Siria, le notizie dall’ 11 al 25 dicembre 2012
A cura di Marco Palombo
BRAHIMI A DAMASCO ILLUSTRA UN PIANO DI PACE AD ASSAD…..E AL CAIRO A KHATIB, CAPO DELLA COALIZIONE SIRIANA
Il 23 dicembre l’ incaricato dell’ ONU e Lega Araba per la crisi siriana Lakhdar Brahimi e’ arrivato a Damasco passando via terra dal Libano a causa dei combattimenti attorno all’aeroporto della capitale siriana. Il giorno successivo ha incontrato Assad e, secondo notizie diffuse dal quotidiano francese Le Figaro che avrebbe ricevuto informazioni da una fonte ben introdotta, ha illustrato al presidente siriano un piano di pace concordato con USA e Russia. Il percorso proposto prevederebbe un governo transitorio fino alle elezioni presidenziali del 2014, formato da esponenti delle opposizioni e persone appartenenti ad aree politiche che in questo momento appoggiano il governo. Alle prossime elezioni Assad, che e’ l’attuale presidente della repubblica di Siria, non ripresenterebbe la propria candidatura, uscendo dalla vita politica siriana. Il piano pero’non sarebbe stato accettato da Assad, che gia’ lo conosceva, perche’ il presidente rifiuterebbe di essere costretto da stranieri a non candidarsi nel suo paese. Anche Khatib, presidente della Coalizione Nazionale Siriana, si e’ detto contrario alla proposta perche’ questa lascerebbe in carica Assad fino al 2014 mentre l’ opposizione siriana non prende in considerazione nessuna ipotesi che non preveda l’ uscita definitiva e immediata di Assad dalla politica siriana e dalla Siria. Khatib aveva incontrato il mediatore Brahimi il 22 dicembre al Cairo, incontro anche questo molto poco pubblicizzato.
Il percorso illustrato da Brahimi e’ quasi identico alle conclusioni della Conferenza di Pace di Ginevra del 30 giugno 2012, approvate dai presenti (membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e alcuni paesi della regione medio orientale) ma respinte di fatto dall’opposizione piu’ intransigente e dagli Stati Uniti che volevano assolutamente l’ abbandono di Assad e rifiutavano anche la presenza iraniana tra i paesi negoziatori. Le Figaro aveva scritto il 13 dicembre di questa missione natalizia di Brahimi a Damasco, definendo il piano un ultimatum posto ad Assad in accordo con Russia e USA; in Italia l’ articolo del quotidiano francese era stato ripreso solo dall’ agenzia missionaria FIDES. Sempre Le Figaro il 21 dicembre aveva invece raccontato di un Brahimi che minacciava le dimissioni dal suo ruolo di mediatore per le resistenze di Assad al piano proposto, ma come abbiamo visto le resistenze al piano da parte della Coalizione Siriana sono ancora maggiori. Il 24 dicembre sul sito delle Nazioni Unite e’ stata pubblicata la smentita ufficiale del diplomatico a questa notizia di minaccia di dimissioni. Da notare l’ assenza di paesi dell’ Unione Europea nelle cronache di questa iniziativa, paesi che invece finora si sono molto impegnati nel sostegno alla Coalizione Nazionale Siriana.
CONTEMPORANEAMENTE ALLA VISITA DI BRAHIMI DENUNCE DELL’ OPPOSIZIONE PER PRESUNTE STRAGI GOVERNATIVE E PER MORTI CAUSATE DA IMPRECISATI GAS LETALI.
