(di Chiara de Felice) (ANSAmed) - BRUXELLES - La situazione in Siria è a un punto catastrofico, le violenze hanno raggiunto picchi di crudeltà elevatissimi, come l'inaccettabile utilizzo dei bambini in guerra, e non c'é una soluzione militare al conflitto, ma solo un negoziato metterà fine alla crisi: ha visto "cose peggiori che nei Balcani"

 

 Carla Del Ponte, ex procuratore generale del Tribunale per la ex Jugoslavia (Tpi) e oggi nella commissione d'inchiesta Onu per la Siria.

D: E' peggiorata la situazione dei diritti umani in Siria?

 

 R: Assolutamente sì. Da alcuni mesi è veramente catastrofica, non ci sono solo i crimini commessi dal regime ma anche dall'altra parte, quelli che chiamiamo resistenti, che non scherzano in fatto di qualità dei crimini. Sto vedendo delle cose che non avevo mai visto, e soprattutto quello che non avevo mai visto nella guerra dei Balcani è il coinvolgimento dei bambini. Come messaggeri di guerra, quindi a rischio enorme e proprio come combattenti, una cosa inaccettabile.

D: C'é una possibile soluzione militare al conflitto?