[SPF:fail] R: [pace] Per una Siria democratica, conferenza internazionale



Caro Alessandro questa notizia è stata già pubblicata dalla sottoscritta
nella lista PACE, Venerdì scorso. Non te ne  sei accorto?Grazie.
Laura Tussi

-----Messaggio originale-----
Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto
di Alessandro Marescotti
Inviato: martedì 29 gennaio 2013 0.58
A: news at peacelink.it; Lista pace Peacelink
Oggetto: [pace] Per una Siria democratica, conferenza internazionale

Per una Siria democratica e uno stato basato sulla cittadinanza

Conferenza Internazionale Siriana, Ginevra 28 e 29 gennaio 2013

Questa conferenza riconosce l’esistenza dell’“altra opposizione”, che ha
guidato il movimento di opposizione contro il regime all’inizio della
sollevazione siriana nel marzo del 2011 e che è stata successivamente
emarginata dalle potenze arabe ed occidentali, che hanno invece sostenuto
quella islamica di destra e il nuovo approccio liberale.

Il Comitato dei media per la Conferenza Internazionale Siriana ha comunicato
ulteriori informazioni e dettagli sulla Conferenza: “Per una Siria
democratica e uno stato basato sulla cittadinanza”, che si terrà lunedì e
martedì 28 e 29 gennaio a Ginevra.

Il Comitato ha sottolineato che la Conferenza è stata organizzata in base
alle richieste di importanti personalità e Paesi, comprese quelle
provenienti dall’interno dell’Unione Europea, per promuovere l’opposizione
civile democratica e svolgere per questo una conferenza. Nel preparare la
Conferenza gli organizzatori hanno cercato di riunire più di 100 persone
dell’opposizione, provenienti dalla Siria, di diversi movimenti e partiti
politici, per sottolineare l’importanza di rompere l’assedio contro la
rivolta pacifica e l’opposizione civile.

La Conferenza è stata organizzata dall’Istituto Scandinavo per i Diritti
Umani in collaborazione con il Forum per la Cittadinanza di Orano e la
Commissione Araba per i Diritti Umani. Circa 37 partiti di opposizione,
dirigenti di ONG per i Diritti Umani e singole personalità parteciperanno
alla fine del mese all’iniziativa di Ginevra. Un portavoce del Comitato ha
detto:

“Questa è la prima conferenza internazionale siriana che promuove il
movimento pacifico e popolare, che partì dalla città di Daraa il 18 marzo
2011 in nome della libertà, della giustizia, della dignità e
dell’eguaglianza fra il popolo siriano, senza discriminazioni fondate su
nazionalità, religione o ideologia. Gli organizzatori della Conferenza
credono che la rivoluzione è stata scippata dalle loro mani, assassinata dal
regime ma anche dalla controrivoluzione e che l’immagine della rivoluzione
sia stata gravemente distorta fra la società siriana e la comunità
internazionale. La rivoluzione pacifica, nella quale la gente ha affrontato
i proiettili a torso nudo, è stata dimenticata a causa del disprezzo di
coloro che invitano sempre e in continuazione a prendere le armi.”

Gli organizzatori ritengono che la sollevazione della società civile è stata
bloccata dalla violenza cieca e dalla beatificante glorificazione della
chiamata alle armi, nonché dall’uccisione dei figli della stessa comunità.
Tutto questo ha portato all’emarginazione del movimento pacifico e civile,
accusato di aiutare il regime.

I media favoriscono coloro che incitano alle armi, a spese della voce del
movimento civile. Gli esponenti di spicco dell’opposizione siriana che
partecipano alla Conferenza non nascondono la loro profonda insoddisfazione
per il predominio dei media occidentali e dei paesi arabi del Golfo, che
sostengono le armi e vari gruppi armati, compresi jiahadisti e stranieri, e
che hanno invece sempre ignorato le esigenze democratiche di uno stato
fondato sulla cittadinanza. La rivoluzione è stata presentata come originata
da un gruppo politico ed ideologico religioso.

Gli organizzatori della Conferenza hanno predisposto un programma che
include oratori e punta in particolare a dar voce a coloro che all’interno
della Siria parlano ad alta voce della loro resistenza pacifica e civile. Il
programma comprende figure molto note islamiche e democratiche,
rappresentanti del nasserismo, del socialismo, del comunismo, liberali ed
esponenti del movimento curdo, che avranno l’opportunità di interagire con
significative personalità del mondo arabo ed internazionale.

Nel programma troviamo interventi concernenti:
• Stato fondato sulla cittadinanza e Settarismo • Generazione del regime
dittatoriale e della violenza in Siria • Movimenti Islamici Armati e
Prospettive Democratiche • Violenza e Democrazia in Siria • Stato
securitario e abolizione degli spazi di cittadinanza • Diritti Umani nel
discorso dell’opposizione militare • Prospettive per la Verità, la
Responsabilità e la Riconciliazione in Siria • Sviluppo e Ricostruzione in
Siria • Produzione di violenza e settarismo nei media • Infine, ma non meno
importante: Possibilità ed Opportunità per una Soluzione Politica

I principali costi della Conferenza sono sopportati dalle ONG che stanno
pagando alberghi, traduzioni, vitto e spese di viaggio; alcune persone ne
stanno aiutando altre che altrimenti non potrebbero pagare i biglietti.
Tutto ciò dimostra con l’esempio che dentro il progetto di cittadinanza la
partecipazione, la donazione e il volontariato sono importanti e vivi nel
cuore del popolo siriano, nonostante la distruzione programmata e
l’impoverimento sistematico che tentano di trasformare la Siria da uno stato
fallito ad uno stato di mendicanti.

Figure di spicco del mondo arabo ed esponenti internazionali parteciperanno
alla Conferenza, fra cui: il Dott. Nader Fergany, autore del Rapporto sullo
Sviluppo Arabo e Direttore del Centro di Ricerca e Formazione Almishkat del
Cairo; Kjell Brygfjield, notissimo avvocato norvegese, capo degli “Sherpa”;
William Bourdon, il più importante avvocato presso la Corte Penale
Internazionale; il conosciutissimo giornalista britannico Jonathan Steele;
Laith Shubeilat, islamico democratico; il Presidente Onorario del Senato
Belga Anne Marie Lizin.
Dell’opposizione siriana troviamo: Aref  Dalila, Haytham Manna, Rim
Turkmani, Riad Drar, Louay Hussein, Naser al Ghazali e più di 90 dirigenti
dell’opposizione interna.


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