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Il Bilderberg esige privacy
- Subject: Il Bilderberg esige privacy
- From: "valeria.sonda at alice.it" <valeria.sonda at alice.it>
- Date: Fri, 30 Nov 2012 15:19:28 +0100 (CET)
http://dadietroilsipario.blogspot.it/2012/11/il-bilderberg-esige-privacy.html
Il Bilderberg esige privacy
Franco
Bernabè, manager miliardario d'inclinazione parassitaria, chiede il rispetto
della privacy in nome della democrazia. Deve essere evidente che per democrazia
i massoni intendono ben altra cosa rispetto a quanto scritto in Costituzione.
Chiedono di usare le istituzioni ad loggiam e di farlo con i nostri soldi, ma a
nostra insaputa. Ecco cosa significa essere un popolo alla mercè delle
loggettine, altro che P2. La Miss La7 Lilli Grueber che tanto si inalberava in
difesa della trasparenza e della democrazia ai tempi del Cavaliere, potrebbe
chiarirci molti dubbi sulla natura di queste riunioni, dato che presenziò al
raduno di Chantilly in Virginia lo scorso maggio. Deve aver trovato
davvero poco da rendere noto al pubblico, evidentemente. Magari avrà
presenziato
ad un incontro di vecchi bontemponi intenti a prendere il thé. Beh allora è
davvero singolare la scelta di volare a migliaia di chilometri di distanza solo
per questa ragione. Bernabè
pare terrorizzato dal fatto che il network possa determinare scelte politiche,
si chiede se questa possibilità sia compatibile con la democrazia. Il network è
sotto gli occhi di tutti, chiunque vi ha accesso, le persone possono usare nick
ma la polizia postale sa rintracciare chiunque. Il network consente quindi anche
alle voci non direttamente finanziate dai confratelli DI ESPRIMERSI, cosa che
non accade sulla carta stampata di loro "proprietà", SEMPRE FINANZIATA DA NOI
VOLGO. Se invitassero la gente senza grembiulino alle loro riunioni, potrebbe
esprimersi in quella sede, ma si da il caso che noi, popolo, il 99% siamo
preclusi a tali incontri, a noi spetta solo subire le loro scelte senza
sindacare. Ma questa situazione sarebbe compatibile con la democrazia, secondo i
massoni. Certo, comprendo che la cosa disturbi i confratelli "gelosi" della
propria privacy. Eppure, a noi comuni mortali, in nome della sicurezza ed altre
amenità, proprio dai loro uomini posti nelle istituzioni viene IMPOSTO di
comunicare ogni dettaglio della nostra vita privata., di essere vigilati e
filmati 24h su 24h. Perfino se si ricevono aiuti economici dai genitori occorre
giustificarsi con il fisco. Anche la consorella Cancellieri è preoccupata per la
democrazia, e si rivela decisamente infastidita dalle piazze che chiedono di
condizionare le scelte politiche che personaggi non eletti da nessuno dettano
alla gente. Mi viene il sospetto che la democrazia sia il sistema ideale
attraverso il quale le congreghe affaristico criminali si sono aggiudicate
poteri assoluti sui cittadini, dai quali esigono cieca obbedienza e anche il
diritto di rimanere nascosti.
Davvero
puerile quanto patetico il richiamo del Bernabè al nazismo. Le piazze non
devono influenzare le scelte politiche (allora in base a cosa sono legittimati
ad esercitare tanto potere?) ed il network va imbavagliato secondo il pensiero
del carissimo venerabile amministratore di Telecom. Pensano davvero che agitare
lo spettro del nazismo faccia dimenticare come SIANO QUESTE LOGGE OCCULTE,
DEPUTATE A TIRARE LE FILA e decidere di che morte devono morire migliaia di
persone ignare, vuoi di guerra o austerità? Davvero per autolegittimarsi devono
ricorrere a resuscitare lo spettro del nazismo, quasi a suggerire che potrebbe
andarci persino peggio? Se avverrà un giorno qualcosa di peggiore CHI MEGLIO DI
LORO LO SAPRA', VISTO CHE PROPRIO LORO A TAVOLINO STABILISCONO LE SORTI DI
MILIONI DI INNOCENTI COME SI TRATTASSE DI UNA PARTITA A SCACCHI?
