La Nato è la macchina da guerra delle potenze mondiali



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La Nato è la macchina da guerra delle potenze mondiali

8 gennaio 2013
di Vanessa Silva, da www.vermelho.org.br | Traduzione di Erman Dovis per Marx21.it




...Gli Stati Uniti non si arrenderanno, e infatti stanno cercando disperatamente di ritornare al periodo storico in cui eravamo considerati come il loro cortile di casa. Ma quel passato è stato sepolto, non esiste più. Oggi c’è un’altra America Latina. Vi è chiaramente una contraddizione tra queste due tendenze in lotta: una è una tendenza di indipendenza, di unità, integrazione e solidarietà. L’altra invece cerca, attraverso Paraguay, Cile, Colombia e Panama, di restaurare l’egemonia statunitense, ostacolare ed impedire il progresso. E’ un processo di lotta costante.”...






Vermelho (portale web del PCdoB) incontra Socorro Gomes, presidente del Consiglio Mondiale della Pace



Dopo due decadi di dittature sanguinose, il processo di seconda indipendenza, di sovranità e di mantenimento della pace dell’America Latina, ha acquisito molta importanza ed è divenuto oggetto di contesa e strenua difesa da parte dei presidenti progressisti del Continente.

Intorno a questo tema cruciale si è svolta in Argentina la Conferenza Internazionale della Pace, del disarmo e dell’alternativa globale alla Nato.

Secondo Socorro Gomes, presidente del Consiglio Mondiale della Pace, oggi proprio la Nato è la più grande minaccia alla pace mondiale. L’evento, svoltosi dal 12 al 15 dicembre scorsi, si è tenuto significativamente in un luogo emblematico per l’Argentina e tutto il Sudamerica: all’Esma, la Scuola Superiore di Meccanica del Corpo della Marina, di Buenos Aires.

Durante il feroce regime dei militari in Argentina (1976-1983) fu centro clandestino di detenzione e tortura, mentre oggi è divenuto luogo di ricordo, un museo per la memoria dei crimini della dittatura dei generali. Si stima che solo all’Esma giunsero cinquemila persone sequestrate, che successivamente vennero fatte sparire.

Sotto la direzione della Rete internazionale contro la guerra- No alla Nato, del Circolo latino-americano per gli studi internazionali (Messico) e dell’Assemblea permanente per i diritti umani APDH (Argentina), la Conferenza ha visto la partecipazione di rappresentanti della società civile di America Latina, Europa e Nord America. Tra i presenti è doveroso segnalare l’attivista per i diritti umani e Premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel, la giornalista e scrittrice argentina Stella Calloni, la presidente del Movimento per la pace, sovranità e solidarietà coi popoli (MOPASOL) Rina Bertaccini, la brasiliana Socorro Gomes, presidente del Consiglio Mondiale della Pace (CMP) e del Centro brasiliano di solidarietà con i popoli e lotta per la pace (Cebrapaz).

Nell'intervista che segue, concessa al Portale Vermelho, Socorro parla dell’importanza di questa conferenza, e quali siano le minacce che oggi la Nato alimenta nel mondo ed in tutto il Sudamerica.

Nato: “ La Nato è la più grande minaccia alla pace mondiale. Fin da quando è stata istituita, e pur caratterizzandosi come organizzazione di difesa, essa si è in realtà sviluppata come strumento di aggressione contro popoli e nazioni, specialmente del blocco socialista, e per fermare l’avanzata della lotta dei lavoratori. Oggi, la sua connotazione sono i crimini perpetrati contro le nazioni ed i loro popoli, contro le sovranità nazionali. Fanno parte di questo schema il genocidio e la distruzione della ex Jugoslavia, e con le stesse dinamiche, gli attacchi contro l’Afghanistan, la Libia e purtroppo oggi la Siria. La Nato non è però un’organizzazione autonoma, ma una macchina da guerra al servizio degli Stati Uniti d’America e delle potenze europee, le cui attività criminali si sviluppano oggi in tutto il mondo. Spesso cercano tra l’altro una legittimazione delle loro scorribande all’interno delle Nazioni Unite (ONU) attraverso la presentazione di false questioni riguardanti l’ambiente, la cibernetica, problemi etnici e di accesso alle fonti di energia.”

