[Pace] I governi USA hanno sostenuto il terrorismo per fini geopolitici, dall'Afghanistan alla Siria



I governi USA e il sostegno ai gruppi terroristici: storia di una strategia pericolosa

La politica estera degli Stati Uniti, spesso guidata da interessi geopolitici a breve termine, ha in più occasioni alimentato conflitti e destabilizzazioni, sostenendo indirettamente o tollerando gruppi terroristici, purché servissero come pedine contro nemici strategici. Due esempi emblematici di questa logica sono l’Afghanistan degli anni ’80 e la Siria contemporanea.

Afghanistan: i mujaheddin e il giovane Osama bin Laden

Durante la guerra fredda, l’invasione sovietica dell’Afghanistan (1979-1989) spinse gli Stati Uniti a intervenire dietro le quinte a sostegno dei mujaheddin, considerati “combattenti della libertà” contro l’URSS. Il programma segreto “Operazione Ciclone” garantì miliardi di dollari in armi e addestramento ai gruppi ribelli islamisti. Tra i beneficiari di questo supporto indiretto c’era un giovane saudita, Osama bin Laden, che si unì alla resistenza afghana. Sebbene fosse ideologicamente antiamericano, Bin Laden sfruttò la situazione per consolidare la propria rete jihadista, ponendo le basi per quella che sarebbe poi diventata Al-Qaeda.

Il paradosso è evidente: gli Stati Uniti, nel tentativo di indebolire l’URSS, contribuirono alla nascita di uno dei gruppi terroristici più letali della storia moderna. Questo errore di calcolo si è rivelato drammatico, come dimostrano gli attentati alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001.

Siria: alleanze ambigue contro la Russia

Oggi, in Siria, una dinamica simile sembra ripetersi. Gli Stati Uniti, ostili al regime di Bashar al-Assad e al suo principale alleato, la Russia di Vladimir Putin, hanno sostenuto alcune fazioni ribelli nel contesto della guerra civile iniziata nel 2011. Tra questi gruppi, Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), una coalizione islamista considerata formalmente un’organizzazione terroristica sia dagli USA che dall’Unione Europea, ha tratto vantaggio dalla situazione.

HTS, inizialmente un affiliato dell’ISIS, è emerso come una delle principali forze in opposizione al governo siriano. Pur essendo formalmente messo al bando dall’Occidente come gruppo terroristico, HTS ha beneficiato della tolleranza statunitense, in quanto utile a combattere Assad e, indirettamente, gli interessi russi nella regione. Questo "doppio standard" solleva interrogativi gravi: fino a che punto gli USA sono disposti a scendere a compromessi con il terrorismo pur di colpire i propri avversari geopolitici?

Un modello di destabilizzazione globale

La strategia di utilizzare gruppi estremisti per fini tattici ha dimostrato nel tempo i suoi limiti devastanti. Alimentare movimenti jihadisti, anche indirettamente, non solo rafforza il terrorismo globale, ma mina anche la credibilità morale degli Stati Uniti. Gli interventi di breve respiro generano cicli di violenza e instabilità che si ripercuotono per decenni, colpendo civili innocenti e rafforzando il caos globale.

La storia insegna che le alleanze temporanee con gruppi terroristici non portano mai a esiti positivi. In Afghanistan come in Siria, il prezzo di queste scelte è stato altissimo.