Barbara
SOCIAL
NETWORK/ Il Bilderberg contro Facebook: “Tutelare la nostra privacy.” Una strana
coincidenza…
L'Infiltrato - Scritto da Viviana
Pizzi
Giovedì 29 Novembre 2012
11:10
Franco Bernabè (Gruppo
Telecom), uno dei partecipanti alla riunione del Bilderberg a Roma, denuncia la mancanza di privacy che c’è sul
social network dove sono state pubblicate anche le fotografie dei presenti
all’ultimo summit dei potenti del mondo. La strana coincidenza è che il suo
attacco contro il social network più popolare al mondo arriva proprio mentre
sulla rete di Zuckenberg si insedia un gruppo tutto
italiano che chiede di denunciare il Bilderberg come associazione segreta e dopo
il primo esposto alla Procura di Roma che tende ad accertare proprio
questo.
Di prove tangibili di cosa accade
all’interno delle riunioni del Bilderberg non ce ne sono. Dell’ultima avvenuta a
Roma circa dieci mesi fa però ci sono fotografie davanti al Campidoglio dove
i 130 più potenti del mondo (la maggior parte banchieri e appartenenti al
mondo politico) si sono incontrati.
In rete, nel giro di pochi giorni,
hanno fatto il giro del globo, chiunque cliccasse sul motore di ricerca google
le parole Bildeberg Roma 2012, poteva sapere che quasi tutto il governo
italiano (con il presidente del Consiglio Mario Monti in testa) aveva preso
parte alla riunione segreta. Che proprio grazie a queste fotografie lo è
divenuta meno.
Gli osservatori hanno informato
anche della chiusura dei musei vaticani alle 17 del 13 novembre, quando i più
potenti del mondo sono entrati per una visita esclusiva ed
ufficiale.
L’unica cosa che non si è riuscita
ad appurare con certezza è quello che si sono detti i 130 più potenti al mondo.
Anche noi abbiamo ragionato semplicemente su ipotesi e tenendo conto degli
avvenimenti economico – politici che si sono verificati nei giorni
successivi.
Le dichiarazioni del premier Monti
che nella visita agli emirati arabi non ha garantito sull’affidabilità dei
prossimi governi ci ha lasciato pensare che i potenti del mondo come garanzia
economica possano aver chiesto proprio la riconferma del governo
attuale.
LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE
DI TELECOM E L’ATTACCO DELLA RETE ALLA DEMOCRAZIA
Cosa avviene quando è proprio la
rete a svelare ciò che deve rimanere segreto a tutti i costi? Quando si
cominciano a fare nomi e cognomi di chi ha partecipato al Bilderberg di Roma?
Avviene che proprio uno dei componenti accreditati cominci a denunciare la
mancanza di privacy che c’è su internet e in particolare su
facebook.
Franco Barnabé, presidente
esecutivo di Telecom Italia, in occasione della presentazione del suo libro
“Libertà vigiliata. Privacy, sicurezza e mercato nella rete” all’Università
Bocconi di Milano, ha lanciato un allarme inquietante: bisogna far attenzione
alla disparità di regole in tutela della privacy tra gli operatori di Telecom e
quelli internet Ott/Over the top come Facebook e Google che operano tra Europa e
Asia.
Il rischio
secondo Barnabé è davvero alto: in gioco infatti sarebbe addirittura la
democrazia. Che tradotto in termini bildeberghiani significa diritto di tenere
segreto quanto accade all’interno della riunione.
“Mi chiedo – ha sottolineato – se
e quando il potere dei social network determinerà le scelte politiche e quanto
questo sia compatibile con la democrazia”.
Il leader della Telecom è passato
poi a discutere della grandezza della rete: un miliardo di clienti in tutto il
mondo e 400 miliardi di fotografie (tra le quali anche quelle del Bilderberg di
Roma del 2012).
