[Pace] Donano un’auto per le forze armate di Kiev ma vengono messi ugualmente fuorilegge. Giro di vite contro la Chiesa ortodossa ucraina



«I parrocchiani della comunità di San Michele nel villaggio di Zeleniv, diocesi di Chernivtsi, hanno acquistato un’auto per le forze armate ucraine. Il veicolo è stato benedetto dall’arciprete Ihor Popivchu». La vettura grigia è circondata dai fedeli e dal rettore della parrocchia nella foto che apre il sito della Chiesa ortodossa ucraina: quella che, secondo le autorità nazionali, rimane un’emanazione del patriarcato di Mosca. La notizia della donazione a favore dell’esercito di Kiev viene pubblicata mentre il Parlamento ucraino approva le nuove norme che mettono al bando ogni «organizzazione religiosa subordinata a quelle del Paese aggressore». Dopo un anno e mezzo di tensioni e battute d’arresto, diventa legge il testo che punta a difendere la «sicurezza nazionale» e che rafforza «la nostra indipendenza spirituale», commenta il presidente Volodymyr Zelensky. Il via libera arriva a larga maggioranza: con 265 voti a favore e appena 25 contrari. Nelle disposizioni non si fa riferimento alla Chiesa che affonda le sue radici in Russia ma la legge ha come unico bersaglio la comunità ecclesiale che, secondo la commissione speciale del Servizio statale per la libertà di coscienza, è «ufficialmente collegata con il patriarcato di Mosca».

La Chiesa nel mirino respinge ogni addebito e ricorda che, dopo l’inizio dell’invasione, nella primavera del 2022, è stata dichiarata l'autonomia dalla Chiesa russa ed è stato rimosso ogni riferimento al patriarcato di Mosca, compreso il nome del patriarca Kirill dalle liturgie che ha benedetto la guerra voluta da Putin. «La nuova legge viola la Costituzione ucraina e una serie di obblighi internazionali che lo Stato deve rispettare – avverte il metropolita Klyment, capo del dipartimento informazione –. Il provvedimento ci riporta alla mente non solo l’ideologia atea dell’epoca sovietica ma anche i suoi metodi per vietare la Chiesa. Del resto coloro che non capivano Cristo lo crocifissero con accuse politiche». E aggiunge: «La nostra Chiesa continuerà a vivere come una vera Chiesa, riconosciuta dalla stragrande dei credenti ucraini».

Perché ancora oggi la Chiesa di matrice moscovita è quella che conta il maggior numero di strutture nel Paese: 8mila, secondo i dati del governo. Invece ancora stenta il travaso di fedeli e di templi alla Chiesa ortodossa dell’Ucraina, la nuova realtà che si è staccata dalla Chiesa “madre” e che nel 2019 è stata riconosciuta come autocefala dal patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Nei due anni e mezzo di guerra sono state meno di mille le parrocchie passate sotto la denominazione cara a Zelensky e alle forze politiche che ne vogliono fare una sorta di Chiesa nazionale statale.

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Parlamento di Kiev mette al bando la Chiesa ortodossa «legata a Mosca»
https://www.avvenire.it/mondo/pagine/ucraina-il-parlamento-di-kiev-mette-al-bando-la-chiesa-ortodossa-legata-a-mosca