"Se muoio, voglio una morte rumorosa, che sia sentita da tutto il mondo" diceva Fatima Hassouna, che per 18 mesi aveva documentato con le sue foto la distruzione di Gaza ed aveva vissuto in prima persona quello che vivono quitidianamente gli abitanti della Striscia. 11 membri della sua famiglia erano stati uccisi nel 2024. “Non avrei mai immaginato che un’intera famiglia potesse essere spazzata via” raccontava.
Mercoledì scorso è toccato a lei quando due attacchi hanno distrutto l’abitazione dove si trovava a Gaza City con il resto dei suoi parenti, molti dei quali sono morti. Una morte rumorosa, come auspicava, ma che poi forse finirà archiviata insieme a quella degli altri 209 giornalisti sono stati uccisi a Gaza secondo l’ufficio per i diritti umani dell’Onu. Le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato che l'obiettivo era "un terrorista della Brigata di Hamas a Gaza City". Da quando è cominciata la guerra a nessun giornalista straniero è consentito l'ingresso nella Striscia per ordine di Israele.