesi. E' uno scambio che innanzitutto i palestinesi hanno già
rifiutato.

Lanciamo un appello a riprendere il confronto e la mobilitazione sulla
Palestina attraverso la costituzione del FORUM PALESTINAche mantenga e
valorizzi le iniziative già in corso e si attivi per promuovere ovunque sia
possibile dibattiti, incontri, delegazioni, campagne di concreta
solidarietà, informazioni sulla situazione palestinese, solleciti ed
incalzi anche iniziative parlamentari.

Invitiamo tutti a lavorare affinchè al più presto nel nostro paese si
giunga ad una grande manifestazione nazionale a sostegno dell'Intifada e
della causa palestinese.

Roma, 6 ottobre 2001

Prime adesioni: Convoglio di Solidarietà Internazionalista "Giorgiana
Masi", Tribunale Clark, Radio Città Aperta, CUB/Scuola, Centro Sociale
"Intifada", Associazione "Radici", Coord. Donne delle RdB, Federazione
romana del PRC, Unione Popolare, Giovanni Russo Spena (deputato PRC), Paolo
Cento (deputato Verdi), Adriana Spera (cons.comunale PRC, Roma)

Costruiamo una prima giornata nazionale di iniziativa in tutte le città
dove è possibile

Per le adesioni all'appello o per discuterne: forumpalestina@libero.it,
Tel. 06-4468208; 06-4393512





5) MONITORAGGIO CORRIERE DELLA SERA 01 ott. - 31 ott. n. 6 (Analitico)

