non condivido questo giudizio così impietoso
è un appello internazionale e non si vede perché dovrebbe parlare
del governo italiano
il testo mi sembra invece ben congegnato e largamente condivisibile
e non mi sembra affatto che legittimi i <banditi>, che per
l'appunto hanno appena chiaramente rifiutato qualsiasi negoziato
alberto cacopardo
Il 16/11/2012 22.41, Francesco Santoianni ha scritto:
L'appello non dice UNA SOLA PAROLA
sul ruolo che il nostro governo
sta avendo nel fomentare la guerra alla Siria: dapprima
rompendo le
relazioni diplomatiche con Damasco, poi riconoscendo i
"ribelli" quali "unici rappresentanti del popolo siiano",
poi imponendo alla Siria sanzioni che stanno portando alla
fame il popolo
siriano, poi finanziando i "ribelli", poi inviando istruttori
militari italiani (cinque dei quali arrestati alle frontiera
con il Libano),
poi negando il visto di ingresso a parlamenti siriani invitati
da loro colleghi
italiani, poi spalleggiando la Turchia nelle se
provocazioni contro la Siria.
In più questo appello disconosce le
elezioni (certificate nella
loro regolarità da osservatori internazionali) che hanno
portato al voto il 63
per cento della popolazione proponendo un “governo di
transizione” che non
potrebbe non essere quello imposto dai banditi del CNS.
È una
vergogna
che un appello simile venga spacciato come un “appello per la
Pace”: serve solo a
legittimare i banditi finanziati dall’Occidente che
disseminando la Siria di autobombe e
delitti.
Francesco
Santoianni
Il giorno 16 novembre 2012 17:06,
tiziano cardosi <tiziano.cardosi at gmail.com>
ha scritto:
avevate visto questo
appello?
*************
APPELLO INTERNAZIONALE PER LA SIRIA IL
TESTO DELL'APPELLO INTERNAZIONALE
Iniziativa
internazionale per fermare la guerra in Siria Sì
alla democrazia, no a un intervento straniero!
«Noi,
sottoscritti, appartenenti ad una società civile
internazionale sempre più preoccupata per il
terribile spargimento di sangue in Siria, stiamo
sostenendo una iniziativa politica basata sui
risultati della missione che alcuni nostri
colleghi hanno svolto a Beirut e Damasco nel
settembre 2012. Questa iniziativa consiste nel
chiedere che una delegazione internazionale di
personalità di alto livello possa andare in
Siria allo scopo di discutere con i principali
attori politici per aprire la strada a una
soluzione politica del conflitto armato in
Siria, un conflitto che minaccia seriamente la
pace nel mondo e l'esistenza della Siria come
paese indipendente.
In questa prospettiva sosteniamo pienamente la
seguente dichiarazione:
Tutti gli occhi sono puntati sulla guerra in
atto in Siria, una guerra che sta annegando nel
sangue il suo popolo. Siamo molto preoccupati
non solo perché il conflitto ha oramai acquisito
una pericolosa dimensione geopolitica. Il
legittimo movimento del popolo siriano (assieme
a quello dei suoi fratelli arabi) per i diritti
democratici rischia di trasformarsi in una
guerra civile settaria con un massiccio
coinvolgimento regionale e internazionale.
Siamo consapevoli che nessuna delle parti in
lotta potrà vincere una guerra di logoramento in
un prossimo futuro, il popolo siriano e quello
arabo debbono quindi fare attenzione affinché le
conquiste della loro resistenza contro il
predominio occidentale e israeliano e le
dittature regionali, non vadano in malora e non
vengano distrutte.
Allo scopo di salvare le conquiste e di
continuare la lotta per la democrazia, la
giustizia sociale e l'autodeterminazione
popolare, è indispensabile una soluzione
politica del conflitto attraverso una soluzione
negoziata. Solo in questo modo il settarismo
religioso verrebbe contenuto, l'intervento
straniero scongiurato, e il movimento
democratico di massa potrà prevalere.
Agiremo quindi a sostegno di una soluzione
politica per porre fine allo spargimento di
sangue seguendo questi criteri:
1) Noi sosteniamo pienamente l'avvio di un
processo politico negoziale senza precondizioni
che porti ad un cessate il fuoco che sia
rispettato da entrambe le parti. Questo dovrebbe
andare di pari passo con un processo di
de-escalation e de-militarizzazione che permetta
al popolo siriano di esprimere la propria
volontà pacificamente e, infine, di andare alle
urne.
2) Dal momento che qualsiasi soluzione deve
essere basata sulla volontà sovrana del popolo
siriano noi rifiutiamo categoricamente qualsiasi
tipo di intervento militare.
3) Il rispetto del diritto sovrano
all’auto-determinazione implica il rispetto dei
diritti democratici e sociali della stragrande
maggioranza del popolo. Pertanto, nessuna grande
forza politica deve essere esclusa a priori. Una
soluzione pacifica sostenibile dev’essere basata
su un processo costituzionale che permetta
libere elezioni, organizzate da un governo di
transizione a seguito di negoziati.
