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Gregorios III Lham - Benedetto XVI - Robert Sarah
- Subject: Gregorios III Lham - Benedetto XVI - Robert Sarah
- From: "valeria.sonda at alice.it" <valeria.sonda at alice.it>
- Date: Wed, 26 Dec 2012 01:30:50 +0100 (CET)
http://oraprosiria.blogspot.it/2012/12/e-pace-in-terra-agli-uomini-di-buona.html
...e pace in terra agli uomini di buona volontà! Chiamata alla riconciliazione dal Patriarca Gregorios
Lettera di Sua Beatitudine Gregorios III, Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme,
Per la festa della Natività di nostro Signore
Gesù Cristo, Dio e Salvatore, 2012
Natale: chiamata alla
riconciliazione
[...]Questo inno contiene davvero
le espressioni di base del messaggio [...] che ci
permette di sperare una società più giusta, fraterna, solidale, un futuro
comunicativo per l'umanità, aprendo la strada per la convivenza, il dialogo, il
rispetto, l'accettazione degli altri e della loro dignità; alla carità. Questo è il vero futuro
dell'umanità, [...] Questo è il Natale[...]. E' un invito per la riconciliazione, come l'apostolo Paolo dice:
"[Cristo] è la nostra pace, colui che ha fatto dei due uno, e ha abbattuto il
muro di separazione tra noi, avendo abolito nella sua carne l'inimicizia ..."
(Efesini 2 : 14), e quindi dandoci il ministero della
riconciliazione.
Visita di Sua Santità
in Libano: chiamata alla
riconciliazione
I discorsi
del Papa durante la sua visita in Libano (14-16 settembre 2012) ed i discorsi e
gli atteggiamenti dei leader civili e religiosi hanno allo stesso modo
confermato e considerato valori, valori di fede, libanesi, arabi, cristiani,
musulmani e semplicemente universali evangelici valori umani. Questi valori
possono comporre gli elementi di una carta spirituale per una vera e propria
Primavera Araba, proclamando la salvezza al culmine delle crisi, guerre,
rivolte, difficoltà, morti, distruzione, sentimenti di inimicizia, vendetta ed egoismo che riempiono il nostro
mondo arabo di sangue e diffondono davanti ai nostri occhi una nube di
tristezza, sofferenza e dolore per milioni di nostri figli di diverse religioni
e confessioni nei nostri paesi Arabi. [...] Questo
pericolo è in realtà la principale causa dell'emigrazione cristiana nell’
attuale tragico stato delle cose che minaccia la loro presenza e la convivenza
musulmano-cristian[...] "Unità, d'altra parte, non è la stesso che uniformità ... [ma] il
rispetto della dignità di ogni persona e la partecipazione responsabile di tutti
... L'energia necessaria per costruire e consolidare la pace esige pure che noi
torniamo continuamente alle sorgenti della nostra umanità. ... Il nostro primo
compito è quello di educare alla pace, al fine di costruire una cultura di pace
... la coesione sociale richiede il rispetto senza riserve per la dignità di
ogni persona e la partecipazione responsabile di tutti nel contribuire al meglio
dei loro talenti e capacità. ... L'efficacia del nostro impegno per la pace
dipende dalla nostra comprensione della vita umana. Se vogliamo la pace,
dobbiamo difendere la vita! Questo approccio ci porta a rifiutare non solo la
guerra e il terrorismo, ma ogni attacco alla vita umana innocente, agli uomini e
alle donne come creature volute da Dio ".
