[Pace] Ucraina, la Nato apre per la prima volta alla trattativa. Papa Francesco aveva ragione a chiedere di negoziare



La Nato apre alla trattativa: un nuovo scenario per risolvere la crisi in Ucraina

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha fatto un'importante dichiarazione oggi, aprendo alla possibilità di trattative per risolvere la crisi in Ucraina. "Dobbiamo consentire all'Ucraina di raggiungere un risultato accettabile attorno al tavolo dei negoziati", ha affermato Stoltenberg, segnando un significativo cambiamento di tono da parte della Nato. 

Questa apertura al dialogo è stata accolta con stupore ma con attenzione, soprattutto alla luce dell'andamento sfavorevole della guerra per l'Ucraina.
 
Del resto oggi lo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, aveva detto che i suoi soldati rischiano di essere sconfitti.


In questo momento va ricordato che il primo a suggerire la via dei negoziati - sotto un diluvio di critiche - è stato Papa Francesco. In una recente dichiarazione ha anch'egli invitato al dialogo e alla ricerca di una soluzione diplomatica alla crisi in Ucraina. Ha ricordato che la "bandiera bianca" è il simbolo del negoziato. Il Pontefice è stato oggetto di riprovazione perché con chi ti invade non si fa alcun negoziato, è stato detto. E adesso che Stoltenberg parla di negoziato che cosa diranno i critici di Papa Francesco? 

La guerra sembra non essere per nulla favorevole al governo ucraino, nonostante per mesi e mesi sia stato detto il contrario.

Il governo ucraino guidato da Zelensky è stato una fonte di disinformazione e propaganda imbarazzante, che ha spacciato le sconfitte per vittorie fino al punto in cui una ulteriore bugia sarebbe stata controproducente per la stessa causa di Kiev.

Ma cosa ha portato la Nato a cambiare rotta e ad aprire alla trattativa? 

La risposta potrebbe risiedere nella consapevolezza della gravità della situazione e nella ricerca di una soluzione sostenibile a lungo termine. 

Ossia ciò che come pacifisti abbiamo detto e ribadito. 

Le implicazioni di una guerra prolungata in Ucraina vanno ben oltre i confini del paese stesso, coinvolgendo l'intera comunità internazionale. Una soluzione diplomatica, anche se difficile da raggiungere, potrebbe rappresentare l'unica via per evitare ulteriori sofferenze, tensioni e instabilità.

Le critiche rivolte al Papa e alla sua proposta di negoziato possono essere interpretate in diversi modi. Alcuni potrebbero vedere la sua posizione come troppo indulgente verso un aggressore, mentre altri potrebbero dubitare dell'efficacia del dialogo in un contesto così teso e bellicoso. Tuttavia, è importante considerare che il ruolo della Chiesa e del Papa stesso è spesso quello di promuovere la pace e la riconciliazione, anche in situazioni apparentemente senza speranza.

Adesso l'apertura della Nato alla trattativa rappresenta un nuovo capitolo nella ricerca di una soluzione alla crisi in Ucraina. 

Le critiche rivolte al Papa non potranno più continuare ora che la stessa Nato riconosce la necessità di trattare. 

Finalmente è possibile riconoscere l'importanza del dialogo e della diplomazia nella risoluzione dei conflitti, specialmente quando le conseguenze di una guerra prolungata sono talmente gravi da rendere un compromesso di pace preferibile ad ogni altra motivazione che alimenti una guerra a oltranza, per di più perdente per l'Ucraina.

Alessandro Marescotti 
Presidente PeaceLink