4) Dal momento che il settarismo religioso è uno
dei motivi per il proseguimento di questa guerra
che sta producendo una spirale infinita di
massacri e rappresaglie, sosteniamo tutte quelle
iniziative e quelle tendenze esistenti,
politiche e militari, che stanno promuovendo la
tolleranza interconfessionale.
Con la firma di questa dichiarazione vogliamo
dare il nostro pieno sostegno alla delegazione
internazionale diretta in Siria per la fine di
novembre 2012, nella speranza che questa
iniziativa darà un contributo significativo alla
pace nell’area».
Primi
firmatari:
* Ernesto Cardenal,
poeta, esponente sandinista, teologo della
liberazione, Nicaragua
* Gianni Vattimo, filosofo, Italia
* Samir Amin, economista egiziano,
direttore del Third World Forum, Dakar, Senegal
* Padre Alex Zanotelli, comboniano,
Italia
* Hans von Sponeck, ex diplomatico
dell’Onu, professore universitario, Germania
* Norman Paech, docente di Diritto
internazionale presso l’Università di Amburgo,
parlamentare di “Linke”, Germania
* Annette Groth, parlamentare di
“Linke”, Germania
* Danilo Zolo, filosofo del diritto,
Università di Firenze, Italia
* Margherita Hack, astro-fisica, Italia
* Niema Movassat, parlamentare di
“Linke”, Germania
* Gilberto López y Rivas, antropologo,
Messico
* Ahmed Karim, Partito Comunista
patriottico dell’Iraq
* Awni al Kalemji, Portavoce
dell’Alleanza patriottica irachena, Iraq
* Francois Houtart, sociologo delle
religioni, co-fondatore del World Social Forum,
Belgio
* Waseem Haddad, teologo, università di
Vienna, Austria
* Gretta Duisenberg, "Free Gaza
Movement", segretaria di "Stop the Occupation",
Olanda
* Feroze Mithiborwala, Presidente del
Bharat Bachao Andolan ), pioniere del movimento
di solidarietà per la Palestina, India
* Merai Munther, presidente della
Comunità palestinese, Austria
* George Nicola, presidente onorario
della Comunità palestinese,
* Temur Pipia, Comitato per la pace,
Georgia
* Thomas Kukovec, agro-biologo,
Beirut/Leibnitz, Austria
* Sarah Marusek, Maxwell School of
Syracuse University, USA
* Péter Székely, Associazione
Ungheria-latinoamaerica, Ungheria
* Moreno Pasquinelli, portavoce del
Campo Antimperialista, Italia
* Thomas Zmrzly, portavoce di Initiativ
e.V., Germania
* Leonardo Mazzei, segreteria del
Movimento Popolare di Liberazione, Italia
* Mustafa Ilhan, giornalista curdo,
Germania
* Gernot Bodner, Università di Vienna,
Austria
* Massimo De Santi, Comitato
internazionale di educazione per la pace, Italia
* Franz Fischer, Palestinese membro del
CC del Partito del lavoro, Svizzera
* Ayham Haddad, attivista siriano, USA
* Qais Abdalla, attivista iracheno,
Vienna, Austria
* Elisabeth Lindner-Riegler, Vienna,
Austria
* Chihab Krainem, attivista tunisino,
Austria
* Nasir Loyand, Organizzazione della
sinistra radicale dell’Afghanistan
* Marin Trusca, co-presidente della Lega
Comunista di Romania
* Eric Walberg, giornalista,
collaboratore del settimanale Al-Ahram Weekly,
Canada
* Werner Ruf, Università di Kassel,
Germania
* Pedro Rojo Pérez, presidente della
Fondazione Al Fanar, membro del CEOSI, Giordania
* Imad Garbaya, Casa della Tunisia,
Austria
* Alois Reisenbichler, Movimento per la
pace di Vienna, Austria
* Alois Kerschbaummayr, Movimento
operaio cattolico, Austria
* Erwin Burghofer, Movimento operaio
cattolico, Austria
* Johann Schögler, Piattaforma per la
Pace, Stiria, Austria
* Veronika Rohrbacher, Vienna, Austria
* Abhijit Ghosh, attivista di Amnesty
International, Austria
* Paul Larudee (Ph.D), Free Gaza
Movement, Free Palestine Movement, Global March
to Jerusalem, USA
* Anna-Maria Steiner, teologa cattolica,
Austria
* Sara Hassan, attivista egiziana,
Austria
* Ernst Leichtfried, Austria
* Konrad Schön, Piattaforma per la Pace,
Stiria, Austria
* Dieter Kurz, Pax Christi Stiria,
Austria
* Noura Khouri, Comunità palestinese
della Bay area, USA
* Santiago Alba Rico, scrittore, Tunisia
* Carlos Varea González, Campagna contro
l’occupazione e per la sovranità (CEOSI), Spagna
* Sinfo Fernández, Rebelión.org, Spagna
per adesioni scrivere a: movimentopopolarediliberazione at gmail.com con oggetto "adesione appello
Siria"
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