[Pace] Crisi ucraina. La colpevole faziosità di Bruxelles | ISPI



La cosiddetta “politica estera comune” dell’UE, incarnata da Catherine Ashton, è nuovamente caduta nella trappola perniciosa della faziosità, così come le era accaduto precedentemente, in occasione della questione della provincia autonoma serba del Kosovo: l’Unione Europea, alla stregua di un qualsiasi partito politico o di un qualsiasi sindacato politicizzato, si è schierata da una parte, ha sostenuto platealmente una delle due correnti, perdendo quella caratteristica che è elemento fondante del suo prestigio e della sua legittimità internazionale, la sua necessaria neutralità. Quando Catherine Ashton, poche settimane or sono, si recò a Kiev per fraternizzare con gli epigoni della protesta di piazza Maidan, quando si mise a manifestare in prima linea con loro, essa pregiudicò irrimediabilmente l’autorevolezza dell’organizzazione internazionale che in quel momento rappresentava. L’Unione Europea non è credibile se perde la sua neutralità di fronte ai problemi internazionali e, ancor di più, di fronte ai problemi del continente europeo medesimo.

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Questo saggio è del 7 marzo 2014 ed è stato scritto da

Stefano Pilotto, Storia delle Relazioni internazionali, Università di Trieste