Si e’ nuovamente ripetuta la coincidenza tra importanti trattative e presunti clamorosi atti di violenza del governo. Un bombardamento aereo avrebbe ucciso un centinaio di siriani in coda davanti ad un panificio ad Halfaya (300 uccisi, tra cui donne e bambini, nella prima versione fatta circolare dalla tv saudita al Arabya), a Homs si sarebbe verificata un'altra strage di 15 persone sempre in fila per acquistare pane, ancora a Homs sette persone sarebbero state uccise da un gas sconosciuto (quest’ ultima notizia diffusa dalla tv del Qatar al Jazeera). I racconti sono pieni di incongruenze e con dettagli che cambiano continuamente. I particolari degli episodi sono stai approfonditi da Marinella Correggia in un articolo su Sibialiria “La strage del pane a Natale” http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1240 . Io voglio segnalare solo la contemporaneita’ tra queste denunce e la presenza di Brahimi a Damasco per illustrare un piano di pace sgradito all’opposizione siriana, e probabilmente anche ai suoi alleati europei e del Golfo, e l’ utilizzo da parte della Coalizione di questi episodi non chiari come argomento per sostenere l’ impossibilita’ di trattative con Assad.
ALLARME DELL’ ONU PER VIOLENZE SU BASE ETNICA E RELIGIOSA.
Il 21 dicembre le Nazioni Unite hanno diffuso un comunicato stampa di Adama Dieng, consigliera dell’ ONU per la prevenzione dei genocidi e della violenza settaria, dove si denunciano violenze su base etnica e religiosa e si esprime il timore che nel prossimo futuro queste possano aumentare rispetto alla situazione attuale. Le minoranze cristiane, alawite, armene ortodosse, turcomanne, curde, a torto o ragione sono accusate di appoggiare il governo di Assad e anche quando non prendono posizione nel conflitto in corso sono attaccate per spingerle a schierarsi contro il governo siriano. Il 20 dicembre la commissione per i diritti umani presieduta dal Prof. Pinheiro ha denunciato l’ uso di bambini nelle attivita’di guerra dei ribelli con compiti operativi e rischiosi e la presenza di molti combattenti stranieri particolarmente addestrati. La commissione ha affermato di non ritenere possibile alcuna soluzione militare e che l’ unica strada che puo’ portare alla fine delle violenze e’ un negoziato tra le parti coinvolte.
Intanto Abu Abdel Rahman, sceicco importante esponente del Fronte al Nusra, ha dichiarato al quotidiano algerino Echorouk che i mujahedin insieme ad altri combattenti puntano alla creazione di uno stato islamico nelle zone da loro controllate. Mentre il capo della Coalizione Nazionale Siriana ha definito un errore degli Stati Uniti aver inserito il Fronte al Nusra nella lista dei gruppi terroristi stilata dal Dipartimento di Stato USA. Sul Corriere della Sera G.Olimpo ha descritto la Brigata al Nusra con queste parole: “…..secondo le analisi dell'intelligence Al Nusra è formata da siriani, jihadisti iracheni e volontari stranieri. Nello schieramento ribelle rappresenta — sempre secondo gli 007 — tra il 7 e il 9 per cento. Alterna la guerriglia a tattiche terroristiche, ha fondi ampi dal Golfo, i suoi mujaheddin sono tra i più abili nel combattimenti. Per tre ragioni: sono bene addestrati, molti di loro hanno avuto precedenti esperienze belliche, dispongono di denaro. Molto forte nell'est e nel nord della Siria, Al Nusra ha conquistato ampie fette di territorio. E gode di simpatie tra molti ribelli, alcuni dei quali per spirito di emulazione si atteggiano a jihadisti…”,
Infine il gruppo armato che detiene l’ ingegnere italiano Mario Belluomo, rapito attorno al 15 dicembre insieme a due colleghi russi, ha richiesto un riscatto di 530.000 euro. I tre lavoravano all’ acciaieria Hmisho nella provincia di Latakia.
IL CAMMINO DIPLOMATICO E ORGANIZZATIVO DELLA COALIZIONE NAZIONALE SIRIANA PIU’ LENTO DEL PREVISTO
La Coalizione Nazionale Siriana nata l’ 11 novembre a Doha aveva elencato al momento della sua partenza molti obiettivi che 45 giorni dopo ancora non si sono concretizzati. Era stata auspicata l’unificazione dei gruppi armati dell’ opposizione e la creazione di un comando centrale militare collegato ad un governo provvisorio. Di governo provvisorio ancora non si parla e dubbi sull’Esercito Libero Siriano sono emersi anche a Marrakesh all’ incontro dei paesi Amici della Siria. Nessuna conseguenza ha avuto anche il proposito di amministrare le zone controllate dai ribelli con il governo provvisorio. Inoltre il riconoscimento della Coalizione da parte della Comunita’ internazionale e’ stato piu’ di facciata che altro. Il 12 dicembre, all’ incontro dei paesi amici della Siria a Marrakesh, piu’ di 100 paesi hanno votato un documento che definisce la Coalizione Nazionale Siriana l’ unica legittima rappresentante della Siria, ma alla dichiarazione in quella sede quasi tutti i governi hanno aggiunto pochi passi concreti.