America Latina: “Il capitolo riguardante l’America Latina è molto serio e delicato perché qui ci sono i nostri paesi vicini. Da quando la Francia è rientrata nella Nato ( ve ne era uscita nel 1966) le basi militari francesi si sono convertite in basi dell’alleanza atlantica: esistono quindi basi nella Guyana francese, che confina col Brasile. Si possono considerare della Nato anche le postazioni britanniche situate nelle isole Falkland, che appartengono all’Argentina. Tutto ciò rappresenta una minaccia molto grave, dal momento che l’imperialismo è tecnicamente molto preparato e minaccioso, ed utilizza anche sistemi come il terrorismo di Stato, una pratica sistematica degli Stati Uniti, che se ne servono per ricattare i popoli.

In una fase cruciale come quella odierna, segnata dalla violenta crisi capitalistica, gli Usa insieme all’Europa, intendono riprendersi il nostro Continente, procedere ad una Restaurazione cancellando le nostre conquiste sociali, dominando i mercati, le fonti di risorse naturali ed i flussi delle materie prime. Vogliono controllare i continenti, gli oceani, lo spazio.”

Nuovi colpi di Stato: “Si registrano oggi vari interventi dell’Impero in America Latina. Utilizzando parlamenti reazionari, gli Stati Uniti ribaltano, come nel caso del Paraguay, esperienze di governo progressiste. Attraverso il controllo dei Media e della comunicazione, imbastiscono vere e proprie campagne propagandistiche di demonizzazione, come fu nel caso dell’ex presidente libico Gheddafi, e dell’ex presidente dell’Iraq Saddam Hussein. Spesso stimolano e fomentano conflitti etnici e sociali, allo scopo di eliminare i diritti dei lavoratori. Il ricorso all’uso dei mercenari è ampiamente diffuso e documentato, allo scopo di provocare questo tipo di conflitti e generare situazioni di caos che destabilizzano governi, come sta accadendo in questo momento in Siria.

Questa situazione, unita al controllo dei Media, crea un clima tale da legittimare un intervento esterno da parte delle potenze che vogliono distruggere e ridisegnare il Medio Oriente, per controllare la regione del Nord-Africa attraverso il Comando degli Stati Uniti per l’Africa (Africom) , al fine di rafforzare il loro dominio sulle regioni geostrategiche.”

Compattezza dell’America Latina: “In America Latina c’è stato il tentativo di assassinare il presidente venezuelano Chavez, e quello di secessione della Bolivia, sotto la direzione delle potenti oligarchie economiche delle regioni a nord est del paese, denominate forze della Mezzaluna. Qui stiamo dunque lottando per studiare nuovi strumenti di unità e integrazione di tutto il Sud-America. Le vittorie del Continente sono fondamentali per la resistenza al processo di restaurazione neo-coloniale, vittorie come quella che abbiamo ottenuto quando il progetto dell’Alca (Area di libero commercio delle Americhe) è stato sconfitto dai governi progressisti dell’America Latina. La creazione stessa della Celac (comunità degli stati latinoamericani e caraibici) è un grande passo avanti, perché in precedenza l’unica organizzazione multilaterale era stata la OEA (Organizzazione degli Stati Americani), di fatto un insediamento coloniale degli Usa, che mirava alla frammentazione, stabilendo chi poteva o non poteva partecipare a questo organismo, e tutto era finalizzato ad isolare Cuba. Adesso invece la Celac ospita tutti i paesi americani ad eccezione di Usa e Canada, ed è un grande cambiamento riguardo l’assetto geopolitico del Continente, perché cambia i rapporti di forza, fa avanzare i nostri processi di sovranità e indipendenza, rafforza il processo di progresso e giustizia.

Gli Stati Uniti non si arrenderanno, e infatti stanno cercando disperatamente di ritornare al periodo storico in cui eravamo considerati come il loro cortile di casa. Ma quel passato è stato sepolto, non esiste più.

Oggi c’è un’altra America Latina.

Vi è chiaramente una contraddizione tra queste due tendenze in lotta: una è una tendenza di indipendenza, di unità, integrazione e solidarietà. L’altra invece cerca, attraverso Paraguay, Cile, Colombia e Panama, di restaurare l’egemonia statunitense, ostacolare ed impedire il progresso. E’ un processo di lotta costante.”