[Pace] Una utile lettura a chi invoca l’abbattimento immediato dei jet russi come fece la Turchia nel 2015



Abbattimento turco del Su-24 russo (2015)

Nell’autunno 2015 la Turchia si trovava in uno stato di crescente tensione con Mosca per le operazioni russe in Siria. Ankara aveva inasprito le regole di ingaggio dopo il 2012 (quando la Siria abbatté un suo velivolo), dichiarando che qualsiasi elemento militare proveniente dalla Siria diretto verso la Turchia sarebbe trattato come minaccia e colpito immediatamente se avesse oltrepassato il confine turco.

Fonte: atlanticcouncil.org

Nei mesi precedenti l’incidente erano già stati segnalati ripetuti casi di incursioni russe: ad esempio, il 3 e 4 ottobre 2015 caccia Su-30 e Su-24 russi entrarono brevemente nello spazio aereo turco malgrado ripetuti avvertimenti, inducendo Ankara a ribadire di considerare ogni violazione un attacco da respingere.

Fonte: theaviationist.com

In tale clima, il 24 novembre 2015 un Sukhoi Su-24M dell’Aeronautica russa decollò dall’aeroporto di Khmeimim (Latakia) per una missione su obiettivi siriani a supporto delle forze armate della Siria.


L’incidente del 24 novembre 2015

Alle ore 9:24 (ora locale) del 24 novembre 2015 un F-16 turco abbatté il Su-24 russo al confine turco-siriano. Secondo la Turchia il jet russo, sorvolando la zona di Yayladağı (provincia di Hatay), aveva violato lo spazio aereo turco penetrando di circa 2,2 km per circa 17 secondi dopo aver ignorato 10 avvertimenti radio in 5 minuti.

Fonte: theaviationist.comhurriyetdailynews.com

Le autorità turche raccontano che uno dei due Su-24 si diresse fuori dallo spazio turco ma l’altro fu subito colpito da un missile aria-aria AIM-120 lanciato dall’F-16, precipitando sul lato siriano del confine.

Fonte: theaviationist.comtheaviationist.com

L’abbattimento di un velivolo russo da parte di un membro NATO fu un evento senza precedenti dal 1953.

Fonte: theaviationist.com


Versioni contrapposte

Le ricostruzioni del fatto sono nettamente divergenti. La versione turca, presentata al Consiglio di Sicurezza ONU tramite il diplomatico Halit Çevik, parlò di due Su-24 “non identificati” che erano penetrati di 1,36 miglia (≈ 2,2 km) nello spazio turco per 17 secondi e avevano ignorato gli avvertimenti.

Fonte: hurriyetdailynews.com

Il secondo aereo russo sarebbe stato abbattuto mentre si trovava ancora nello spazio turco.

Fonte: hurriyetdailynews.com

Di segno opposto è la ricostruzione russa: il presidente russo Putin dichiarò che l’aereo era stato colpito “nel cielo siriano” a 4 km dal confine, ribadendo che “è ovvio” che non costituiva alcuna minaccia alla Turchia.

Fonte: theguardian.com

Il Ministero della Difesa russo, tramite tweet ufficiali, confermò che il Su-24 aveva operato all’interno dello spazio aereo siriano.

Fonte: theguardian.com

Nel frattempo i servizi statunitensi riferirono in via informale che la rotta del Su-24 aveva violato per pochi secondi lo spazio turco, ma confermarono che il velivolo russo era stato colpito dopo essere rientrato nello spazio aereo della Siria (di cui la Russia era alleata).

Fonti:

reuters.com

theaviationist.com

Il Segretario della NATO Jens Stoltenberg riferì che i dati radar degli Alleati avvaloravano la versione turca e manifestò solidarietà alla Turchia.

Fonte: theguardian.com

In sintesi, il Su-24 venne abbattuto pochi istanti dopo l’incursione di 17 secondi denunciata da Ankara, ma resta la domanda se il missile sia stato lanciato mentre l’aereo russo era ancora sul territorio turco o mentre era già passato nel cielo siriano.

Fonti:

reuters.com

theguardian.com


Aspetti controversi

Alcune discrepanze tecniche alimentano ulteriori dubbi. Ad esempio, vari analisti hanno osservato che gli avvertimenti turchi furono trasmessi su un canale di guardia internazionale (243,0 MHz) concordato tra i due Paesi, ma la radio standard del Su-24 (modello R-862M) non può monitorare quella frequenza senza un equipaggiamento opzionale supplementare.

Fonte: theaviationist.com

Ciò significa che il pilota russo (poi deceduto) forse non udì mai quegli avvertimenti turchi sul canale d’emergenza. 

Allo stesso modo è considerato importante il dato secondo cui l’aereo russo sarebbe rientrato in Siria prima dell’esplosione: un funzionario statunitense dichiararò di aver tracciato l’esplosione quando l’aereo era già rientrato su territorio siriano.
Fonte: reuters.com

Invece il video diffuso dalla Turchia mostra il Su-24 russo entrare in territorio turco. 