31 Oct 2001 a cura di Renzo de Fè

MAR 02 OTT PAG 8 GUIDO OLIMPIO(...) ieri quattro bambini sono rimasti
feriti in modo grave, a gaza e ramallah, dai tiri dei soldati. episodi che
sbriciolano la tregua che non e' mai esistita. (...)si riferisce un atto
crudele, il ferimento di minorenni, condannato da numerose leggi
internazionali a riguardo, senza alcuna critica. si riduce il tutto ad
"episodi", descrivendo la dinamica con un fumoso "tiri dei soldati" senza
entrare nel merito: perche' e' successo? in quale situazione si trovavano i
soldati? e i bambini? MER 03 OTT PAG 5 ENNIO CARETTO (riguardo a
dichiarazioni di colin powell sul piano mitchell)il segretario di stato non
e' sceso in particolari, non ha spiegato ad esempio se gerusalemme sarebbe
la capitale di entrambi gli stati, che cosa accadrebbe dei rifugiati
palestinesi , e cosi' via.stando a fonti diplomatiche, le concessioni di
israele sarebbero sostanziose, ma non della portata di quelle del
predecessore di sharon, barak.le fondamentali richieste della parte
palestinese sono ridotte a "particolari" e ad un "e cosi' via" che danno un
esempio lampante della posizione di questo quotidiano riguardo la
questione: si sta (non) parlando delle ris. dell'onu.non solo: con un colpo
da due piccioni con una fava, nella seconda frase, si ribadisce che israele
ancora una volta sarebbe disposto a fantomatiche concessioni e si vuole far
credere che barak ne avesse fatte di ancora piu' vantaggiose.a camp david
nell'estate 2000, i negoziati si sono fermati al rifiuto di israele a
rispettare le ris. dell'onu in merito: rientro e/o indennizzo dei profughi
del 48, gerusalemme capitale di entrambi gli stati, termine
dell'occupazione militare israeliana della cisgiordania e della striscia di
gaza. VEN 05 OTT PAG 6 LORENZO CREMONESI (...) la cronaca violenta
dell'attentato di afula e' piombata ieri tra due comunita' - i 5,2 milioni
di ebrei israeliani e i circa quattro di arabi, residenti in cisgiordania a
gaza - gia' radicalmente scettici sulle possibilita' di ripresa del
processo di pace, fermo sin dalla crisi del summit di campa david nel
luglio duemila. (...)vorrei fare notare che all'interno di israele vivono i
cosiddetti arabo-israeliani. essi rappresentano attualmente circa il 18%
della popolazione totale, in questo conteggio evidentemente non figurano,
perche'? dobbiamo credere che non siano interessati al conflitto
israelo-palestinese? o, addirittura, ... non esistono...??il non rispetto
delle ris. dell'onu da parte di israele e' qui ridotto ad una "crisi".(...)
i palestinesi a loro volta fanno appello alla comunita' internazionale
perche' i cingolati di israele evacuino le aree settentrionali di gaza in
cui sono entrati mercoledi' mattina. (...)quali sono queste "aree
settentrionali"? si sta parlando di area A, area autonoma palestinese, B o
C? non e' dato saperlo.se si richiede l'intervento della comunita'
internazionale si sta parlando di area A...nel qual caso i cingolati non
entrano, ma INVADONO.DOM 07 OTT PAG 6 LORENZO CREMONESI (...) e non manca
chi ricorda le profonde incomprensioni degli usa ancora con shamir, quando
si tratto' di convincerlo a bloccare la costruzione delle colonie ebraiche
nei territori occupati e accettare di partecipare alla conferenza di pace a
madrid nell'autunno 1991...."profonde incomprensioni"...?vorrei
contestualizzare.in quel periodo gli usa costrinsero israele ad andare a
madrid bloccando l'invio di 10 miliardi di dollari stanziati per finanziare
l'assorbimento degli immigrati russi. shamir fu messo in condizione di non
poter rifiutare il diktat statunitense.e' chiara la rincorsa di israele
all'integrazione di tutti gli ebrei, o presunti tali, sparsi nel mondo, pur
di tenere testa al preoccupante incremento demografico dei palestinesi
cittadini di israele: i cosiddetti arabo-israeliani.shamir, andando a
madrid, confermo' quanto fosse importante non perdere quell'opportunita'
creatasi con il crollo dell'unione sovietica.a tutt'oggi i russi hanno
raggiunto la cifra di poco piu' di un milione, di cui almeno 200.000
dichiarati non ebrei dagli stessi ortodossi tanto da, nel caso delle
vittime dell'attentato alla discoteca sulla spiaggia di tel aviv, impedirne
il seppellimento nei cimiteri riservati ai soli ebrei.MAR 18 OTT PAG 13
(trafiletto non firmato cronologico con vari titoletti, il primo: la
caccia)novembre 2000israele uccide un attivista del fatah a betlemme con un
blitz di elicotteri. inizia la campagna di "eliminazione selettiva" di
terroristi e capi politici di organizzazioni terroristiche come hamas e
hezbollah.attivisti, fatah, terroristi, hamas e hezbollah, ... piu' di