La via della
riconciliazione è la via del Vangelo, l'ancora di salvezza
Vorrei rivolgermi ai miei
concittadini nel mondo arabo, in particolare ai veri rivoluzionari, per dire
loro che le loro giuste richieste sono anche dei cristiani, che le esprimono in
maniera non violenta.Non vogliamo essere manipolati da
nessuno; nessuno ha il diritto di speculare su di noi, richiuderci in una
fazione, armarci , o indurci ad adottare questo o quell’ atteggiamento. Noi
siamo per richieste di riconciliazione e giustizia. La logica del Vangelo, il
metodo, i principi di comportamento, di spiritualità e di cultura, il pensiero
evangelico di Gesù ispira la Chiesa in tutti i suoi atteggiamenti ed azioni.Ho preso questo come punto di
partenza nella mia condotta e ho intrapreso diverse iniziative per vivere il
Vangelo nelle difficili condizioni che la regione sta vivendo. Ho fatto un tour
europeo, visitando le capitali, ha partecipato a congressi, ha dato interviste,
ha incontrato gli statisti arabi e non arabi cristiani e altri provenienti da
vari paesi, anche alcuni che non condividevano il mio punto di vistaAlla fine di tutto ciò, ho concluso che l'unico vero
modo per uscire dalla crisi attuale del mondo arabo - in particolare in Siria,
Libano, Egitto, Giordania, Palestina e così via - è la riconciliazione. Il 30
agosto 2012, avevo pubblicato un articolo intitolato "Per la Siria, la
riconciliazione è l'unica possibilità di salvezza," e si è diffuso in tutto il
mondo, presso cattolici e altri cristiani, i capi di stato arabi e gli altri,
istituzioni non governative (ONG ),
parlamentari, celebrità varie e così via.
[...]
L'importanza della
RiconciliazioneEcco la mia analisi dell'importanza della
Riconciliazione in tutti i settori. Comunque la situazione in Siria si sviluppi,
la riconciliazione è l'unica ancora di salvezza, oggi e
domanLa riconciliazione evita parzialità verso alcun
gruppo particolare.La riconciliazione fa un appello che è altrettanto
equilibrato per tutti i gruppi.La riconciliazione è importante per curare le ferite,
superando inimicizia e odio e per costruire ponti di dialogo sociale, religioso
e politico.La riconciliazione è importante per la ricostruzione
di pietre e di carne, per la comunione, per riconquistare la normalità della
vita, sostenere i poveri, i rifugiati e tutti quelli colpiti dalla
catastrofe.La riconciliazione è importante per la ripresa del
dialogo tra le comunità, l'accettazione degli altri e il rispetto
reciproco.La riconciliazione è importante per riportare l'amore
in ogni casa, città, paese, partito e persona.La riconciliazione è importante come una missione
globale. Siamo tutti chiamati a prendervi parte, a livello locale, nella regione
Araba e nel mondo.La riconciliazione è la via per il futuro di tutta la
regione e non solo per la Siria. Questo si può dire della realtà intra-Araba,
Arabo-Europea, Arabo-(Israele) Ebrea e Cristiano –Musulmana, per la
riconciliazione in tutto il mondo.[...]La riconciliazione ha quindi una dimensione globale.
Non è solo legata alla crisi siriana o di altri nella regione. Il futuro
dell'umanità è in gioco.[...]
(...)
Invito alla
preghiera
[...] Chiediamo che preghiere speciali siano
innalzate nelle nostre chiese in tutto il mondo per la pace e la
riconciliazione. Pregando per la pace in Medio Oriente, noi preghiamo per la
pace e la sicurezza di tutto il mondo, perché siamo sicuri che la pace in Medio
Oriente e la promozione della giustizia e della legalità, in particolare per
quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese, sono fattori per la pace per
il mondo intero e risolveranno molti dei problemi del Medio Oriente. Abbiamo
sottolineato tutto questo nel nostro discorso al Santo Padre, Benedetto XVI,
durante la sua visita in Libano nel mese di settembre 2012.
Palestina: uno
Stato
[...] la comunità internazionale ha ascoltato il nostro appello e l'appello
del popolo palestinese e ha votato a favore per dare allo Stato palestinese lo
status di osservatore non membro alle Nazioni Unite, il 29 novembre giornata
internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. [...]
Appello al
mondo
Ancora una volta, chiediamo la
cessazione delle armi e del ciclo della violenza. Salvate gli esseri umani dalla
distruzione e dall’omicidio.
Basta con le armi! Basta con la guerra! Basta
con la violenza, l'uccisione reciproca, le divisioni e ostilità! Fate largo alla
riconciliazione.
