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p.c. (Fwd) Gli USA ci ordinano: "cambiate la Costituzione"
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Date sent: Mon, 26 Nov 2001 18:37:06 +0100
From: Kelebek
Subject: Gli USA ci ordinano: "cambiate la Costituzione"
"CHANGE YOUR CONSTITUTION!"
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L'ambasciatore degli USA presso l'Unione Europea ordina a tutti i paesi
europei - Italia compresa - di cambiare le loro costituzioni in modo da
permettere agli Stati Uniti di prelevare cittadini nostri o ospiti nel
nostro paese, anche per semplici reati di opinione, per portarli davanti a
tribunali militari che li metteranno a morte in processi segreti e senza
bisogno di prove. È esagerato parlare della fine sia dell'indipendenza
nazionale, sia dello Stato di diritto?
Miguel Martinez
26 novembre 2001
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La stampa italiana è spesso accusata di prestare attenzione solo ai fatti
che riguardano direttamente il nostro paese.
Falso. Il 23 novembre, ad esempio, i nostri telegiornali ci hanno dato una
notizia clamorosa: su una brulla collina vicino a Kabul, in quel paese
infinitamente lontano che è l'Afghanistan, un bambino aveva fatto volare un
aquilone.
Tanto era importante questa notizia che, per farle posto, ne è stata omessa
un'altra: pare che dovremo cambiare costituzione, abolendo lo Stato di
diritto e la sovranità nazionale e reintroducendo per giunta, e in maniera
nemmeno troppo indiretta, la pena di morte.
Certo, per gli italiani sarà più importante conoscere lo stato attuale di
una splendida e antica arte dell'Asia Centrale, ma almeno un piccolo
riferimento al destino che ci attende lo potevano fare i telegiornali.
E invece no. La notizia bisogna andarla a scovare in un articolo di Lucio
Manisco sul Manifesto (1).
Prima che qualcuno dica, "ah, i soliti comunisti", ricordo ai lettori la
regola d'oro: quando si tratta di notizie, la domanda fondamentale non è se
sono comuniste o fasciste, ma se sono vere o false.
Come abbiamo visto, gli Stati Uniti hanno emanato una "direttiva"
(http://www.kelebekler.com/occ/liber.htm) che permette loro di prelevare
cittadini di altri paesi, anche solo accusati di sostegno ideologico
("associativo" e non attivo) al "terrorismo", di processarli in segreto
davanti a un tribunale militare senza difesa, senza prove e senza diritto
di appello e condannarli a morte.
Se non lo sapevate, chiedete ai telegiornali italiani perché non ne hanno
parlato: sulla stampa USA è in corso un dibattito acceso su questa
direttiva, che affossa l'intera cultura americana della libertà.
Quando si tratta di un paese del Terzo Mondo, gli Stati Uniti o
"preleveranno" direttamente i giustiziandi, oppure se li faranno consegnare
previo bombardamento. Nel caso dell'Europa, intendono invece farseli
consegnare direttamente dai governi.
Però c'è un problema: nei paesi dell'Unione Europea non esiste la pena di
morte, per cui diventa impossibile l'estradizione. Inoltre, i paesi europei
non ammettono l'esistenza di reati politici o di idee. Non parliamo poi del
fatto che gli eventuali estradati subiranno processi che non hanno nulla a
che fare con la nozione europea di diritto.
La costituzione italiana, ad esempio, vieta la pena di morte all'articolo
27, mentre gli articoli 10 e 26 vietano l'estradizione di cittadini
stranieri e italiani per reati politici (la pena di morte è stata abolita
anche per reati eccezionali in stato di guerra nel 1994).
Come risolvere la faccenda? Lo spiega Rockwell Schnabel, appena nominato
ambasciatore degli Stati Uniti presso l'Unione Europea. Non si tratta di un
ignorante: è stato per mesi ambasciatore a Roma, e quindi conosce bene il
precedente del caso di Pietro Venezia, che riguardava proprio di estradare
una persona che rischiava la condanna a morte.
Ecco le istruzioni che Schnabel dà all'Europa:
"Diversi paesi hanno leggi diverse, alcuni di questi paesi dovranno
cambiare le cose, comprese le loro costituzioni. Ma c'è già un accordo di
massima sulla necessità di procedere in questa direzione".
*Cambiare la costituzione?*
Cambiare la costituzione in modo da permettere a uno Stato straniero di
portar via cittadini nostri o ospiti nel nostro paese, anche in base
semplicemente alle loro idee, consegnarli a tribunali militari che li
metteranno a morte in processi segreti e senza bisogno di prove?
Non è in ballo solo la modifica di alcuni articoli, comunque preziosi,
della nostra costituzione. Stiamo parlano dell'abolizione della sovranità
nazionale e dello Stato di diritto. Che poi la cosa possa riguardare - al
momento - solo "pochi arabi" o "sovversivi" non ha importanza. Alcuni
amici hanno suggerito che il
parallelo più prossimo a quanto starebbe per accadere sia trovi nelle
leggi razziali che colpirono poche migliaia di ebrei in Italia, ma
violarono il concetto fondamentale dell'uguaglianza di tutti i cittadini
di fronte alla legge. Altri però notano una differenza non da poco: le
leggi razziali almeno non fecero morti. Per cui suggeriscono un parallelo
con le deportazioni degli ebrei verso uno "Stato straniero amico" nel
1943. Purtroppo non so se tali deportazioni siano avvenute nel contesto di
qualche norma giuridica - e in tal caso il parallelo sarebbe molto
indovinato - oppure per semplice arbitrio delle forze occupanti.
Schnabel ha ordinato di modificare le stesse costituzioni: non si tratterà
quindi semplicemente di un'operazione sporca dei servizi segreti, né di
una losca escamotage giuridica, ma di nuove regole che si potranno
applicare in qualunque situazione futura.
Per questo motivo, non è un'esagerazione prevedere che la modifica
costituzionale - qualunque forma assumi - dovrà significare l'abolizione
della Repubblica Italiana, intesa sia come repubblica, sia come Italia.
Forse mi sbaglio, ma ho l'impressione che questa notizia sia importante
per i telespettatori italiani almeno quanto gli aquiloni sopra Kabul.
Chissà se la vorrà commentare il presidente che ci ha invitati a mettere
un "tricolore in ogni casa".
La faccenda supera - o dovrebbe superare - le divisioni tra destra e
sinistra: un fatto di questa portata dovrebbe suscitare lo sdegno di un
partito che si chiama Forza *Italia* o di un altro che si chiama Alleanza
*Nazionale.* Dovrebbe poi far insorgere i Democratici di Sinistra, gli
eredi di una sinistra che ha da sempre
esaltato la Costituzione "democratica e nata dalla Resistenza".
Potrebbe quantomeno incuriosire i giuristi o le molte associazioni che si
occupano di diritti umani a vario titolo, o i movimenti che in passato
hanno sostenuto meritorie campagne contro la pena di morte.
Oppure è possibile che abbia ragione Schnabel quando dice che " c'è già un
accordo di massima sulla necessità di procedere in questa direzione"?
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NOTE
(1) Lucio Manisco: "Condanna a morte per delega: gli USA chiedono
all'Europa di reintrodurre la pena capitale per i sospetti di terrorismo",
Il Manifesto 23.11.01.
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