sessanta uccisi dagli elicotteri, di cui circa una ventina erano civili
(donne di passaggio, bambini, ...) i famosi "effetti collaterali".con
quella "eliminazione selettiva" che tanto mi fa pensare alla pubblicita' di
un pesticida...da spargere con l'aereo... sulle colture estensive...VEN 19
OTT PAG 13 LORENZO CREMONESI (...) occupata anche una parte di jenin, nel
nord della cisgiordania, dove le cannonate hanno raggiunto una scuola
causando la morte di una dodicenne e il ferimento di altre studentesse.
(...)le cannonate non raggiungono le scuole, le bombardano (le scuole!).SAB
20 OTT PAG 11 LORENZO CREMONESI(...) ma subito dopo le squadre armate dei
tanzim riprendono a sparare da bet jalla verso il quartiere ebraico di
gilo. (...) la rappresaglia e' durissima. una trentina di tank entra a bet
jalla, come avevano gia' fatto dal 28 al 30 agosto. ma questa volta vanno
avanti, entrano a betlemme, arrivano a un paio di chilometri in linea
d'aria dalla celebre piazza della mangiatoia ... (...)"il quartiere ebraico
di gilo" e' una colonia costruita illegalmente su territorio occupato con
la guerra del 67.i carri armati non entrano, INVADONO.DOM 21 OTT PAG 6
LORENZO CREMONESI(...) quest'ultima (beit jalla) e' stata bombardata
seriamente in risposta ai tiri di mitragliatrice che dalle sue case erano
stati sparati verso il quartiere ebraico di gilo. (...)il giorno dopo, per
chi se lo fosse dimenticato, si ripete il tentativo...gilo e' una colonia
illegale, come tutte le colonie presenti nei territori occupati nel 67,
secondo le leggi internazionali, ma gilo si trasforma in "quartiere" per
tutte le 4 volte che verra' menzionata questo mese.SAB 27 OTT PAG 8 LORENZO
CREMONESI(...) in serata e' arrivata la notizia della ripresa degli spari
da beit jalla verso il quartiere ebraico di gilo. (...)non c'e' due senza
tre...DOM 28 OTT PAG 8 LORENZO CREMONESI(...) ma da 24 ore le squadre
armate legate ai gruppi estremisti sparano verso il quartiere ebraico di
gilo, un agglomerato di palazzine a 3-5 piani costruite dai primi anni
settanta alla periferia di gerusalemme, occupate e annesse unilateralmente
da israele subito dopo la guerra del 1967.e' da apprezzare senza dubbio lo
sforzo, ma piu' che "un quartiere ebraico" o "un agglomerato" direi che
gilo e' una colonia illegale (!) ... e ad "essere occupate e annesse" e' la
cisgiordania, non le palazzine...o mi e' sfuggito qualcosa?la situazione
ora resta bloccata. una situazione che ricorda molto da vicino quella
seguita al piano mitchell all'inizio della primavera scorsa, quando la
mediazione dell'ex senatore usa george mitchell rimase impantanata dalla
richiesta israeliana di "bloccare ogni violenza per almeno una settimana".
il tempo limite venne ridotto a "48 ore". ma inutilmente. lo scontro armato
fu sempre presente. e sharon mantenne il diritto di rinviare di continuo.
(...)ai palestinesi venne chiesto di "bloccare ogni violenza" e sharon
dichiaro' che anche un solo lancio di pietre avrebbe fatto tornare indietro
il conteggio della tregua, mentre agli israeliani venne chiesto di
congelare le colonie ebraiche e sharon dichiaro' che non solo non le
avrebbe congelate, ma che le avrebbe lasciate crescere seguendo il loro
"naturale incremento demografico", cosa assolutamente falsa, come ho gia'
avuto modo di spiegare, in quanto l'incremento numerico dei coloni avviene
soprattutto grazie alla iniezione di ebrei dall'estero, spesso poco o per
nulla informati della situazione sul terreno.VEN 29 OTT PAG 6 LORENZO
CREMONESI(...) sabato pomeriggio pero' le squadre armate dei tanzim avevano
ripreso a sparare proprio da bit jalla verso il quartiere ebraico di gilo,
alla periferia di gerusalemme. (...)e fanno quattro.un riquadro intitolato
"ecco le offerte di barak" con foto di sorridente arafat, firmato lorenzo
cremonesi."gli israeliani mi avevano offerto il controllo sulla spianata
delle moschee di gerusalemme. pero' volevano la sovranita' sul sottosuolo.
e volevano tenere per loro anche il quartiere armeno della citta' vecchia".
sono esplosive le dichiarazioni rilasciate due giorni fa a gaza da yasser
arafat di fronte ad una rappresentanza europea. mai il rais palestinese
aveva ammesso pubblicamente che l'ex leader israeliano ehud barak nel
luglio 2000 aveva veramente offerto il controllo su una parte di
gerusalemme, incluso il luogo dove duemila anni fa sorgeva il tempio
ebraico. arafat ha scherzato: "a barak dissi che un mio nome e' arafatian,
rappresento anche gli armeni". ma le sue parole riaprono la domanda di un
anno fa: perche' rifiuto'?".la questione e' complessa, semplificando vorrei
far notare cosa NON ha offerto barak: no al rientro e/o indenizzo dei
