[Pace] Disertori in Ucraina e panico fra le nuove leve: "Se la sono data a gambe"
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- Date: Tue, 1 Oct 2024 17:33:14 +0200
Ucraina tra attacchi e diserzioni: «Le nuove leve vanno nel panico»
di Lorenzo Cremonesi (Corriere della Sera)
Non solo scarseggiano armi e munizioni per le unità ucraine in prima linea, ma anche i soldati sono pochi e di qualità sempre peggiore. Una delle difficoltà più gravi degli ultimi mesi è che le nuove reclute mandate a sostituire i veterani, molti dei quali volontari dall’inizio dell’invasione voluta da Putin nel febbraio 2022, si dimostrano spesso male addestrate, incapaci di reggere alla pressione della battaglia e poco motivate. In queste settimane ci sono stati episodi di trincee nel Donbass nei pressi di Pokrovsk e Chasiv Yar abbandonate nel caos dai coscritti in fuga.
Semplicemente, se la sono data a gambe. Però, mostrando la schiena al nemico in campo aperto, sono rimasti falcidiati. Alcuni settori del fronte sono stati perduti in poche ore perché i soldati erano nel panico e non hanno obbedito agli ordini.
Il tema è delicato, la stampa ucraina lo tiene in basso profilo. Eppure, soldati e civili ne parlano in Rete, trapela nei discorsi di chi torna a casa in licenza, alimenta il malcontento popolare verso Volodymyr Zelensky, il suo governo e gli apparati militari. «La situazione sulle prime linee è molto, molto difficile. Le nostre forze militari faranno tutto il possibile quest’autunno», ha dichiarato ieri sera lo stesso presidente dopo un lungo incontro con lo Stato maggiore.
La storia dei sei veterani
Cuore del problema resta l’urgenza di trovare forze fresche. Non è un segreto che la nuova legge sulla leva, firmata dopo un lungo dibattito al parlamento in aprile, mostri lacune e inefficienze che gli ucraini stanno pagando sulla loro pelle.
I blogger riportano il caso recente di sei veterani induriti da 36 mesi di guerra che erano stati in grado di tenere a lungo e senza subire perdite la loro trincea a sud di Pokrovsk assediata da oltre 100 soldati russi. Ma per i loro sostituti freschi di addestramento la situazione è rapidamente precipitata: in meno di una settimana sono morti o feriti gravemente, tanto che la loro unità è stata costretta a ripiegare.
Il tema non è nuovo, già in gennaio i veterani che si battevano a sud di Kharkiv e attorno a Kupiansk ci raccontavano preoccupati della «mancanza di preparazione» imperante tra coloro che avrebbero dovuto sostituirli. «Non è strano che la qualità delle reclute sia in discesa. I primi volontari erano il meglio dell’Ucraina, gente con le idee molto chiare, se non ci fossimo difesi dagli orchi russi sarebbe stata la fine. Ma oggi la situazione è molto confusa, lo iato tra i bar e ristoranti affollati nelle città e le sofferenze dei combattenti è troppo ampio. C’è chi si sta arricchendo nelle ville milionarie a spese delle truppe che muoiono al fronte. E non si vede la luce in fondo al tunnel: sembra che la guerra debba durare all’infinito senza una prospettiva di vittoria», ci dice il sergente 33enne Artem Mychyiervskyi, che incontriamo a Odessa nel centro di reclutamento di una delle brigate che operano a Kharkiv.
Sempre meno reclute
Sono parole amare, pronunciate a voce bassa in una stanza vuota. «Due anni fa noi reclutavamo oltre 200 uomini al mese, oggi non arrivano neppure a 30», ammette. Lui è stato ferito gravemente il 22 febbraio a Avdiivka e a metà ottobre tornerà a combattere. Ma cresce il numero dei disertori e soprattutto di coloro che alla fine delle licenze premio, o per curare le ferite di guerra, decidono di non rientrare.
La cifra ufficiosa è di circa 80.000 tra disertori e «sezeche», come vengono chiamati coloro che hanno tolto l’uniforme senza permesso (un numero enorme, si stima che oggi sulle prime linee ci siano meno di 400.000 soldati).
Il Kyiv Post riporta la storia di Serhiy Gnezdilov, noto intellettuale, che il 21 settembre ha annunciato in Rete l’intenzione di disertare a causa della corruzione e della cattiva gestione dei volontari della prima ora costretti a prolungare la leva. Nota Gnezdilov sconsolato: «Le autorità non si occupano dei nostri problemi. Ormai si pensa che al fronte vadano solo i perdenti che non hanno i soldi per corrompere gli ufficiali del reclutamento».
30 settembre 2024
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