[Pace] L’Ucraina e i suoi renitenti alla leva. Adriano Sofri descrive un fenomeno in crescita



In conseguenza alle offensive di Mosca, il numero di chi non vuole combattere cresce. Dall'inizio della guerra molti ucraini si organizzavano per evitare la leva. E i “reclutatori stradali” nei mercati e nelle stazioni fanno paura a molti cittadini

Chi si prenda il tempo lento dell’assiduità casuale in una vita cittadina assiste spesso alla scena di militari che fermano uomini in età di reclutamento, ne controllano i documenti e li convocano alla registrazione. Non di rado la scena si muta in quella di una fuga. 
I “reclutatori stradali”, nei luoghi supposti più affollati, mercati, stazioni, centri di ritrovo, sono in divisa militare: si suppone che per prendere di sorpresa i renitenti converrebbe loro vestire panni borghesi.

Sta di fatto che i canali come quello segnalato già mesi fa nel reportage del Nyt si sono moltiplicati: ci sono reti capillari di segnalazioni più che di quartiere di caseggiato, che segnalano la presenza delle pattuglie e si concludono con l’avvertenza: “State a casa”. La facilità di accesso a questi canali e in genere ai social, Facebook compreso (che offre una traduzione ancora rudimentale ma bastante), mi permette di accertare che questo andamento non riguarda una città in particolare, ma è diffuso, sia pure con differenze sensibili in centri più a ridosso del fuoco o riscattati all’occupazione.

Succede anche che qualcuno, sui social, si spinga alla delazione “patriottica”, denunciando la scomparsa improvvisa di famiglie del vicinato che fino al giorno prima conducevano una vita normale, andavano al lavoro, mandavano i figli a scuola, e preparavano in silenzio la fuga: memorie allarmanti, la fuga e la delazione, di altri tempi e altri regimi.

Adriano Sofri
Il Foglio 4.2.2023

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