[Pace] Quei caduti del 1915-18 giustiziati due volte
- Subject: [Pace] Quei caduti del 1915-18 giustiziati due volte
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Tue, 8 Nov 2016 00:54:15 +0100
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Oggetto: Quei caduti del 15-18 giustiziati due volte di Paolo Rumiz Repubblica del 6 novembre 2016 Giustiziati due volte? Con uno schiaffo istituzionale che ha pochi precedenti, il Senato azzera il decreto sulla riabilitazione dei fucilati della Grande Guerra, approvato all'unanimità dalla Camera il 24 maggio del 2015, giorno della memoria in cui si vollero riabbracciare anche i ragazzi della "mala morte". Tutto ribaltato: non più revisione dei processi, ma concessione magnanime del perdono. Soprattutto, nessuna riabilitazione, per evitare che << i Caduti nell'adempimento del dovere si trovassero considerati alla stregua di chi si è sottratto al dovere >>. A seguire, un pignolissimo elenco di distinguo sul testo originale, che di fatto blocca il procedimento e rimette l'Italia in coda tra i paesi belligeranti che, a distanza di un secolo, anno riammesso nell'elenco dei caduti tutti i fucilati senza distinzione. << Ho servito la Patria in divisa, ma non mi ci riconosco più >>, è il commento amaro di Mario Flora, nipote di uno dei fucilati di Cercivento, sui monti della Carnia, uno degli episodi più neri della giustizia militare italiana. E aggiunge: << Rifiuto qualsiasi legge su questi presupposti e rigetto il perdono a degli innocenti >>. << Li hanno fucilati di nuovo >>, va giù duro Gian Piero Scanu, Pd, primo firmatario alla Camera. << Così si avalla la tesi che Norimberga fu un'ingiustizia, perché si condannarono militari ligi agli ordini >>, fa eco il compagno di partito Giorgio Zanin, relatore della legge. Reazioni furenti, soprattutto perché a sconfessare il testo originale è stato un altro Pd, Nicola Latorre, un passato dalemiano di ferro, con agganci forti alla lobby militare ( memorabile suo discorso sugli F-35: << Dire tagliamo i caccia per fare asili nido è demagogia o disinformazione >> ). Sono partite lettere di protesta per una riscrittura ritenuta offensiva nei confronti dei Deputati e anche dell' attenzione dimostrata dalla Presidenza della Repubblica in merito a un atto che avrebbe riconciliato l'Italia con un pezzo della sua memoria. Cosa è accaduto? Mistero. Certamente non basta il fatto che Forza Italia, che aveva votato compattamente a favore alla Camera, si sia messa di traverso e che il bellicoso ( ma riformato alla leva ) senatore Maurizio Gasparri abbia sparato a zero contro << una riscrittura della storia di orwelliana memoria >> avallata alla Camera del suo stesso partito. << Non si capisce quali pressioni abbiano determinato il voltafaccia >>, osserva il professor Marco Cavallarin, firmatario della petizione che, due anni fa, ha posto la questione al paese con argomenti poi rilanciati da Repubblica. La spaccatura più vistosa è nella maggioranza. Forse per evitare che si mettesse in discussione la giustizia militare nel suo complesso, dalle carceri ai tribunali speciali. In realtà non si è compreso che un'attenta rilettura dei processi - così come chiedere il decreto nella sua formulazione originale - avrebbe semmai riabilitato alcune delle procedure processuali dell'esercito di allora, le quali furono non a caso accusate di " eccessiva mitezza " dal comandante in capo delle forze armate, Raffaele Cadorna. Nel suo libro Alpini alla sbarra, lo storico Damiano Leonetti spiega in proposito come mezzo battaglione di Penne Nere, sottoposto a processo regolare per aver rifiutato un attacco suicida sulla Croda Rossa di Sesto nell'agosto del 1915, fu assolto per riconosciute attenuanti e per il coraggio dimostrato in precedenti attacchi. Un problema sorse dopo il primo anno di guerra, quando il generalissimo, incapace di sfondare, scavalcò il codice militare - ritenuto troppo garantista - e vergò le sue famigerate circolari. Quelle che introdussero il terrore nella catena di comando, dando via libera alle fucilazioni sommarie e alle decimazioni per sorteggio, ovviamente a spese della sola truppa. La cosiddetta carne da cannone. Non a caso, nel nuovo testo, la parola " decimazioni " viene omessa e sostituita con " cruento rigore ", a fare intendere che non ci sarà riabilitazione per i poveri cristi. I motivi? Si sprecano. Non si sa mai, i discendenti potrebbero nutrire << aspettative economiche risarcitorie, e di recupero di emolumenti mai corrisposti >>. Al che si aggiunge la beffa, se non l'insulto, di sottomettere la redenzione di morti ammazzati a una loro << condotta positiva successiva alla condanna >> resa impossibile dalla sentenza ( analogamente, a suo tempo ai parenti di fucilati che chiedevano la revisione del processo di risposto che << la domanda poteva essere posta solo dall'interessato >>... ). E poi, si afferma, i senatori non possono chiedere perdono per pene inflitte in nome del Re, e poi il Tribunale militare di sorveglianza non ha risorse adeguate, e poi l'Albo d'Oro è chiuso da 50 anni, e bisognerebbe riscriverlo da capo. Eccetera eccetera. Vietato giudicare il sistema Cadorna. Vietato soprattutto che le scuole siano coinvolte nel riesame, come si chiedeva all'inizio, e ciò, si afferma, per insufficienza delle << basi culturali di un'adolescente >>. Scuse a valanga, pur di non rileggere la storia. -- Sostieni PeaceLink, versa un contributo sul c.c.p. 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, C.P. 2009, 74100 Taranto (TA)
Per conoscenza, credo sia utile condividere queste riflessioni di Rumiz. Ciao Claudio Carrara Oggetto: Quei caduti del 15-18 giustiziati due volte di Paolo Rumiz Repubblica del 6 novembre 2016 Giustiziati due volte? Con uno schiaffo istituzionale che ha pochi precedenti, il Senato azzera il decreto sulla riabilitazione dei fucilati della Grande Guerra, approvato all'unanimità dalla Camera il 24 maggio del 2015, giorno della memoria in cui si vollero riabbracciare anche i ragazzi della "mala morte". Tutto ribaltato: non più revisione dei processi, ma concessione magnanime del perdono. Soprattutto, nessuna riabilitazione, per evitare che << i Caduti nell'adempimento del dovere si trovassero considerati alla stregua di chi si è sottratto al dovere >>. |