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[Pace] Non leggerete di soldati che dicono "odio la guerra" sui resoconti dall'Ucraina: The Intercept racconta la censura delle autorità militari verso i giornalisti liberi
- Subject: [Pace] Non leggerete di soldati che dicono "odio la guerra" sui resoconti dall'Ucraina: The Intercept racconta la censura delle autorità militari verso i giornalisti liberi
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Tue, 4 Jul 2023 09:32:27 +0200
In Ucraina c'è un conflitto dentro la guerra. Ed è il conflitto fra i giornalisti liberi che non si vogliono far censurare e le autorità militari che stanno esercitando un controllo sempre maggiore per evitare che vengano rese note le perdite dell'esercito ucraino e le sofferenze che la controffensiva in atto sta provocando.
Frasi come "odio la guerra" non le leggerete sui resoconti giornalistici non perché tutti i soldati amino la guerra ma perché il primo giornalista che pubblicasse una frase del genere sarebbe convocato dalle autorità militari e privato dei necessari permessi.
The Intercept documenta questo disagio crescente in quanto è una testata giornalistica indipendente e particolarmente sensibile alle tematiche della censura. Ha tra i suoi fondatori Glenn Greenwald ossia il giornalista che ha dato voce a Edward Snowden. In questo articolo, che Sara Piccinni ha tradotto per PeaceLink, viene affrontata la spinosa questione della censura di guerra che si sta intensificando in queste settimane di controffensiva ucraina. Nell'articolo si legge:
"Lo scontro tra i giornalisti e le autorità ucraine è scoppiato proprio quando l’esercito ucraino ha iniziato la tanto attesa controffensiva, una fase del conflitto che, secondo alcuni giornalisti, rischia di essere raccontata solo attraverso i resoconti ufficiali e l’accesso strettamente controllato. Pur facendo pressioni per ottenere una maggiore assistenza militare durante tutta la guerra, le autorità ucraine hanno gestito con attenzione ciò che viene divulgato sulle loro prestazioni sul campo: ad esempio, mantenendo uno stretto riserbo sul numero di vittime tra le loro forze".
Un'occhiuta censura è ovviamente in atto anche e soprattutto nel campo di guerra russo. Ma ci attenderemmo che chi combatte la cosiddetta "guerra giusta" (così viene descritta quella ucraina dalla narrazione predominante) avrebbe tutto l'interesse ad avere la massima copertura giornalistica. E invece no. Perché?
Le ragioni le si possono comprendere sull'articolo dell'Intercept tradotto in italiano; per leggerlo occorre cliccare su
The Intercept
L'Ucraina blocca i giornalisti dal fronte con una censura crescente
“È incredibile quanto poco di ciò che sta accadendo venga raccontato. Ho seguito quattro guerre e non ho mai visto un tale divario tra la drammaticità del conflitto e l’esiguità della sua documentazione da parte della stampa dall’altro”, ha dichiarato Luke Mogelson, collaboratore del New Yorker.
4 luglio 2023
Alice Speri
Traduzione per PeaceLink di Sara Piccinini
L'articolo originale in inglese è su
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