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IL MANIFESTO 2012.12.30 - «Rovine e massacro», lettera da Aleppo
- Subject: IL MANIFESTO 2012.12.30 - «Rovine e massacro», lettera da Aleppo
- From: tiziano cardosi <tiziano.cardosi at gmail.com>
- Date: Sun, 30 Dec 2012 12:46:43 +0100
una testimonianza da Aleppo ****** http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20121230/manip2pg/07/manip2pz/333853/ Testimonianza
• «Sia il regime di Assad che l'Esercito libero (Els) sono
responsabili dell'assedio, del terrore e della fuga in massa della
popolazione ridotta alla fame e alla disperazione»
«Rovine e massacro», lettera da Aleppo
ARTICOLO - Ahmad al Suri* ALEPPO
Quelli che sono
venuti in armi a combattere il regime hanno rubato la rivoluzione
al popolo siriano
Vi racconto la vita ad Aleppo, sotto il fuoco delle forze
governative e di quelle ribelli. L'energia elettrica è rara e quando
c'è, la fornitura è pessima (nella maggior parte dei posti non
arriva che per un'ora al giorno), così la maggior parte delle
apparecchi elettrici non funzionano, come i frigoriferi.
Praticamente non c'è pane e quello che si trova costa tantissimo. Il
prezzo di un pacco di pane era di 15 lire, oggi va dalle 200 alle
500 lire. C'è un gran numero di famiglie molto povere che vivono
solo di pane, visto che non possono permettersi nient'altro di più
costoso. Ad oggi le razioni alimentari sono ancora reperibili ma
anche queste a prezzi esorbitanti. L'olio combustibile è finito del
tutto. Quando c'è n'era ancora il prezzo poteva arrivare anche a 200
lire mentre il prezzo normale sarebbe di 35 lire; di benzina se ne
trova ancora ma si paga 200 al litro a fronte delle 55 lire del
prezzo regolare. Il gas costa 4000 lire a bombola invece di 350. La
gente che vive per strada usa della legna che si procura nei
giardini e nei viali principali per scaldarsi, presto ad Aleppo non
ci saranno nemmeno più alberi. La maggioranza dei quartieri popolari
sono stati distrutti e trasformati in vere e proprie rovine,
praticamente tutta la popolazione si è radunata in città, in alcuni
quartieri dove non agisce l'Esercito libero siriano (Els, la milizia
ribelle che combatte contro il presidente siriano Bashar Assad, ndt)
e che di conseguenza non sono sottoposti ai bombardamenti del
regime; la loro situazione è tragica, molti non hanno trovato una
casa o una cantina dove ripararsi e quindi sono obbligati a dormire
in strada. I ricchi e buona parte della classe media sono fuggiti
dal paese ma alcune famiglie hanno finito i soldi e sono state
costrette a tornare ad Aleppo, nonostante il pericolo di morte. Più
del 95% delle fabbriche sono state distrutte o costrette a chiudere
a causa della mancanza di elettricità e di sicurezza. Tutti i
commercianti hanno preso le loro cose e se sono andati dal paese. Le
strade che conducono ad Aleppo sono quasi tutte sotto il controllo
dell'Els, specialmente quelle a nord della città, in direzione della
Turchia. I bombardamenti continuano violentemente su tutte le zone
occupate dall'Els e talvolta colpiscono anche quartieri in cui non
c'è traccia dei ribelli! Dal mio punto di vista sia il regime che
l'Els sono responsabili dell'assedio, della fame e della fuga in
massa della popolazione di Aleppo. L'Els ha vari obiettivi in questo
assedio: tagliare tutti i rifornimenti che arrivano all'esercito
regolare dalla capitale e, di conseguenza, indebolirne la presenza
militare terrestre, fare pressione sulla divisione militare di
stanza ad Aleppo per ottenerne la resa e confiscare armi e munizioni
con facilità. Colpire la forza economica di Aleppo con la
distruzione indiretta di tutte le fabbriche, le zone commerciali, le
istituzioni governative e dei servizi (come le centrali elettriche):
per questo motivo l'Els viene dislocato nei distretti industriali e
commerciali, sanno bene che il regime bombarderà certamente quelle
zone colpendo di conseguenza tutte le infrastrutture della città!
Confiscare i depositi statali ad Aleppo e periferia, ad esempio le
riserve di grano per poi distribuirle nelle zone «liberate». In
fine, dare una lezione agli aleppini, che l'esercito libero
considera sostenitori del regime, insegnare loro che Assad non avrà
pietà di nessuno, nemmeno dei suoi sostenitori, ucciderà, bombarderà
e distruggerà tutto senza tenere conto di chi lo ha appoggiato.
Ovviamente anche il regime ha i suoi obiettivi e spero che queste
siano le ultime soluzioni che ha in serbo per Aleppo, temiamo tutti
la fase successiva, speriamo non ci si arrivi mai. Il regime segue
la stessa strategia degli anni Ottanta: far sì che la gente non
pensi a quello che le succede intorno, che non rifletta sugli eventi
ma che piuttosto sia spinta a preoccuparsi di assicurarsi il pane,
l'acqua e l'elettricità. Anche il regime vuole dare una lezione agli
abitanti della città, punirli per aver dato riparo all'esercito
libero, spingerli a cacciare i combattenti ribelli perché fintanto
che questi si troveranno in città, i bombardamenti non smetteranno.
Per quanto mi riguarda entrambe le parti sono responsabili dei
crimini che vengono commessi ad Aleppo, con diversi gradi di
colpevolezza a seconda del crimine. I delitti del regime e del suo
esercito sono noti, tutti i media ne parlano ma c'è paura anche per
quelli dell'Els, ad oggi appoggiato da gran parte della comunità
internazionale: molti dei quadri dirigenti, per lo meno ad Aleppo,
erano dei criminali, qualcuno addirittura faceva parte degli shabiha
del regime. Inoltre non è chiaro come intendano comportarsi con i
cristiani e gli armeni della città visto che li hanno sempre
trattati come lealisti del regime, potrebbero voler vendicarsi di
loro (ovvero c'è la minaccia vera e propria di una guerra settaria
contro di loro). La maggioranza dei combattenti dell'Els non è di
Aleppo, addirittura molti non sono siriani... La rivoluzione è stata
rubata ai siriani, non c'è più traccia della rivoluzione, il suo
vero obiettivo, la libertà, è stato oscurato, quelli che sono venuti
a combattere il regime, non sanno nemmeno che cosa sia la libertà,
la logica con la quale vi scrivo, è inaccettabile per loro,
potrebbero considerarmi peggio di un agente dei servizi segreti del
regime; siamo arrivati al punto che oggi ad Aleppo, nessuno osa
parlare dell'Els poiché sicuramente verrebbe ucciso o rapito e
derubato di tutti i suoi averi. *Pseudonimo di un attivista aleppin o che ha lasciato la Siria nei giorni scorsi. Ha inviato al «manifesto» questo documento con la preghiera di non rivelare la sua identità, per non mettere in pericolo la sua famiglia rimasta ad Aleppo. |
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