profughi del 48, no alla restituzione dei territori occupati nel 67,
mediante una rinegoziazione in modo da annettere ad israele la zona
chiamata "municipalizzata" intorno a gerusalemme, con 200.000 coloni e
decine tra villaggi e cittadine palestinesi, no a liberi confini per lo
stato palestinese, che sarebbe rimasto diviso in tre bantustan
incomunicabili tra loro (a nord jenin e nablus, nel mezzo ramallah e hebron
a sud), no allo smantellamento di tutte le colonie all'interno dei
territori occupati, ma addirittura richiesta di annessione delle zona delle
colonie di goush ezion, la zona di maale adumim ad est di gerusalemme, la
zona di givat zeev a nord di gerusalemme, la zona di ariel subito sotto
kalkilya.arafat non rifiuto', ...vorrei aggiungere, come avrebbe potuto di
fronte al proprio popolo ed agli arabi in generale, rinunciare e
rinegoziare cio' che gli garantisce le ris. dell'onu? il problema vero e'
che su questo quotidiano si continua a proporre la questione in modo da
presentare arafat come incontentabile.nel caso del quartiere armeno, per
esempio, la questione e' mal posta in quanto la situazione e' talmente
ingarbugliata da render facile il mescolar le carte: la zona armena e'
all'interno della citta' vecchia, la quale a sua volta e' all'interno di
gerusalemme est, la quale e' all'interno della cisgiordania!quindi non e'
arafat che pretende di rappresentare piu' o meno legittimamente gli armeni,
ma sono le ris. dell'onu che gliene danno diritto.MER 31 OTT PAG 11 (un
trafiletto intitolato: i vecchi nodi)se e quando torneranno a trattare,
israeliani e palestinesi ritroveranno le questioni di sempre. lo status di
gerusalemme: rivendicata da entrambe le parti come propria capitale.- si,
ma cosi' la questione e' mal posta: gli israeliani vogliono tutta
gerusalemme ovest e quasi tutta la est, i palestinesi non rivendicano
nessun diritto sulla ovest, ma vogliono solo gerusalemme est come
capitale.il ritorno dei 3,7 milioni di palestinesi rifugiati in altri paesi
del medio oriente, avversato dagli israeliani.- il ritorno e/o l'indenizzo
come da ris. n.194 dell'onu.il nodo delle colonie nei territori dove vivono
200.000 ebrei ortodossi che rifiutano l'autorita' palestinese.- i territori
sono occupati.. e qui voglio far notare che in questo mese si parla di
"territori" quando invece sono territori occupati, di "territori occupati"
quando sono veramente territori occupati, di "territori" quando si parla di
zona A, zone autonome palestinesi dagli accordi di oslo 93 che diventano
"territori occupati" temporaneamente: solo per il periodo in cui i carri
armati "entrano" e poi si ritirano...contribuendo non poco, a mio avviso, a
rendere ancora piu' difficile una oggettiva comprensione degli
avvenimenti.- la popolazione totale dei coloni all'interno della
cisgiordania e' di poco piu' di 400.000, i 200.000 in questione (che non
sono tutti ortodossi e che, in buon numero, accetterebbero un indennizzo
per lasciare le colonie per andare o tornare in israele) sono coloro che
vivono al di fuori della gerusalemme municipalizzata unilateralmente
annessa nell'80, dentro la quale, appunto, vivono altrettanti 200.000
coloni.questa falsa informazione e' supportata dalla ri-pubblicazione di
una cartina di israele e dei territori occupati in cui compare la zona
municipalizzata, senza alcuna spiegazione nella legenda, mentre sono
specificate le zone A, B e C e la striscia di gaza.e' la stessa cartina
pubblicata il 15 agosto scorso.ricordo che i confini di questa zona non
sono riconosciuti da alcuno stato al mondo.6) ADOTTA UN BAMBINO PALESTINESE
DETENUTO NELLE CARCERI ISRAELIANE

Cari amici, Emergenza Palestina/al-Awda nei prossimi giorni lancerà
pubblicamente il progetto adotta un bambino palestinese detenuto politico
nelle carceri israeliane.
Il progetto in collaborazione con la Defence for Children
International/Palestine Section consiste nel sostegno legale dei minori
detenuti e nell'assistenza successiva al loro rilascio.
Purtroppo i minori sono vittime di abusi, violenze e torture documentate
sia durante l'arresto che nel periodo di detenzione. Fabio Beltrame
Richiedete il depliant della Campagna e del progetto in formato Pdf ad

EMERGENZA PALESTINA AL-AWDA
http://it.geocities.com/emergenzapalestina
tel ++3397391192
Roma - Via dei Sabelli, 62 Roma


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incondizionata degli attivisti italiani con l'intero popolo palestinese, in
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Per sottoscrivere inviate una semplice e-mail, anche bianca, all'indirizzo
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