"Non temere, piccolo
gregge" (Lc 12, 32)
[...]Il piccolo gregge è stato il
tema principale del mio intervento (l'11 ottobre, 2012) nel Sinodo Romano.[...]Non temere, piccolo gregge!
Vivi con coraggio, la forza, la gioia, l'entusiasmo, l'ottimismo, la visione, la
luce nel buio di questi giorni. [..]
Buona Festa! Felice Anno
Nuovo!
+ Gregorios III, Patriarca
di Antiochia e di tutto l'Oriente, di Alessandria e di
Gerusalemme
Estratto tradotto da FMG, testo
completo:
http://www.pgc-lb.org/eng/gregorios/view/Christmas-Letter-2012
http://oraprosiria.blogspot.it/2012/12/santo-padre-benedetto-xvi-ce-speranza.htmlMESSAGGIO URBI ET ORBI DI BENEDETTO XVI- NATALE
2012
ancora un appello per la Siria
25 dicembre 2012
"C’è nel mondo una terra che Dio ha preparato per venire ad abitare in mezzo
a noi. Una dimora per la sua presenza nel mondo. Questa terra esiste, e anche
oggi, nel 2012, da questa terra è germogliata la verità! Perciò c’è speranza nel
mondo, una speranza affidabile, anche nei momenti e nelle situazioni più
difficili. La verità è germogliata portando amore, giustizia e
pace.
Sì, la pace germogli per
la popolazione siriana, profondamente ferita e divisa da un conflitto che non
risparmia neanche gli inermi e miete vittime innocenti. Ancora una volta faccio
appello perché cessi lo spargimento di sangue, si facilitino i soccorsi ai
profughi e agli sfollati e, tramite il dialogo, si persegua una soluzione
politica al conflitto.
La pace germogli nella Terra dove è nato il
Redentore, ed Egli doni a Israeliani e Palestinesi il coraggio di porre fine a
troppi anni di lotte e di divisioni, e di intraprendere con decisione il cammino
del negoziato."....
http://it.radiovaticana.va/news/2012/12/25/il_card._sarah:_in_siria_la_gente_patisce_sofferenze_atroci._la_chiesa/it1-650410
25 dicembre 2012
Il card. Sarah: in
Siria la gente patisce sofferenze atroci. La Chiesa è in mezzo ai profughi
[..] il Cardinale Robert
Sarah, presidente del Pontifcio Consiglio Cor Unum [...] Ho
visitato gruppi di profughi nella valle della Bekaa il mese scorso e già allora
la situazione era estremamente grave. Le loro condizioni di vita erano
estremamente precarie, senza acqua, elettricità, servizi sanitari e l’igiene era
disastrosa. Nonostante ciò, sono stato profondamente colpito dalla grande
dignità di quegli uomini e quelle donne, profughi in un Paese straniero,
rifugiati, costretti a lasciare le proprie case, il proprio villaggio, la loro
amata madre Patria, la Siria, dopo un pericoloso viaggio di centinaia, talvolta
di migliaia di chilometri. Ora, dopo la mia visita, la situazione è
ulteriormente peggiorata. [...] I nostri continui contatti con le Chiese del Medio Oriente e con
varie realtà caritative locali, impegnate soprattutto nell’assistenza ai
profughi dentro e al di fuori del Paese, ci trasmettono informazioni allarmanti
sui nuovi fronti di guerra, sulle condizioni materiali, psicologiche e
spirituali, di insicurezza, igienico-sanitarie in cui è ormai costretta a vivere
la gran parte della popolazione, sugli abusi di ogni genere che subiscono,
rendendoli in tal modo spesso doppiamente vittime. [...] Benedetto XVI in
persona ha visitato il Libano in settembre, mantenendo un’attenzione a tutta la
regione e non ha mancato di rinnovare le sue preghiere, i suoi richiami, la sua
esplicita richiesta perché la pace torni quanto prima in Siria. [...] Gli appelli alla pace e alla riconciliazione, rivolti dal Santo Padre
alle parti in guerra, alla comunità internazionale perché si attivi più
efficacemente, sono stati sufficientemente chiari. La guerra e le distruzioni di
vite umane e di infrastrutture non portano a una vera soluzione dei problemi
