[Pace] Il Parlamento ucraino pronto a mettere al bando le strutture della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca. "Eppure abbiamo condannato l’invasione russa"



La guerra in Ucraina si sposta tra le Chiese ortodosse, il Parlamento ucraino pronto a mettere al bando le strutture della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca
https://www.ilmessaggero.it/vaticano/kiev_guerra_ucraina_chiesa_ortodossa_kirill_putin_parlamento_zelensky_europa-7108523.html


Il presidente Zelensky ha avviato le procedure legislative per proibire alla Chiesa ortodossa ucraina rimasta legata al Patriarcato di Mosca di operare e promuovere attività di culto in tutto il Paese. Non è ancora l’espulsione dal territorio ucraino. Ma sicuramente una fortissima limitazione alla libertà religiosa, sulla base del sospetto che fra le fila del clero e nei monasteri ortodossi ucraini legati a Mosca si annidino spie russe e si realizzino attività politiche orchestrate dal Cremlino.

Eppure la stessa Chiesa ortodossa ucraina fedele al Patriarcato di Mosca, guidata dal metropolita di Kiev Onofrio, già nello scorso maggio aveva preso le distanze da Kirill – che non viene infatti più menzionato nelle liturgie -, rafforzando la propria «piena autosufficienza e indipendenza» da Mosca: non uno scisma, ma quasi, sebbene le autorità ucraine ne ridimensionino la portata (v. il manifesto del 29 maggio). E ha più volte condannato l’invasione russa dell’Ucraina, come ha confermato ieri il vescovo Kliment, portavoce della Chiesa, in un’intervista a Repubblica: «Abbiamo condannato l’invasione russa dal 24 febbraio scorso, il primo giorno. Abbiamo ispirato tutte le chiese ortodosse d’Europa nello schierarsi con la libertà dell’Ucraina. «Abbiamo pregato e detto di pregare per tutto il popolo ucraino. Quella in corso non è una guerra santa», come invece afferma il patriarca di Mosca Kirill. Evidentemente per Zelensky non è sufficiente.

Luca Kocci, il Manifesto 4 dicembre 2022


A prendere le distanze è anche Elena Bogdan, responsabile del Servizio statale per la libertà di coscienza (organismo che verrà riformato da Zelensky e affidato al governo) che ha avvertito come lo stop a una confessione «provocherebbe una destabilizzazione della società» e la Chiesa ortodossa ucraina «con gli statuti adottati a maggio non mostri più alcun legame con la Russia». Il riferimento è alla presa di distanza varata dopo l’inizio della guerra, con anche la decisione di non nominare più durante le liturgie il patriarca di Mosca, Kirill, che ha benedetto l’attacco.

Cfr. Ucraina. Stop alla Chiesa ortodossa russa. Indagini su preti e vescovi «sospetti»

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/chiesa-ortodossa-ucraina-al-bando