[Pace] Ucraina, il tormentato iter della legge speciale per la mobilitazione di massa



Zelensky, per non finire nel tritacarne dell’impopolarità, ha cancellato ogni riferimento numerico dal pacchetto legislativo ripresentato in Parlamento e appena approvato in prima lettura. «Serve una legge completa ed equa», ha spiegato. E ha chiarito di non ritenere «necessaria la quota del mezzo milione. Non perché voglio compiacere qualcuno». Ma in questo modo il presidente è venuto incontro sia al malcontento della gente, sia alla rabbia delle aziende che, secondo la Confederazione dei datori di lavori, hanno perso 781mila uomini per la coscrizione e soffrono per l’assenza di personale specializzato inviato in trincea. «O si combatte o si lavora», ha sentenziato il capo dello Stato per placare gli animi. «La mobilitazione non piace agli elettori di Zelensky - dice il politologo Viktor Bobirenko -. Ma è una decisione inevitabile. Perciò il presidente intende farla passare non come una sua iniziativa».

Nella legge al vaglio della Camera la stretta rimane: età di ingaggio abbassata da 27 a 25 anni; tre mesi di addestramento per i ragazzi dai 18 ai 25 anni; la cartolina inviata anche per mail; donne medico o paramedico fra i possibili arruolati; ipotesi di far partire i detenuti. Ma non ci sarà un’altra opzione caldeggiata da Zaluzhny: la partenza degli “idonei parziali”, ossia quelli con disabilità e malattie. Poi la risposta a chi accusa i vertici militari di mandare subito in battaglia i neo-arrivati: l’addestramento durerà fra i due e i tre mesi. Non mancano i punti controversi. A cominciare dalle sanzioni per i disertori che si ritroveranno senza auto e soldi: infatti scatterà lo stop alla patente e ai conti correnti. Ma il commissario per i diritti, Dmytro Lubinets, fa sapere che «non possono essere le forze armate a limitare le libertà». E la stampa paventa che i possibili disertori trasferiranno soldi e proprietà ai parenti per aggirare il blocco economico. Poi c’è la rivolta dei dottorandi nelle università che hanno lanciato una petizione perché non saranno più esentati.

Sono 700mila i soldati che hanno bisogno di essere sostituiti. «E non ci sono più volontari», racconta Kum, militare che in due anni ha avuto solo 12 giorni di permesso. «Oggi il peso della guerra grava sui “nati nell’Unione Sovietica”, ossia sui 40-50enni - afferma l’ex comandante Yevhen Dykiy -. I giovani sabotano la mobilitazione». E fra i generali chi c’è vorrebbe che l’arruolamento scattasse già a 22 anni, ma anche che ci fosse il rimpatrio dei profughi all’estero. Le nuove norme bloccheranno i servizi consolari per i “fuggiaschi”. Però «l’evasione alla leva non è motivo di estradizione», ha comunicato la Germania. Più aperturiste Lettonia e Polonia che si dicono disponibili a «individuare le condizioni di rientro come forma di sostegno a Kiev».

Certo, la caccia ai “nuovi soldati” turba il Paese. Si viene fermati e precettati al ristorante, in fabbrica, in palestra. Anche sulle piste da sci della Transcarpazia. O alle frontiere dove sono comparsi posti di blocco per assoldare i conducenti: così è scattata le protesta dell’European Business Association che parla di «panico fra gli autotrasportatori» e di «commesse internazionali a rischio». Per sfuggire ai blitz sono state create reti clandestine che segnalano i movimenti degli agenti, come quella su Telegram con 20mila iscritti scoperta a Cherkasy che monitorava le indagini nei pub. I metodi dei Tcc sono finiti nel mirino. Lo testimonia la denuncia del cantante della band “Intermezzo”, Volodymyr Bilyk, che ha raccontato di essere stato rapito e picchiato in pieno giorno a Chernivtsi dai dipendenti del Tcc. E il blogger Andry Smoliy ha postato il filmato di un uomo costretto a salire su un’auto dei centri di reclutamento. Lo stesso Zelensky ha preso le distanze: «Nessuno dovrebbe essere catturato mentre è in giro».

Il «clima di terrore per le strade», almeno stando alle parole di un deputato, ha fatto scomparire gli uomini dai posti di lavoro e dai luoghi pubblici. Secondo il presidente della Commissione affari economici del Parlamento, Dmytro Natalukha, tre milioni di adulti «in età di leva» hanno fatto perdere le tracce: «Non sono all’estero, non studiano, non lavorano. Non abbiamo più informazioni su di loro». E si moltiplicano i casi di diserzione o mazzette per venire esonerati. Sono 9mila i procedimenti penali già aperti - che si potranno concludere con condanne fino a tre anni - cui si aggiungono 2mila denunce che arriveranno presto nei tribunali, stando ai dati del ministero dell'Interno. Come la vicenda di un giudice che ha aiutato più di mille persone a sottrarsi alla mobilitazione. O quella delle guardie di frontiera che hanno salvato dall’annegamento e poi arrestato un uomo che tentava di varcare il fiume Tibisco per raggiungere la Romania. Un fiume diventato cimitero: sono 19 i morti nelle sue acque pur di lasciarsi alle spalle la guerra e l’arruolamento.


Giacomo Gambassi
Avvenire 11.2.2024