[Pace] Gli Stati Uniti sapevano dell'offensiva militare che Prigozhin pianificava contro la Russia



Secondo quanto ricostruito dal New York Times, la notizia è rimasta secretata e non è stata diffusa in precedenza – come accadde, ad esempio, alla fine del 2021, quando gli Usa avevano predetto l'invasione russa in Ucraina – per evitare di fare un favore a Putin.

Così sono stati avvisati solo alcuni leader del Congresso, dopo che l'informazione è passata dall'intelligence ai vertici militari del Paese. Poi più nulla, nessuna informazione è fuoriuscita dal circolo ristretto.


continua su: 
https://www.fanpage.it/esteri/gli-stati-uniti-sapevano-delloffensiva-militare-che-prigozhin-pianificava-contro-la-russia/ 


"Successo di Putin". L'analisi di Gianandrea Gaiani (direttore di Analisi Difesa) sullo "show" di Prigozhin: "Leadership rinsaldata e Usa confusi, ma qualcosa puzza" - Il Fatto Quotidiano


Gaiani: "Putin ha evitato spargimenti di sangue russo e offerto agli insorti una via d’uscita. Un finale che da un lato lo mostra magnanimo e dall’altro consente ai miliziani che non hanno preso parte all’iniziativa di firmare e combattere per il Cremlino sotto la guida dell’esercito regolare, proprio ciò che il leader di Wagner escludeva. Non solo, il fatto che l’accordo lo abbia trovato Lukaschenko è perfetto per Putin, che lascia al loro posto il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore, generale Valerij Gerasimov, quelli che Prigozhin voleva rimuovere. 

Quello di Putin è un successo non indifferente.

Tanto che, come riferisce oggi il Wall Street Journal, il dipartimento di Stato americano ha rinviato l’adozione di nuove sanzioni contro la PMC Wagner per le sue attività in Africa per non aiutare indirettamente Putin. Insomma, gli Stati Uniti sembrano impegnati a domandarsi se la Wagner è buona o cattiva.


Fonte:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/06/25/successo-di-putin-lanalisi-di-gianandrea-gaiani-sullo-show-di-prigozhin-leadership-rinsaldata-e-usa-confusi-ma-qualcosa-puzza/7207416/


Prigozhin aveva detto il 15 giugno che non avrebbe siglato il contratto di cui il ministero della Difesa impone la firma entro il 1° luglio ma si era detto fiducioso di poter trovare un accordo che lasciasse a Wagner l’autonomia pur accordando ai suoi combattenti i benefici e le garanzie sociali riservati ai soldati e alle loro famiglie.

Evidentemente questo accordo non si è concretizzato e la Wagner rischiava di venire messa al bando dal ministero della Difesa. Oggi potrà riorganizzarsi in Bielorussia dove a Lukashenko faranno comodo alcune migliaia di contractors veterani di guerra ora che deve fare i conti con le crescenti iniziative di ucraini, polacchi e baltici di sobillare rivolte a Minsk addestrando militarmente le opposizioni bielorusse in esilio.

L’esilio in Bielorussia permette al momento a Prigozhin di sottrarsi alla punizione per il suo gesto ma non impedisce a Putin di saldare in futuro i conti con il “traditore” anche se Wagner gestisce in gran numero di attività all’estero, soprattutto in Africa, strategiche per Mosca e per i suoi rapporti con diverse nazioni alleate.

In Libia, Mali, Burkina Faso, Repubblica Centrafricana e altrove la Wagner resta a tutela degli interessi russi che in futuro dovranno essere rappresentati da un nuovo leader della compagnia o da una nuova PMC.

Infine, non si può escludere che in questa vicenda tutti abbiano ricoperto una parte in commedia. Prigozhin è uscito di scena con un coup de theatre che appaga la sua personalità egocentrica ma non si spiega perché Mosca non ne abbia oscurato subito il Canale Telegram da cui lanciava anatemi e annunciava la “marcia su Mosca”.

Wagner dispone di 25 mila combattenti ma è difficile credere che tutti abbiano seguito Prigozhin in un colpo di stato e nello spargere sangue russo. Infatti i contractors hanno preso il controllo di Rostov senza sparare un colpo e, a quanto sembra, senza interrompere le attività dei comandi che gestiscono le operazioni in Ucraina.

Molti aspetti della vicenda che ha tenuto il mondo col fiato sospeso nelle ultime 24 ore non sono noti e forse non lo saranno mai.

Di certo Wagner ha svolto un ruolo fondamentale per gli interessi strategici russi in Siria e in Africa e sui campi di battaglia del Donbass ma era diventata troppo ingombrante per Mosca e per il Cremlino e gli atteggiamenti di sfida aggressiva di Prigozhin ai vertici della Difesa non erano più tollerabili neppure per il suo vecchio amico Putin.

Difficile dire chi abbia vinto e perso in questa vicenda. In Occidente l’approccio di politici, analisti e media (con qualche bella eccezione) resta per lo più quello da “curva sud” dello stadio, in cui le valutazioni che emergono sono sempre filtrate attraverso l’ostilità manifesta verso la Russia e Putin e il tifo sperticato per l’Ucraina.

Pur comprendendo che tale deriva basata sulla propaganda livorosa e fine a sé stessa  appare purtroppo irreversibile, non sembra scontata la valutazione che dal “golpe Prigozhin” la figura di Putin esca indebolita.

Anzi, forse è vero il contrario. Esiliato Prigozhin e ridimensionata la Wagner, Putin oggi può gestire con calma anche il rinnovo dei vertici militari: il generale Surovikin piace alle truppe che combattono in Ucraina e potrebbe rimpiazzare Gerasimov mentre una figura più politica e meno militare potrebbe avvicendare Shoigu.

Solo nelle prossime settimane potremo forse valutare in modo più completo impatto e conseguenze del sollevamento della Wagner che ha generato perplessità e confusione anche in Occidente.

Gianandrea Gaiani


Fonte:

Il golpe-show di Prigozhin si sgonfia in meno di 24 ore – Analisi Difesa
https://www.analisidifesa.it/2023/06/il-golpe-show-di-prigozhin-si-sgonfia-in-meno-di-24-ore/



Continua a seguire su

https://sociale.network/tags/crisirussa