[Pace] Le accuse all'ANPI e la guerra in Ucraina. Lettera aperta di Carlo Gubitosa a Sergio Staino



Quando c'era la dittatura in Cile, la nostra resistenza era ascoltare i concerti degli Inti-Illimani per far pressione politica su quel regime, e non mettere armi in mano al posto degli strumenti musicali a chi faceva una lotta culturale e simbolica che a volte può essere più efficace di quella militare. Ci sono voluti anni, ma quel regime è caduto senza armare i cileni dall'Europa, con la forza della verità, della nonviolenza e del diritto, così come è caduta l'occupazione coloniale britannica in India senza distribuire fucili, è crollato l'Apartheid in sudafrica senza armare l'ANC, è stata abolita la segregazione razziale negli USA senza armare le Black Panthers.

Capisco che ogni caso storico di resistenza all'oppressione è un caso unico e non può diventare una ricetta universale, ma all'atto pratico va riconosciuto che le finte "scorciatoie" militari imboccate sull'onda dell'urgenza, con la falsa sensazione di onnipotenza generata dagli eserciti e dalle armi ci hanno dato l'illusione di poter trasformare in guerre lampo sedicenti "guerre umanitarie" che hanno promesso una pace rapida ed efficace a suon di bombe, per poi produrre nei fatti un ventennio insanguinato con centinaia di migliaia di vittime e una involuzione sociale, come il ventennio che ha vissuto la popolazione dell'Afghanistan a partire dal 2001.

Carlo Gubitosa

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