[Pace] La senatrice Liliana Segre sulla guerra in Ucraina: "Non è possibile nessuna equidistanza"



La posizione di Liliana Segre parte da principi ineccepibili, come da principi ineccepibili partiva la richiesta di Cuba - di cui gli Stati Uniti tentavano l'invasione agli inizi degli anni Sessanta - di difendersi e di salvare la rivoluzione.
Ma quando, seguendo questi principi ineccepibili, si rischia di finire in una guerra mondiale, come Zelensky vorrebbe e senza nasconderlo più di tanto, allora occorre riflettere.  Occorre in questi casi arrivare a dignitosi e onorevoli compromessi, come fecero saggiamente Usa e Urss nella crisi di Cuba, deludendo un riluttante Che Guevara che avrebbe voluto seguire fino in fondo i suoi principi ineccepibili che non ammettevano mediazione con l'imperialismo americano.

Oggi - è bene saperlo - la base militare di Guantanamo a Cuba rimane in mano americana, così come la Crimea (con la base militare) rimane in mano russa, se si segue il principio di realpolitik. 

Se si seguono invece i "principi ineccepibili" si rischia di far vincere la logica dei "sacri confini" sulla logica della pace.

Con tutta la stima e ammirazione per Liliana Segre, noi che abbiamo avuto la fortuna di non conoscere la seconda guerra mondiale vorremmo continuare ad avere la fortuna di godere della pace, e di non essere trascinati nella catastrofe.

Non è necessaria una guerra mondiale quando vi sono ampi spazi di compromesso riconoscendo la neutralità di una Ucraina indipendente - difesa magari anche dai caschi blu - che eserciti la sua libera sovranità sui suoi territori, senza imporre con le armi del battaglione Azov - di manifesta fede neonazista - una occupazione su Crimea e Donbass che hanno il diritto a scegliere il proprio futuro autodeterminandosi con un referendum. 

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