L’ Italia non mi risulta abbia compiuto atti ufficiali a parte una breve dichiarazione, l’11 dicembre, di Terzi davanti alle commissioni esteri di Camera e Senato riunite per discutere altre questioni. Una dichiarazione quella del ministro con un grande utilizzo del modo condizionale: “Se si verificasse che….allora il governo potrebbe.…”. L’ unica frase chiara l’ ha pronunciata Massari, inviato del ministro per il Medio Oriente, a Marrakesh il 12 dicembre ma in un contesto non istituzionale e senza alcuna conseguenza giuridica. Il consiglio dei ministri che nel frattempo si e’ riunito cinque volte non ha piu’ fatto dopo quell’ appuntamento nessun accenno alla crisi siriana
GLI SCONTRI NEL CAMPO PROFUGHI PALESTINESE DI YARMOUK A DAMASCO
Negli ultimi 10 giorni si sono verificati scontri armati nel campo profughi palestinese di Yarmouk a Damasco e molte famiglie palestinesi sono fuggite dal campo. Le notizie sono contradditorie. Finora i profughi palestinesi, presenti in Siria sin dal 1948, avevano avuto un buon rapporto con il governo siriano e godevano di diritti simili a quelli dei cittadini siriani, a differenza dei palestinesi ospitati in Libano che sono esclusi dalla societa’ libanese. Un rapporto quello dei palestinesi con il governo siriano forse ancora piu’ stretto di quello tenuto con le organizzazione storiche della loro terra. Ma in occasione della crisi attuale alcuni gruppi si sarebbero uniti ai ribelli e sicuramente in questi giorni nel campo profughi le opposte fazioni si sono scambiate colpi di armi da fuoco. L’ Esl ha dichiarato che il campo era controllato dai ribelli e l’esercito bombardava alcune sue zone con l’ aviazione, i bombardamenti sono confermati da altre fonti mentre le dimensioni non sono chiare.
L’ allarme per le violenze era stato dato anche dall’Unrwa , agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, che descriveva i 150.000 presenti nel campo come assediati e per qualche giorno ha avuto grossi problemi a fare arrivare al campo materiale per aiuti ai profughi. Ma il ministro degli esteri siriano ha inviato una lettera al Segretario generale delle Nazioni Unite e al Presidente del Consiglio di Sicurezza raccontando invece di un attacco al campo da parte di brigate ribelli, in particolare del Fronte al Nusra. Il governo siriano assicura che ha tentato di tenere fuori i palestinesi dal conflitto in corso e responsabilita’ dei ribelli nel coinvolgere i palestinesi nel conflitto sarebbero indicate anche dall’ espulsione dal Consiglio Nazionale Palestinese dell’ OLP del leader del Fronte, Ahmad Jibril, per aver preso parte agli scontri nonostante la scelta dell’ OLP di non intervenire negli affari interni della Siria. Alcuni giornali arabi avanzano l’ ipotesi che si voglia approfittare della guerra siriana per disperdere ulteriormente un ampio segmento di profughi palestinesi.
