[Pace] L’ONU ribadisce che rifiutarsi di fare il militare per motivi di coscienza è un diritto umano, non un reato



Il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare


Fonte: Risoluzione 51/6 del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (6 ottobre 2022)
Codice documento: A/HRC/RES/51/6



L’ONU ribadisce che rifiutarsi di fare il militare per motivi di coscienza è un diritto umano, non un reato.



Con la risoluzione 51/6, il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU ha affermato che l’obiezione di coscienza al servizio militare è un legittimo esercizio della libertà di pensiero, coscienza e religione, tutelata dai più importanti strumenti internazionali sui diritti umani. Gli Stati sono invitati a rispettare questo diritto, senza discriminazioni o punizioni.



Il 6 ottobre 2022, il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione n. 51/6 sul tema dell’obiezione di coscienza al servizio militare.

Questa risoluzione afferma con chiarezza che:

Il Consiglio sollecita gli Stati a:

È importante sottolineare che il diritto all’obiezione vale sia nei Paesi con leva obbligatoria sia in quelli con esercito professionale, e può essere invocato anche da chi, dopo essersi arruolato, cambia convinzioni.


Perché è importante?

Questa risoluzione rafforza le tutele per chi rifiuta la guerra e la violenza armata per motivi di coscienza. È uno strumento di difesa per singole persone e per i movimenti che lottano per la pace. Dà autorevolezza giuridica alle richieste degli obiettori e impone agli Stati un obbligo morale e giuridico di rispetto.


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