[Pace] Gli studi del generale americano Marshall spiegano perché i soldati ucraini non vogliono sparare



Le recenti inchieste dell’Associated Press e della CNN parlano di soldati ucraini che sono riluttanti a sparare.


Tali inchieste chiamano in causa gli studi del generale americano Marshall. Ecco una scheda che abbiamo realizzato allo scopo di fare luce su questa riluttanza.




Slam Marshall e la riluttanza a uccidere

Slam Marshall, storico militare statunitense, negli anni '40 condusse una serie di interviste a soldati reduci dalla Seconda Guerra Mondiale. Le sue ricerche, raccolte nel libro Men Against Fire (Uomini contro il fuoco), rivelarono un dato sconcertante: solo una minoranza dei soldati, stimata intorno al 15-25%, aveva effettivamente sparato contro il nemico in combattimento.

Un tabù infranto

Questa scoperta sfidò radicalmente la narrazione eroica della guerra e mise in discussione l'assunto secondo cui i soldati sarebbero disposti a uccidere senza esitazione per difendere la patria. Marshall evidenziò come la riluttanza a uccidere fosse un fenomeno diffuso, anche in situazioni di estrema pericolosità.

Le ragioni della riluttananza

Le ragioni di questa riluttanza sono molteplici e complesse:

  • L'istinto di sopravvivenza: spesso, sparare significa esporsi al fuoco nemico, aumentando il rischio di essere colpiti.
  • Il trauma psicologico: uccidere un altro essere umano provoca un profondo turbamento emotivo, che può portare a disturbi post-traumatici da stress.
  • Il disagio morale: molti soldati provano un forte senso di colpa e di disgusto nell'uccidere, anche in nome di una causa ritenuta giusta.
  • La disconnessione tra addestramento e realtà: l'addestramento militare, per quanto intenso, non può preparare completamente un soldato all'esperienza traumatica del combattimento.

Le implicazioni delle ricerche di Marshall

Le ricerche di Marshall hanno avuto un impatto significativo sulla comprensione della guerra e sulla psicologia militare.Hanno contribuito a:

  • Demistificare la figura del soldato: mostrano che i soldati non sono macchine da uccidere, ma esseri umani con paure, dubbi e conflitti interiori.
  • Sollevare questioni etiche: pongono interrogativi sulla moralità della guerra e sulla necessità di trovare alternative alla violenza.
  • Informare le politiche militari: hanno influenzato le modalità di addestramento e di supporto psicologico dei soldati.

Critiche e dibattiti

Nonostante l'importanza del lavoro di Marshall, le sue ricerche sono state oggetto di numerose critiche. Alcuni studiosi hanno messo in dubbio la metodologia utilizzata, mentre altri hanno sottolineato che la percentuale di soldati che sparano può variare a seconda del contesto storico e culturale.

Conclusioni

Le ricerche di Slam Marshall ci invitano a riflettere sulla complessità della natura umana e sulla brutalità della guerra. La riluttanza a uccidere è un fenomeno universale, che trascende le differenze culturali e storiche. Comprendere questa riluttanza è fondamentale per costruire un futuro più pacifico.

(Scheda realizzata con un LLM)


Marshall su Wikipedia


Il generale di brigata Samuel Lyman Atwood Marshall (18 luglio 1900 – 17 dicembre 1977), noto anche come SLAM , è stato un giornalista e storico militare. Ha prestato servizio con le Forze di spedizione americane nella prima guerra mondiale , prima di diventare giornalista, specializzandosi in affari militari.

Nel 1940 pubblicò Blitzkrieg: Armies on Wheels , un'analisi delle tattiche usate dalla Wehrmacht , e rientrò nell'esercito degli Stati Uniti come capo storico di combattimento durante la seconda guerra mondiale e la guerra di Corea . Si ritirò ufficialmente nel 1960, ma agì come consigliere non ufficiale e storico durante la guerra del Vietnam . In totale, Marshall scrisse oltre 30 libri, tra cui Pork Chop Hill: The American Fighting Man in Action, in seguito trasformato in un film con lo stesso nome, così come The Vietnam Primer , co-autore del colonnello David H. Hackworth .

La sua pubblicazione più famosa è Men Against Fire: The Problem of Battle Command , che sosteneva che meno del 25% degli uomini in combattimento sparava effettivamente con le proprie armi al nemico. Mentre i dati utilizzati per supportare questa affermazione sono stati contestati, le sue conclusioni e i rimedi suggeriti per migliorare l'efficacia del combattimento sono stati influenti. [ 1 ]

Il motivo per cui ciò avviene resta controverso; Marshall sosteneva che anche con la propria vita a rischio, la resistenza dell'individuo medio "... verso l'uccisione di un altro uomo" era tale che "non... toglierà la vita se è possibile allontanarsi da quella responsabilità e nel momento cruciale, diventa un obiettore di coscienza". [ 2 ] 

Altri sostengono che il cosiddetto "fuoco basso" è una funzione dell'addestramento e della disciplina, ed è un attributo positivo. [ 3 ] Questi dibattiti continuano poiché la comprensione è fondamentale per superarli attraverso l'addestramento, così come per affrontare il disturbo da stress da combattimento reale o potenziale.

Fonte: Wikipedia in inglese (traduzione con traduttore automatico)

S. L. A. Marshall - Wikipedia

https://en.m.wikipedia.org/wiki/S._L._A._Marshall


Approfondimenti

Si può leggere: Una nuova storia (non cinica) dell’umanità, di Rutger Bregman (Feltrinelli, 2019). Il quarto capitolo, intitolato Il colonnello Marshall e i soldati che non sparavano, affronta il tema della resistenza a uccidere e a infliggere sofferenza, che sarebbe innata negli esseri umani. L’autore presenta diversi esempi di soldati che, in varie epoche e su diversi fronti di guerra, non si sono impegnati quanto avrebbero dovuto nel colpire, trafiggere, scannare, squartare, massacrare altre persone. Ossia nello svolgere fino in fondo il mestiere per cui erano stati addestrati. Soldati che mirano intenzionalmente in alto, che perdono tempo a ricaricare il moschetto, che – anche senza scappare e abbandonare le armi – fanno di tutto per non uccidere, suscitando l’esasperazione dei superiori («Un ufficiale raccontò di essere passato lungo le linee urlando: “Maledetti, cominciate a sparare!”. Con scarso risultato. “Sparavano solo quando li guardavo”»: p. 79).
Approfondimenti tratti dal sito www.volerelaluna.it

La guerra e soldati che non sparano