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Fw: STRAGE A ISTANBUL, ROMPERE IL SILENZIO: CONFERENZA STAMPA A ROMA - Ultimora: attentato all'Hadep a Istanbul




From: azad
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Friday, November 16, 2001 3:18 PM
Subject: STRAGE A ISTANBUL, ROMPERE IL SILENZIO: CONFERENZA STAMPA A ROMA -
Ultimora: attentato all'Hadep a Istanbul


AD ARMUTLU (ISTANBUL) LA STRAGE CONTINUA:
ROMPIAMO IL MURO DEL SILENZIO!
SABATO 17 NOVEMBRE ALLE ORE 11.30
A ROMA PRESSO L'AGENZIA "CAMERA E SENATO" IN PIAZZA S. COSIMATO 40 (TEL
06.58334091)
CONFERENZA STAMPA

Intervengono:
un rappresentante dell'ufficio europeo della TAYAD,
il deputato del Prc Giovanni Russo Spena,
Dino Frisullo dell'associazione Azad,
i rappresentanti della delegazione italiana nel settembre scorso ad Armutlu.



ATTENZIONE - ULTIMORA - 16.11.01
GRAVISSIMO ATTENTATO IN DUE SEDI DELL'HADEP A ISTANBUL
Ad ulteriore conferma dell'analisi che segue, a Istanbul il 15 novembre, a
pochi giorni dal nuovo attacco allos ciopero della fame, due dirigenti del
partito di opposizione Hadep sono stati feriti in un duplice attentato alle
sedi del partito. Un giovane, che ha detto di chiamarsi Zeki Genc e di
essere "l'autore del rapimento dei due di Silopi" (Serdar Tanis e Ekubekir
Deniz, i due giovani dirigenti dell'Hadep di Silopi scomparsi dal 25 gennaio
dopo l'arresto da parte della gendarmeria), ha fatto irruzione nella sede
provinciale dell'Hadep di Istanbul, nel quartiere Harbiye, armato di fucile,
coltello e pistola. Ha sparato in aria e sulle finestre, quindi ha
accoltellato Cemal Kilikli, ex presidente dell'Hadep di Tuzla, e se n'è
andato tranquillamente a piedi. Poco dopo, la stessa scena nella sede
dell'Hadep del quartiere di Sisli, a un km di distanza: qui il giovane,
entrato armi alla mano gridando "Mani in alto, polizia", ha sparato ferendo
alle gambe Omer Kalyci, dirigente dei giovani dell'Hadep. Una grande folla
ha poi manifestato davanti alle due sedi. Secondo l'IHD (Associazione
diritti umani) ild oppio attentato "non è opera di un folle, ma il frutto
avvelenato della campagna diffamatoria delle istituzioni contro l'Hadep".



Dal mese di luglio, nel quartiere di Istanbul di Kucuk Armutlu, i membri
dell’associazione dei familiari dei prigionieri, TAYAD, ed alcuni
prigionieri rilasciati dalle autorità stanno continuando lo sciopero della
fame contro il regime d’isolamento e tortura nelle nuove celle di Tipo F
previste per i circa 13.000 prigionieri politici (10.000 curdi e 3.000
turchi).
Dopo un primo attacco il 15 settembre, Il 5 novembre Kucuk Armutlu è stato
attaccato dalla polizia e dall’esercito con blindati, lacrimogeni, pistole,
fucili e mitragliatori automatici. Risultato dell’operazione: 4 morti
(suicidi secondo le autorità, assassinati secondo tutti i testimoni compresa
la CNN Turk), 12 feriti in maniera grave, decine di arresti. Per protesta
contro l'attacco, quattro detenuti nel carcere di Sincan si sono dati la
morte col fuoco.
Il 10 novembre scorso, durante la manifestazione contro la guerra
organizzata dal movimento no-global, alcuni rappresentanti della TAYAD hanno
diffuso un appello ai democratici europei per prevenire un ulteriore
assalto.
Infatti il 13 novembre scorso la polizia ha attaccato la seconda "Casa della
resistenza" in cui continuava lo sciopero della fame, dopo la distruzione e
l'incendio della prima. Alle sei del mattino, secondo l'agenzia Anadolu, un
gran numero di agenti scortati da blindati, bulldozer, ambulanze e autopompe
hanno invaso il quartiere. Secondo il capo della polizia di Istanbul, il
famigerato torturatore Hasan Ozdemir, "l'operazione era diretta contro
coloro che, erigendo barricate, disturbano l'ordine pubblico con il pretesto
dello sciopero della fame". Diretti dall'alto da un elicottero, alle 8.30
del mattino i mezzi della polizia avevano rimosso le barricate, mentre
secondo "Anadolu" ai gas lacrimogeni si contrapponevano i sassi della
popolazione. Il capo della polizia ha annunciato l'arresto di nove persone,
fra cui quattro scioperanti della fame. L'associazione Tayad ha diffuso i
nomi di alcuni degli arrestati: Gamze Turan, Ferhat Erturk, Ozkan Guzel,
Huseyin Akpinar e Madimak Ozen, scioperanti della fame (cinque dunque, non
quattro come affermato dalla polizia) e altri due militanti solidali con
loro, Selma Kubat e Vedat Celik.  Sembra che in un’operazione simile ad
Ankara siano state arrestate altre dieci persone solidali con i
prigionieri..
Le ultime morti portano a 80 vite umane il tragico bilancio dell'ostinato
rifiuto dello Stato turco di trattare con i detenuti e le loro famiglie:
trenta persone morirono nell'attacco militare del 19 dicembre 2000 a ventuno
prigioni, altri 41 detenuti e parenti si sono lasciati morire di fame in
tredici mesi di digiuno dentro e fuori le carceri, quattro persone arse vive
il 5 novembre, altri quattro suicidi per protesta.
Questa selvaggia repressione trova riscontro nelle cifre fornite dal
presidente dell'Associazione diritti umani Husnu Ondul: raddoppiati rispetto
al 2000 i casi di tortura con 435 denunce nei primi dieci mesi del 2001,
quadruplicate le condanne per reati di opinione con 3125 anni di carcere, e
ben 21.812 arresti. L'assassinio davanti a casa sua del dirigente dell'Hadep
di Dogubeyazit, Burhan Kockar, da parte di militari mascherati, segna anche
la ripresa del terrorismo di Stato nelle province kurde, in quattro delle
quali è stato rinnovato il 30 ottobre lo stato di emergenza, mentre i
tribunali chiudevano l'emittente kurda Gun Radio a Diyarbakir e il giornale
Batman Dogus a Batman, e sequestravano persino il volume della memoria
difensiva di Abdullah Ocalan alla Corte di Strasburgo.
Forte del clima di guerra, il governo turco ha addirittura proposto al
parlamento di punire con quattro anni di prigione la "istigazione a sciopero
della fame", aumentabili fino a vent'anni se lo sciopero della fame ha esito
mortale!
Proprio la repressione nelle carceri e la durezza nei confronti degli
scioperi della fame, insieme ai tribunali speciali, alla persistenza della
pena di morte, alla negazione di diritti culturali e alle leggi di emergenza
nei confronti dei kurdi e di tutte le minoranze, sono le motivazioni con cui
la commissione europea ha bocciato la candidatura della Turchia all'Unione
Europea.
Ma evidentemente al regime turco basta, in tempo di guerra, la solidarietà
della Nato…

UFFICIO EUROPEO DELLA TAYAD
COMITATO ITALIANO CONTRO LE "CELLE F"
ASSOCIAZIONE AZAD
Info: 349.7756468