[Pace] A un passo dall'apocalisse atomica: cessate il fuoco



A UN PASSO DALL'APOCALISSE ATOMICA: CESSATE IL FUOCO

"Siamo giunti a un passo dall'apocalisse atomica che puo' distruggere l'intera umanita'. Cessate immediatamente il fuoco".
Venerdi' 4 marzo 2022 a Vetralla (Viterbo) il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, ha tenuto un discorso chiedendo l'immediata cessazione della guerra in nome del diritto alla vita dell'intera umanita'.
Di seguito un'estrema sintesi dei ragionamenti svolti dal responsabile della strutttura nonviolenta viterbese.
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I combattimenti intorno a una centrale nucleare in Ucraina hanno portato l'umanita' a un passo dall'apocalisse atomica.
Cessate il fuoco.
Cessate immediatamente la guerra.
Fermate immediatamente i combattimenti.
La sopravvivenza dell'umanita' e' un "fine sovraordinato" (Gandhi) dinanzi a cui ogni altro fine deve cedere.
Tutte e tutti siamo esseri umani. Tutte e tutti siamo una sola umana famiglia.
Cessi immediatamente la guerra, cessino immediatamente tutte le guerre, cessino immediatamente tutte le stragi, cessino immediatamente tutte le uccisioni.
Il diritto alla vita dell'umanita' intera viene prima di ogni altra cosa.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Al governo russo chiediamo l'immediata cessazione della criminale e folle aggressione alla popolazione ucraina, l'immediata cessazione dei bombardamenti, l'immediato ritorno delle truppe russe in Russia.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Al governo ucraino chiediamo di cessare ogni attivita' bellica - per quanto esse siano del tutto legittime da parte di un popolo aggredito - e di passare alla sola vera difesa possibile, necessaria, efficace ed infine vittoriosa, alla sola vera Resistenza possibile, necessaria, efficace ed infine vittoriosa: la difesa popolare nonviolenta; la difesa popolare nonviolenta di fronte alla quale nessun invasore puo' prevalere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Ai governi degli altri stati chiediamo di cessare di soffiare sul fuoco, chiediamo di cessare di inviare armi e di promettere armi, armi che solamente alimentano ed estendono la guerra, le stragi e le uccisioni, armi che solamente provocano altre innumerevoli morti, favoreggiano l'allargamento della catastrofe e minacciano di distruzione l'intera umanita'.
Chiediamo di inviare immediatamente ed esclusivamente aiuti umanitari in soccorso della popolazione ucraina aggredita.
Chiediamo di soccorrere, accogliere, assistere tutti i profughi in fuga dalla guerra, da questa guerra come da tutte le guerre, da tutte le dittature, da tutte le schiavitu' e da tutte le devastazioni.
Chiediamo di compiere non atti ostili, ma di sostegno al negoziato, al dialogo e alla riconciliazione.
Chiediamo azioni immediate, concrete e coerenti contro la guerra: azioni di pace, disarmo, smilitarizzazione, difesa e promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la scelta concreta e coerente della nonviolenza che e' l'unica risorsa che puo' salvare l'umanita' dall'orrore, dalla barbarie, dall'annichilimento.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Tacciano le armi e comincino veri negoziati che costruiscano la pace con mezzi di pace.
E' in gioco l'esistenza dell'umanita'. La guerra e' nemica dell'umanita' consistendo sempre e solo dell'uccisione di esseri umani. Tutte le vittime sono nostre sorelle e nostri fratelli.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Giunti a un passo dall'apocalisse atomica, tornano alla memoria le parole di don Lorenzo Milani: "E noi stiamo qui a questionare se al soldato sia lecito o no distruggere la specie umana?".
Pace subito.
Disarmo subito.
Smilitarizzazione subito.
Nonviolenza subito.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Tornano alla mente in questo tragico momento gli appassionati ammonimenti, i decisivi ragionamenti di Carlo Cassola: occorre l'immediato disarmo, o le armi distruggeranno l'umanita'.
Ogni umano consorzio ha come prima ragione e scopo fondamentale il mutuo soccorso, la condivisione del bene e dei beni, salvare le vite.
Ogni umana istituzione ha come prima ragione e scopo fondamentale il mutuo soccorso, la condivisione del bene e dei beni, salvare le vite.
Dopo gli orrori assoluti di Auschwitz e di Hiroshima nessuna divisione tra esseri umani ha piu' senso: siamo tutte e tutti una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, ua sola umanita' in un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Ovunque si manifesti per la pace.
Ovunque si organizzino raccolte di aiuti umanitari da inviare alle vittime della guerra.
Ovunque siano soccorse, accolte ed assistite le persone in fuga dalla guerra, dalla fame, dalle violenze, dalle distruzioni.
Ovunque si manifesti per la cessazione immediata della guerra.
Chi salva una vita salva il mondo.
Salvare le vite e' il primo dovere.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo


Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Da alcuni mesi e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 46 anni prigioniero innocente.

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