Queste incertezze hanno spinto l’ONU a chiedere una “verifica credibile” dei fatti per evitare conclusioni affrettate
Fonte: hurriyetdailynews.com

Conseguenze diplomatiche e reazioni

L’abbattimento provocò un durissimo scontro diplomatico. La Russia sospese collegamenti aerei e inflisse sanzioni economiche alla Turchia, definendo l’azione un «tradimento» e una «coltellata alle spalle».

Fonte: cbsnews.com

La NATO e Washington sostennero che Ankara aveva il diritto di difendere i propri confini ma invocarono la moderazione per evitare un’escalation militare.

Fonte: theguardian.com

Anche il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon esortò a una soluzione diplomatica e all’avvio di un’inchiesta indipendente sull’incidente.

Fonte: hurriyetdailynews.com

L’episodio fu visto da molti come campanello d’allarme: uno scontro militare del genere, se mal gestito, avrebbe potuto dare il via a un conflitto più ampio. Un precedente temuto richiamato dai commentatori fu il Golfo del Tonchino del 1964, evento controverso che spinse gli USA ad entrare su larga scala nella guerra del Vietnam. In questo senso analisti e diplomatici richiamarono la necessità di assoluta cautela in frangenti di tensione al confine.

Fonte: hurriyetdailynews.com


Piloti turchi, golpe e riconciliazione

Un anno dopo l’incidente, durante il fallito colpo di Stato turco (luglio 2016) emersero sorprendenti connessioni. Alcuni media turchi riferirono che due piloti coinvolti nell’abbattimento del Su-24 erano stati arrestati per presunti legami con il movimento del predicatore Fethullah Gülen, indicato da Erdogan come mandante del golpe.

Fonti:

aljazeera.com

hurriyetdailynews.com

Il sindaco di Ankara Melih Gökçek, vicino a Erdogan, dichiarò che l’abbattimento era stato “orchestrato” da elementi golpisti all’interno dell’aeronautica turca.

Fonte: aljazeera.com

In un’intervista ad Al Jazeera Erdogan confermò che i due aviatori turchi erano in custodia giudiziaria e disse: «Questi piloti potrebbero avere legami con la Pennsylvania (sede di Gülen)… Saranno i tribunali a fare luce su questa vicenda».

Fonte: hurriyetdailynews.com

Nel giugno 2016 era intanto arrivata la distensione formale: Erdogan inviò a Putin una lettera di scuse formali in cui esprimeva “profondo dolore” per l’accaduto, affermando che la Turchia non aveva mai voluto abbattere il velivolo russo.

Fonte: theguardian.com

Il presidente turco si dichiarò pronto a “fare tutto il possibile” per normalizzare i rapporti e chiese perdono alla famiglia del pilota ucciso.

Fonti: 

theguardian.com

rferl.org

In risposta, Mosca tolse gradualmente alcune sanzioni e iniziò un parziale riavvicinamento diplomatico, rimanendo tuttavia scettica.


Conclusioni

L’intero episodio è emblematico del rischio di escalation connesso a scelte militari estreme in tempo di pace. La vicenda del Su-24 mostra quanto sia difficile stabilire con certezza la verità in incidenti frontiera e quanto rapida possa essere la reazione armata. L’incidente del Golfo del Tonchino del 1964, che innescò la guerra del Vietnam sulla base di informazioni poi giudicate dubbie, rimane un monito. Un singolo incidente può trascinare le nazioni in conflitto armato aperto. Per questo vari analisti sottolineano l’urgenza di chiarire i fatti con indagini trasparenti evitando risposte militari automatiche a violazioni di confine dubbie e controverse.

Fonte: hurriyetdailynews.com

I margini di incertezza nell’abbattimento del Su-24 – comunicazioni radio forse non udite, interpretazioni divergenti degli eventi, contrasti politici – mostrano quanto pericoloso possa essere trasformare un incidente di frontiera in un atto di guerra. Una soluzione pacifica e diplomatica, con verifiche imparziali dei fatti, è l’unica via per scongiurare che simili episodi degenerino in conflitto armato.



Fonti: rapporti e analisi dei media internazionali (Reuters, Guardian, AP, Al Jazeera, ecc.) e documenti ufficiali consultati mediante deep research ai. Su Wikipedia si può leggere una dettagliata voce dedicata a questo controverso episodio, basata su molteplici fonti che concordano con quelle qui citate. I riferimenti riportati nel presente testo corrispondono alle pagine aperte durante la ricerca, basata su fonti, che si è avvalsa dell’intelligenza artificiale nella modalità deep research. I prompt per la ricerca e la supervisione finale sono a cura di Alessandro Marescotti (a.marescotti at peacelink.org) che ha definito il perimetro e le finalità dell’indagine, esplicitate compiutamente nella parte conclusiva.