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Incursori della Marina per rafforzare i legami con Israele
- Subject: Incursori della Marina per rafforzare i legami con Israele
- From: "valeria.sonda at alice.it" <valeria.sonda at alice.it>
- Date: Sat, 17 Nov 2012 21:32:50 +0100 (CET)
http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2012/11/incursori-della-marina-per-rafforzare-i.html
Incursori della Marina per rafforzare i legami con Israele
Blitz
in Israele dei reparti d’élite della Marina militare italiana. Dal 3 all’8
novembre, nelle acque prospicienti la città di Haifa, si è tenuta la prima
edizione dell’esercitazione bilaterale Rising Star 2012 a cui hanno
partecipato i palombari artificieri del Gruppo operativo subacquei del COMSUBIN
(Comando Subacquei ed Incursori) di La Spezia e i Divers (specialisti sommozzatori) della
Marina israeliana. Obiettivo dell’addestramento, il “contrasto della minaccia
costituita dagli ordigni esplosivi improvvisati (Improvised Explosive
Devices)”, attraverso la “bonifica a bordo delle unità navali e
subacquee”.
“Le
minacce terroristiche o i fenomeni di pirateria stanno portando le Forze di
sicurezza ed in particolare le Marine militari dei paesi occidentali a studiare
assetti e procedure efficaci”, ha
spiegato il Comando italiano nel comunicato di presentazione della missione in
Israele. “L’intervento sugli IED a bordo delle unità navali, necessita di
un continuo addestramento, materiali specifici e tecnologicamente moderni, ma
soprattutto operatori altamente specializzati”. Come i sub italiani e gli
omologhi israeliani, operativi da tempo nei principali teatri di guerra
internazionali. A partire dagli anni ’90, ad esempio, i reparti del COMSUBIN di
La Spezia sono intervenuti nei Balcani e in Albania, in Corno d’Africa, Rwanda,
Libano e Golfo persico.
Prima
dell’esercitazione navale ad Haifa, a fine 2011 le forze aeree di Italia ed
Israele avevano dato vita a due importanti attività addestrative, la prima in
Sardegna (nome in codice Vega) e la
seconda nel deserto del Negev (Desert
Dusk). Durante i war games furono simulati combattimenti aerei tra
cacciabombardieri F-15 ed F-16 israeliani ed “Eurofighter” e “Tornado”
dell’Aeronautica italiana e bombardati bersagli fissi e mobili nei poligoni
militari.
Rising
Star 2012
ha preso il via una decina di giorni dopo il
terzo vertice intergovernativo italo-israeliano di Gerusalemme, a cui hanno
partecipato, tra gli altri, il primo ministro Mario Monti e ben sei ministri del
suo esecutivo. “L’Italia e Israele sono unite da un legame speciale ed oggi
stiamo ponendo le basi per intensificare ulteriormente questa collaborazione e,
allo stesso tempo, per avviarla in nuovi settori”, ha spiegato il professore
Monti al termine del colloquio con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Diversi
gli accordi commerciali sottoscritti; tra i più importanti quelli in vista del
“rafforzamento e la promozione della collaborazione sul fronte delle imprese
innovative start-up e, più in generale, dell’hi-tech”, come si legge nel
memorandum finale. All’orizzonte ci sono poi gli investimenti finanziari nel
settore delle grandi infrastrutture (come ad esempio il collegamento ferroviario
dal Mar Rosso al Mediterraneo) e, immancabilmente, per la cooperazione, la
ricerca, lo sviluppo e la produzione nel settore
militare.
Il
2012 è stato un anno chiave nelle relazioni tra i complessi militari industriali
dei due paesi. A febbraio, il governo di Israele ha ufficializzato l’accordo
preliminare per l’acquisto di 30
caccia-addestratori M-346 “Master” di Alenia Aermacchi
(Finmeccanica). I velivoli saranno assegnati alle
Tigri volanti del 102° squadrone
dell’aeronautica militare; oltre alla formazione dei piloti e al supporto alla
guerra elettronica, essi potranno
essere utilizzati per
attacchi al suolo con bombe e missili aria-terra o antinave. Il giro di affari
della commessa si attesta intorno al miliardo di dollari ma comporterà per
l’Italia una contropartita altrettanto onerosa. Tel Aviv, infatti, ha imposto
che le forze armate italiane si dotino di un satellite elettro-ottico di seconda
generazione “Ofeq”, prodotte dalle industrie israeliane IAI ed Elbit (costo 200
milioni di dollari) e di due velivoli di pronto allarme (Early warning and control - AEW&C)
“Gulfstream 550” con relativi centri di comando, controllo e sistemi elettronici
avanzati delle aziende IAI ed Elta Systems (800 milioni circa).
Nel
corso dell’anno, l’Aeronautica italiana ha pure deciso di dotare i propri
elicotteri EH101 e gli aerei da trasporto C27J “Spartan” e C130 “Hercules” con
un nuovo sistema di
contromisure a raggi infrarossi, denominato “Dircm - Directional infrared
countermeasures”, che sarà co-prodotto da Elettronica Spa di Roma e
dall’israeliana Elbit. “Con
il Dircm, l’Aeronautica militare sarà la prima forza armata europea a dotarsi di
un sistema con tecnologia non americana per la difesa dai missili che possono
essere lanciati con sistemi a spalla e che rappresentano una delle minacce più
pericolose in fase di decollo ed atterraggio”, spiegano al Ministero della
difesa. Venticinque milioni e mezzo di euro la spesa, con consegne che saranno
fatte entro la fine del 2013. E sempre dal prossimo anno, i missili israeliani
aria-terra a corto raggio “Spike” armeranno gli elicotteri d’attacco AW-129
“Mangusta” di AugustaWestland, altra azienda di punta del gruppo
Finmeccanica.
Tel Aviv farà la guerra con il made in Italy, noi la faremo con le armi
d’Israele.
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