socio-politici. Questo è possibile solo col dialogo e con la volontà di
costruire insieme la Nazione nell’amore e nella solidarietà. La Chiesa auspica
che azioni militari come quelle che si sono effettuate in Iraq, in Libia, in
Costa d’Avorio, non si ripetano. “Mai più la guerra”, ha gridato Paolo VI nel
1965 a New York. Benedetto XVI lancia oggi lo stesso grido. [...] non si può negare che in genere abbiamo raggiunto un
livello di crisi umanitarie in tutto il mondo senza precedenti nella storia
recente, sia per quanto riguarda il numero delle guerre e delle situazioni di
conflittualità armata, sia per ciò che attiene alle calamità naturali. Sono
circa 70 le crisi umanitarie in atto, un picco mai raggiunto dalla fine della
Seconda Guerra mondiale fino ad oggi. Questo dato, confermato dalla
testimonianza delle Chiese locali e dalle organizzazioni caritative cattoliche
che quotidianamente si rivolgono a Cor Unum, con tutto il loro carico di
sofferenze vissute accanto alle vittime di tali situazioni [...] Nelle guerre, i civili inermi vengono sempre più strumentalizzati per perseguire
fini militari, su di loro viene perpetrato ogni sorta di abuso e i bambini sono
proprio le vittime più indifese e meno tutelate, più facili da utilizzare e
conoscono tragicamente la fame e la malnutrizione. Gli esempi si moltiplicano:
ci sono conflitti ciclici, guerre “infinite”, mentre altri sono nuovi e si
aggiungono ai primi. Un esempio particolarmente grave di crisi umanitaria
complessa, che coinvolge più Nazioni, è quello del Sahel dove sarebbero circa 18
milioni le persone colpite dalla crisi alimentare, conseguenza della gravissima
siccità che ha investito nove Paesi nella regione africana del Sahel: interi
territori di Ciad, Burkina Faso, Gambia, Mauritania, Mali e Niger e le regioni
settentrionali di Nigeria, Camerun e Senegal. Quattro milioni di bambini tra 0 e
5 anni sono stimati essere a rischio di qualche forma di malnutrizione e 1,1
milioni di loro sono esposti al rischio di morte per malnutrizione acuta, cioè
lo stato più pericoloso delle diverse forme di carenza alimentare. Ormai, la
loro sopravvivenza dipende quasi esclusivamente dagli aiuti umanitari, portata
anche da vari organismi caritativi cattolici. Nel Mali la situazione è aggravata
dalla crisi militare che ha provocato circa 450 mila tra sfollati e profughi.
Nei Paesi colpiti, la malnutrizione dei bambini e dei decessi infantili è
effetto non solo della quantità e qualità del cibo disponibile, ma anche della
mancanza di adeguati servizi sanitari e al carente accesso della popolazione
all'acqua potabile e ai servizi igienici di base. [...] In questa grande festa di Natale, a nome delle
migliaia di bambini, donne, anziani che muoiono di fame e di freddo in Siria e
nei Paesi del Sahel, vengo a sollecitare tutti governi e le istituzioni che
hanno possibilità finanziarie, affinché offrano un sostegno generoso per salvare
intere popolazioni dal disastro della guerra e delle catastrofi naturali.[...]
[...]Questo inno contiene davvero le espressioni di base del messaggio [...] che ci permette di sperare una società più giusta, fraterna, solidale, un futuro comunicativo per l'umanità, aprendo la strada per la convivenza, il dialogo, il rispetto, l'accettazione degli altri e della loro dignità; alla carità. Questo è il vero futuro dell'umanità, [...] Questo è il Natale[...]. E' un invito per la riconciliazione, come l'apostolo Paolo dice: "[Cristo] è la nostra pace, colui che ha fatto dei due uno, e ha abbattuto il muro di separazione tra noi, avendo abolito nella sua carne l'inimicizia ..." (Efesini 2 : 14), e quindi dandoci il ministero della riconciliazione.
