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interrogazione parlamentare e lettere



Al Ministro degli Affari esteri

Premesso che:

*	Safya Husseini Tungar - Tudu è una ragazza nigeriana di trent'anni,
senza
marito che ha avuto un bambino e, dunque, per la legge fondamentalista
islamica, che nel suo paese ha valore penale, fra poco più di un mese sarà
posta in una buca, seppellita sino al seno e poi lapidata a morte dalla
gente del suo villaggio;
*	attualmente Safya si trova chiusa nella sua capanna per allattare
il suo
bambino che potrà allattare per 144 giorni dopo la sua nascita e poi la
trascineranno nella fossa e la massacreranno;
*	una ampia mobilitazione internazionale è l'unica possibilità di salvare
Safya da una fine terribile

Per sapere:

se non ritiene di dover dare inizio ad una azione diplomatica a sfondo
umanitario di ampio respiro affinché la vita di Safya sia risparmiata.

On . Titti De Simone, on. Deiana,  on. Sereni, on. Zanella, on. Cima, on.
Mascia, on. Valpiana



								Roma, 22
novembre 2001

Al Presidente della Camera dei Deputati
On. Pierferdinando Casini


Onorevole Presidente,

Vorremmo porre alla Sua attenzione il caso di una giovane donna nigeriana di
trenta anni che  per aver avuto un figlio al di fuori delle regole della
legge  fondamentalista islamica sarà seppellita fino al seno in una buca,
dopo aver allattato il figlio per non più di 144 giorni, e lapidata dalla
gente del suo villaggio fino alla morte.
Attualmente Safya Husseini Tungar - Tudu, questo il nome della donna, si
trova chiusa nella sua capanna dove allatta suo figlio, finché questo le
sarà concesso.

La preghiamo di fare tutto quanto è in Suo potere e di intervenire presso le
autorità nigeriane, in virtù della Sua alta carica istituzionale, affinché
sia salvata la vita di questa giovane donna.

Onn. Titti De Simone, Elettra Deiana, Graziella Mascia, Tiziana Valpiana


							Roma, 22 novembre 2001

Al Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi


Illustrissimo Presidente,

Vorremmo porre alla Sua attenzione il caso di una giovane donna nigeriana di
trenta anni che per aver avuto un figlio al di fuori delle regole della
legge fondamentalista islamica sarà seppellita fino al seno in una buca,
dopo aver allattato il figlio per non più di 144 giorni, e lapidata dalla
gente del suo villaggio fino alla morte.
Attualmente Safya Husseini Tungar - Tudu, questo il nome della donna, si
trova chiusa nella sua capanna dove allatta suo figlio, finché questo le
sarà concesso.

La preghiamo di intervenire personalmente e in virtù della Sua carica
istituzionale, presso le massime autorità nigeriane affinché sia salvata la
vita di questa donna. Inoltre Le chiediamo di  fare tutto quanto è in Suo
potere affinché i nostri organi istituzionali si adoperino presso le
autorità nigeriane al fine di trovare una soluzione positiva alla questione.

Onn. Titti De Simone,  Elettra Deiana, Graziella Mascia, Tiziana Valpiana


UNA LETTERA
PER SALVARE SAFYA

Care amiche, cari amici, lo so bene: voi avete tante cose da fare e io vi
disturbo troppo spesso. Ma leggete, vi prego, qualche riga di quelle che
seguono e ditemi se, sapendo quello che so, posso non chiedere a tutti  di
intervenire.
Safya Husseini Tungar-Tudu è una ragazza nigeriana di trent'anni, senza
marito. Ha avuto un bambino e dunque, per la legge fondamentalista islamica
che nel suo paese ha valore di legge penale, se non interviene una vasta
protesta internazionale, fra un mese o poco più sarà posta in una buca,
seppellita sino al seno e poi lapidata a morte dalla gente del suo
villaggio. Chiusa nella sua capanna, in questi giorni allatta il suo
bambino, che è diventato la sua condanna a morte, e chissà quali ninna
nanne gli canta. Lo potrà tenere al seno per qualche settimana (144 giorni
dopo la nascita), poi la trascineranno nella fossa e la massacreranno.
Possiamo fare qualcosa. Per esempio, possiamo scrivere all'Ambasciata di
Nigeria, via Orazio 18, 00193 Roma, dicendo che vogliamo  che Safya  viva,
chiediamo che il presidente della repubblica nigeriana le conceda la
grazia. Ma bisogna che le nostre lettere siano tante e perciò vi prego di
trasmettere questo appello alle vostre amiche e ai vostri amici (ANCHE
QUELLE E QUELLI CHE NON HANNO E-MAIL!) e di scrivere al più presto
all'ambasciata: sapete anche voi che se non lo fate stasera stessa o domani
mattina, rischiate di dimenticarvene!
Un'ultima cosa: quello di Safya non è una questione di donne. Come sempre
succede in questi casi, il padre del bambino è stato assolto per
insufficienza di prove. Anche per questo, mi pare, noi maschi siamo
coinvolti nella sorte di Safya. Non possiamo rimanere ai bordi della sua
fossa, contemplando inerti l'ennesimo delitto del maschilismo.
Un caro saluto
Ettore Masina (e-mail <ettore.mas@libero.it>)
Se vorrete farmi sapere se avete inviato il messaggio e se potremo avere
alle spalle una consistente mobilitazione di opinione pubblica, potremo
forse studiare la possibilità di mandare poi una delegazione
dall'ambasciatore nigeriano.

Roma, 20.11.2001



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