“I giovani non si rendono conto –
ha continuato – che la Germania ha dato origini al nazismo negli anni 30 e che
all’epoca per trovare gli ebrei ci hanno messo due anni. Oggi tutto questo si
può fare con un click. Attenzione perché il mondo non sarà sempre pacifico e
chissà se non potrà avvenire un giorno qualcosa di simile o addirittura
peggiore”.
Uno scenario catastrofico quello
esposto dal dirigente Telecom. Chissà se non teme che proprio internet e le
fotografie, quelle non oscurate per ragioni di privacy da facebook e google, che
rispondono alle leggi americane e non a quelle italiane, possano svelare scenari
che devono rimanere segreti. Negli Stati Uniti, dove ha sede legale facebook
(Palo Alto) la privacy infatti non è un diritto fondamentale del cittadino ma è
vista come una semplice tutela del consumatore. In Italia e in Europa è una
tutela prevista a livello costituzionale.
LA DENUNCIA DELLA MANCATA PRIVACY
SU FACEBOOK E LA NASCITA DEL GRUPPO ITALIANO ANTIBILDERBERG
La denuncia di Franco Barnabé
sulla mancanza di privacy su facebook arriva in un momento storico che potrebbe
destare più di qualche sospetto. Infatti arriva proprio mentre il portavoce
dell’associazione “L’Unico – Max Stirner” Riccardo Corsetto ha annunciato la
nascita sul social network americano del gruppo “Denunciamo il Bilderberg per
associazione segreta”.
Per ora l’iniziativa è ancora in
embrione ma le finalità sono chiare: quella di presentare esposti nelle varie
procure italiane per denunciare la mancanza di chiarezza delle finalità del
Bilderberg.
Nelle finalità del gruppo è
menzionata anche una legge italiana che risale al 1982. Secondo la quale è
“illegale qualsiasi tipo di associazione che non renda noti i suoi soci e le
sue finalità”. Sembrerebbe proprio il caso del Bilderberg che fa di tutto per
non far conoscere né chi partecipa alle sue riunioni e nemmeno cosa si dicono al
loro interno. La presenza al pubblico e tantomeno alla stampa è infatti
espressamente vietata.
"Il gruppo - si legge nella
descrizione- nasce quindi per invitare i cittadini a replicare gli esposti in
tutte le procure presenti sul proprio territorio, nella convinzione e nella
speranza che prima o poi un magistrato indipendente, dentro le nostre procure,
avrà il coraggio di aprire un fascicolo per fare 'chiarezza' sullo stato di
salute della sovranità e della libertà nel nostro Paese. Molti liberi cittadini
in queste ore stanno presentando esposti in diverse Procure italiane, stampando
e sottoscrivendo il modello di querela - denuncia presente sul gruppo creato su
Facebook."
Un esposto infatti è stato già
presentato alla procura di Roma ma per ora non è chiaro se la magistratura
inquirente capitolina lo abbia preso in esame.
LA SOSTANZA DELL’ESPOSTO
PRESENTATO ALLA PROCURA DI ROMA: CONOSCERE LE FINALITÀ DEL
BILDERBERG
Cosa ha chiesto Riccardo Corsetto
nel suo esposto alla procura Capitolina? Ciò che vogliono sapere anche i
cittadini italiani e i politici che restano fuori dalle porte dell’incontro
segreto.
“Vista la segretezza di tale
associazione, e l'influenza delle personalità che ne prendono parte – si legge
nell’esposto – si chiede che la Procura della Repubblica di Roma verifichi se
all'interno del c.d. Club Bilderberg, si programmino, come buona parte della
pubblica opinione crede, attività dirette ad interferire sull'esercizio delle
funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad
ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di servizi
pubblici essenziali di interesse nazionale, contravvenendo pertanto a quanto
prescritto dalla legge citata in premessa, e determinando quindi le condizioni
di un sostanziale svuotamento della democrazia, e della sovranità del Popolo
italiano ed europeo”.
Cosa temono quindi i soci del
Bilderberg? Che la loro segretezza possa essere intaccata e che possano
trapelare notizie sulle loro riunioni? Cosa c’è di tanto delicato che non può
essere portato a conoscenza dei cittadini italiani?
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