I discorsi del Papa durante la sua visita in Libano (14-16 settembre 2012) ed i discorsi e gli atteggiamenti dei leader civili e religiosi hanno allo stesso modo confermato e considerato valori, valori di fede, libanesi, arabi, cristiani, musulmani e semplicemente universali evangelici valori umani. Questi valori possono comporre gli elementi di una carta spirituale per una vera e propria Primavera Araba, proclamando la salvezza al culmine delle crisi, guerre, rivolte, difficoltà, morti, distruzione, sentimenti di inimicizia, vendetta ed egoismo che riempiono il nostro mondo arabo di sangue e diffondono davanti ai nostri occhi una nube di tristezza, sofferenza e dolore per milioni di nostri figli di diverse religioni e confessioni nei nostri paesi Arabi. [...] Questo pericolo è in realtà la principale causa dell'emigrazione cristiana nell’ attuale tragico stato delle cose che minaccia la loro presenza e la convivenza musulmano-cristian[...] "Unità, d'altra parte, non è la stesso che uniformità ... [ma] il rispetto della dignità di ogni persona e la partecipazione responsabile di tutti ... L'energia necessaria per costruire e consolidare la pace esige pure che noi torniamo continuamente alle sorgenti della nostra umanità. ... Il nostro primo compito è quello di educare alla pace, al fine di costruire una cultura di pace ... la coesione sociale richiede il rispetto senza riserve per la dignità di ogni persona e la partecipazione responsabile di tutti nel contribuire al meglio dei loro talenti e capacità. ... L'efficacia del nostro impegno per la pace dipende dalla nostra comprensione della vita umana. Se vogliamo la pace, dobbiamo difendere la vita! Questo approccio ci porta a rifiutare non solo la guerra e il terrorismo, ma ogni attacco alla vita umana innocente, agli uomini e alle donne come creature volute da Dio ".
Vorrei rivolgermi ai miei concittadini nel mondo arabo, in particolare ai veri rivoluzionari, per dire loro che le loro giuste richieste sono anche dei cristiani, che le esprimono in maniera non violenta.Non vogliamo essere manipolati da nessuno; nessuno ha il diritto di speculare su di noi, richiuderci in una fazione, armarci , o indurci ad adottare questo o quell’ atteggiamento. Noi siamo per richieste di riconciliazione e giustizia. La logica del Vangelo, il metodo, i principi di comportamento, di spiritualità e di cultura, il pensiero evangelico di Gesù ispira la Chiesa in tutti i suoi atteggiamenti ed azioni.Ho preso questo come punto di partenza nella mia condotta e ho intrapreso diverse iniziative per vivere il Vangelo nelle difficili condizioni che la regione sta vivendo. Ho fatto un tour europeo, visitando le capitali, ha partecipato a congressi, ha dato interviste, ha incontrato gli statisti arabi e non arabi cristiani e altri provenienti da vari paesi, anche alcuni che non condividevano il mio punto di vistaAlla fine di tutto ciò, ho concluso che l'unico vero modo per uscire dalla crisi attuale del mondo arabo - in particolare in Siria, Libano, Egitto, Giordania, Palestina e così via - è la riconciliazione. Il 30 agosto 2012, avevo pubblicato un articolo intitolato "Per la Siria, la riconciliazione è l'unica possibilità di salvezza," e si è diffuso in tutto il mondo, presso cattolici e altri cristiani, i capi di stato arabi e gli altri, istituzioni non governative (ONG ), parlamentari, celebrità varie e così via.
[...]
[...] Chiediamo che preghiere speciali siano innalzate nelle nostre chiese in tutto il mondo per la pace e la riconciliazione. Pregando per la pace in Medio Oriente, noi preghiamo per la pace e la sicurezza di tutto il mondo, perché siamo sicuri che la pace in Medio Oriente e la promozione della giustizia e della legalità, in particolare per quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese, sono fattori per la pace per il mondo intero e risolveranno molti dei problemi del Medio Oriente. Abbiamo sottolineato tutto questo nel nostro discorso al Santo Padre, Benedetto XVI, durante la sua visita in Libano nel mese di settembre 2012.
