[Pace] Chi c’è dietro gli attacchi in Crimea? E dietro il sabotaggio del gasdotto Nord Stream?



Il ministero di Mosca, dopo aver evidenziato che le navi attaccate della Flotta del Mar Nero sono coinvolte nel garantire la sicurezza del “corridoio del grano” nell’ambito dell’iniziativa internazionale per esportare prodotti agricoli dai porti ucraini, ha puntato il dito contro il supporto britannico alle operazioni navali di Kiev.

“La preparazione dell’attacco terroristico e l’addestramento del personale militare del 73° Centro speciale per le operazioni marittime ucraino sono stati effettuati sotto la guida di specialisti britannici basati nella città di Ochakiv, nella regione di Mykolaiv. I rappresentanti di questa unità della Marina britannica hanno preso parte alla pianificazione, al supporto e all’attuazione dell’attacco terroristico nel Mar Baltico il 26 settembre ai due gasdotti Nord Stream”.

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In realtà che la Royal Navy fornisca supporto e addestramento alla Marina Ucraina è noto da tempo così come è certa la fornitura di droni subacquei.  Il 27 agosto lo stesso Ministero della Difesa britannico aveva reso noto di aver inviato in ucraina 6 Unmanned Underwater Vehicles (UUV) e che decine di marinai ucraini erano stati addestrati al loro impiego mentre è prevista la cessione alle forze navali di Kiev di un paio di cacciamine che verranno radiati dalla Royal Navy .

Londra riferì che si trattava di mezzi per la bonifica di tratti di mare dalle mine e fu la stessa Royal Navy a darne notizia fornendo anche alcune immagini degli UUV (sopra) e dell’addestramento del personale ucraino (qui sotto) precisando che 3 UUV provenivano dalle dotazioni della Royal Navy e altre 3 erano stati forniti da un’azienda privata.

Circa l’accusa di Mosca sulle responsabilità di UUV britannici negli attacchi dinamitardi ai gasdotti del Mar Baltico non sono state al momento presentate prove ma desta perplessità il fatto che, nonostante le esplosioni siano avvenute a ridosso delle coste svedesi, danesi, polacche e tedesche, tutte le inchieste siano state di fatto secretate o “silenziate” e non sia stato consentito alla Russia di partecipare alle commissioni d’inchiesta.

Difficile credere che se fossero emerse prove circa responsabilità russe nel sabotaggio dei gasdotti non sarebbero state divulgate con ampia grancassa da statunitensi ed europei. Al contrario, il silenzio sui rilievi effettuati nei fondali del Baltico e il segreto posto sulle inchieste lasciano ampio spazio all’ipotesi che le responsabilità non siano da attribuire ai russi.

Fonte: Analisi Difesa

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