LUNGA INTERVISTA DEL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO LAVROV A RUSSIA TODAY SULLA CRISI SIRIANA
La tv russa Russia Today ha fatto una lunga intervista al ministro degli esteri russo Lavrov, puo’ essere letta integralmente in lingua inglese a questo link : http://rt.com/politics/lavrov-interview-rt-syria-628/
L’ intervista fa la storia dell’ iniziativa russa nella crisi siriana dal 2011, quando questa ancora non si era trasformata in una guerra civile molto cruenta. Lavrov spiega come l’ opposizione armata ad Assad compia da tempo rapimenti, attentati terroristici e abbia in genere comportamenti fuori da ogni diritto internazionale. Attivita’ che non possono essere giustificate da errori o azioni violente di Assad. I comportamenti di stampo terrorista non possono essere ammessi per terroristi “buoni” ed essere stigmatizzati se effettuati da terroristi non amici. Fare questa distinzione e’ pericoloso non solo per la Siria, ma per tutto il Medio Oriente e la comunita’ internazionale. Il ministro continua spiegando di non voler difendere Assad. Secondo Lavrov il governo ha compiuto numerosi errori, per fermare le proteste ha usato la forza in modo sproporzionato e le forze di sicurezza siriane non erano preparate ad affrontare manifestazioni dei quel tipo ma erano addestrate solo per combattere contro nemici esterni.
La Russia ha sempre tenuto ferma la sua linea sulla necessita’ di un negoziato e nella ricerca di tenere sempre aperto un dialogo tra le parti. Nell’ agosto 2011 ha voluto che il Consiglio di Sicurezza si interessasse del conflitto siriano, poi si e’ impegnata a convincere la Siria ad accettare il piano della Lega Araba poi interrotto nel dicembre 2011 dopo la prima relazione che denunciava violenze anche da parte degli oppositori. Mosca ha lavorato anche per il piano Annan dell’ aprile 2012, anche questo fatto accettare con fatica al governo siriano ma boicottato sin dall’ inizio dall’ opposizione e i suoi alleati. Infine la Russia ha appoggiato e continua a lavorare al percorso che ha portato alla Conferenza di Ginevra del 30 giugno 2012. Le proposte uscite da quell’ evento erano state approvate da tutti ma i paesi occidentali hanno voluto assolutamente una risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU che a fine luglio e’ stata bloccata dal veto russo cinese. Per il diplomatico la Coalizione Siriana e’ nata da un accordo che esclude ogni possibilita’ di trattativa con Assad ma la Clinton ha dichiarato che questa premessa era necessaria per arrivare all’ unificazione delle varie opposizioni, i contenuti dell’ unificazione in seguito sarebbero stati modificati. Questo non e’ avvenuto e, secondo Lavrov, nessuno lavora affinche’ questo avvenga in futuro. Il ministro ha continuato esprimendo la convinzione che sia necessario unificare completamente tutte le opposizioni ma che queste si debbano muovere sulla linea uscita dalla Conferenza di Ginevra del giugno 2012.
Ha concluso poi con un accenno ai missili Patriot della NATO installati in Turchia che potrebbero servire non solo per garantire la sicurezza di questo paese. La Russia aveva fatto delle proposte diverse per aiutare Ankara a non esporsi a rischi ma non sono state accettate. Comportamento legittimo quello turco ma resta il sospetto che la funzione dei sistemi missilistici non si esaurisca nel contenimento delle tensioni tra Siria e Turchia.
BREVI
-Il 23 dicembre Israele ha dichiarato che non esiste alcun pericolo di uso di armi chimiche da parte del governo siriano; il giorno seguente e’ arrivata la denuncia non verificata di uso di gas sconosciuti a Homs che avrebbero ucciso sette persone.
-Il quinto incontro dei paesi Amici della Siria, gruppo organizzato dai paesi occidentali e del Golfo, avverra’ in Italia nel primo trimestre 2013.
-A fine mese in Kuwait si terra’ una conferenza sull’ emergenza umanitaria siriana.
-Il 22 dicembre e’ stato approvato dal consiglio dei ministri italiano il decreto legge che rifinanzia le missioni militari all’ estero fino al 30 settembre 2013. Il ministro della Difesa Di Paola ha dichiarato che, se il miliardo di euro stanziato per le missioni dell’ anno 2013 non dovesse essere sufficiente, sarebbe sicuramente integrato con altri finanziamenti.
Fonte www.sibialiria.org