Palestina: uno Stato
[...] la comunità internazionale ha ascoltato il nostro appello e l'appello del popolo palestinese e ha votato a favore per dare allo Stato palestinese lo status di osservatore non membro alle Nazioni Unite, il 29 novembre giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. [...]
Ancora una volta, chiediamo la cessazione delle armi e del ciclo della violenza. Salvate gli esseri umani dalla distruzione e dall’omicidio.
Basta con le armi! Basta con la guerra! Basta con la violenza, l'uccisione reciproca, le divisioni e ostilità! Fate largo alla riconciliazione.
"Non temere, piccolo gregge" (Lc 12, 32)
[...]Il piccolo gregge è stato il tema principale del mio intervento (l'11 ottobre, 2012) nel Sinodo Romano.[...]Non temere, piccolo gregge! Vivi con coraggio, la forza, la gioia, l'entusiasmo, l'ottimismo, la visione, la luce nel buio di questi giorni. [..]
Buona Festa! Felice Anno Nuovo!
http://www.pgc-lb.org/eng/gregorios/view/Christmas-Letter-2012
http://oraprosiria.blogspot.it/2012/12/santo-padre-benedetto-xvi-ce-speranza.html
MESSAGGIO URBI ET ORBI DI BENEDETTO XVI- NATALE 2012
ancora un appello per la Siria
25 dicembre 2012
"C’è nel mondo una terra che Dio ha preparato per venire ad abitare in mezzo
a noi. Una dimora per la sua presenza nel mondo. Questa terra esiste, e anche
oggi, nel 2012, da questa terra è germogliata la verità! Perciò c’è speranza nel
mondo, una speranza affidabile, anche nei momenti e nelle situazioni più
difficili. La verità è germogliata portando amore, giustizia e
pace.
Sì, la pace germogli per
la popolazione siriana, profondamente ferita e divisa da un conflitto che non
risparmia neanche gli inermi e miete vittime innocenti. Ancora una volta faccio
appello perché cessi lo spargimento di sangue, si facilitino i soccorsi ai
profughi e agli sfollati e, tramite il dialogo, si persegua una soluzione
politica al conflitto.
La pace germogli nella Terra dove è nato il
Redentore, ed Egli doni a Israeliani e Palestinesi il coraggio di porre fine a
troppi anni di lotte e di divisioni, e di intraprendere con decisione il cammino
del negoziato."....
http://it.radiovaticana.va/news/2012/12/25/il_card._sarah:_in_siria_la_gente_patisce_sofferenze_atroci._la_chiesa/it1-650410
25 dicembre 2012
Il card. Sarah: in
Siria la gente patisce sofferenze atroci. La Chiesa è in mezzo ai profughi
http://it.radiovaticana.va/news/2012/12/25/il_card._sarah:_in_siria_la_gente_patisce_sofferenze_atroci._la_chiesa/it1-650410
25 dicembre 2012
Il card. Sarah: in Siria la gente patisce sofferenze atroci. La Chiesa è in mezzo ai profughi
[..] il Cardinale Robert
Sarah, presidente del Pontifcio Consiglio Cor Unum [...] Ho
visitato gruppi di profughi nella valle della Bekaa il mese scorso e già allora
la situazione era estremamente grave. Le loro condizioni di vita erano
estremamente precarie, senza acqua, elettricità, servizi sanitari e l’igiene era
disastrosa. Nonostante ciò, sono stato profondamente colpito dalla grande
dignità di quegli uomini e quelle donne, profughi in un Paese straniero,
rifugiati, costretti a lasciare le proprie case, il proprio villaggio, la loro
amata madre Patria, la Siria, dopo un pericoloso viaggio di centinaia, talvolta
di migliaia di chilometri. Ora, dopo la mia visita, la situazione è
ulteriormente peggiorata. [...] I nostri continui contatti con le Chiese del Medio Oriente e con
varie realtà caritative locali, impegnate soprattutto nell’assistenza ai
profughi dentro e al di fuori del Paese, ci trasmettono informazioni allarmanti
sui nuovi fronti di guerra, sulle condizioni materiali, psicologiche e
spirituali, di insicurezza, igienico-sanitarie in cui è ormai costretta a vivere
la gran parte della popolazione, sugli abusi di ogni genere che subiscono,
rendendoli in tal modo spesso doppiamente vittime. [...] Benedetto XVI in
persona ha visitato il Libano in settembre, mantenendo un’attenzione a tutta la
regione e non ha mancato di rinnovare le sue preghiere, i suoi richiami, la sua
esplicita richiesta perché la pace torni quanto prima in Siria. [...] Gli appelli alla pace e alla riconciliazione, rivolti dal Santo Padre
alle parti in guerra, alla comunità internazionale perché si attivi più
efficacemente, sono stati sufficientemente chiari. La guerra e le distruzioni di
vite umane e di infrastrutture non portano a una vera soluzione dei problemi
socio-politici. Questo è possibile solo col dialogo e con la volontà di
costruire insieme la Nazione nell’amore e nella solidarietà. La Chiesa auspica
che azioni militari come quelle che si sono effettuate in Iraq, in Libia, in
Costa d’Avorio, non si ripetano. “Mai più la guerra”, ha gridato Paolo VI nel
1965 a New York. Benedetto XVI lancia oggi lo stesso grido. [...] non si può negare che in genere abbiamo raggiunto un
livello di crisi umanitarie in tutto il mondo senza precedenti nella storia
recente, sia per quanto riguarda il numero delle guerre e delle situazioni di
conflittualità armata, sia per ciò che attiene alle calamità naturali. Sono
circa 70 le crisi umanitarie in atto, un picco mai raggiunto dalla fine della
Seconda Guerra mondiale fino ad oggi. Questo dato, confermato dalla
testimonianza delle Chiese locali e dalle organizzazioni caritative cattoliche
che quotidianamente si rivolgono a Cor Unum, con tutto il loro carico di
sofferenze vissute accanto alle vittime di tali situazioni [...] Nelle guerre, i civili inermi vengono sempre più strumentalizzati per perseguire
fini militari, su di loro viene perpetrato ogni sorta di abuso e i bambini sono
proprio le vittime più indifese e meno tutelate, più facili da utilizzare e
conoscono tragicamente la fame e la malnutrizione. Gli esempi si moltiplicano:
ci sono conflitti ciclici, guerre “infinite”, mentre altri sono nuovi e si
aggiungono ai primi. Un esempio particolarmente grave di crisi umanitaria
complessa, che coinvolge più Nazioni, è quello del Sahel dove sarebbero circa 18
milioni le persone colpite dalla crisi alimentare, conseguenza della gravissima
siccità che ha investito nove Paesi nella regione africana del Sahel: interi
territori di Ciad, Burkina Faso, Gambia, Mauritania, Mali e Niger e le regioni
settentrionali di Nigeria, Camerun e Senegal. Quattro milioni di bambini tra 0 e
5 anni sono stimati essere a rischio di qualche forma di malnutrizione e 1,1
milioni di loro sono esposti al rischio di morte per malnutrizione acuta, cioè
lo stato più pericoloso delle diverse forme di carenza alimentare. Ormai, la
loro sopravvivenza dipende quasi esclusivamente dagli aiuti umanitari, portata
anche da vari organismi caritativi cattolici. Nel Mali la situazione è aggravata
dalla crisi militare che ha provocato circa 450 mila tra sfollati e profughi.
Nei Paesi colpiti, la malnutrizione dei bambini e dei decessi infantili è
effetto non solo della quantità e qualità del cibo disponibile, ma anche della
mancanza di adeguati servizi sanitari e al carente accesso della popolazione
all'acqua potabile e ai servizi igienici di base. [...] In questa grande festa di Natale, a nome delle
migliaia di bambini, donne, anziani che muoiono di fame e di freddo in Siria e
nei Paesi del Sahel, vengo a sollecitare tutti governi e le istituzioni che
hanno possibilità finanziarie, affinché offrano un sostegno generoso per salvare
intere popolazioni dal disastro della guerra e delle catastrofi naturali.[...]
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