Amby: un torinese molto ‘global’ e tanto ‘correct’
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- Date: Fri, 16 Nov 2012 07:09:37 +0100 (CET)
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Amby: un torinese molto ‘global’ e tanto ‘correct’
Alla nascita, la sua famiglia della media borghesia torinese lo affibbiò col nome di Ambrogio. Un nome pesante come un macigno sulle spalle di un bambino così esile. Ma molto presto si sbarazzò di questa ingombrante eredità e scelse di accettare il nomignolo cognato dai suoi compagni di scuola Ambi. Già alle medie cominciò a firmarsi con la “y” finale, AMBY.
All’università, Amby ha fatto studi di economia e commercio, anzi di BUSINESS, ma presto seguì con successo anche un MASTER in PROJECT MANAGEMENT. Poi una laurea breve in INTERCULTURAL COMMUNICATION.
Dopo gli studi, anche se portava un cognome che ricorda una famosa marca di cioccolatini torinesi, non scelse come molti dei suoi omonimi di approfittarne per trovarsi un lavoretto tranquillo presso qualche amministrazione locale. Amby vedeva lontano. Ha viaggiato molto, studiato all’estero, fatto vari tirocini presso istituzioni europee e presto si è lanciato nella gestione di grandi progetti europei.
Oggi Amby non veste FASHION ma ci tiene ad essere sempre TRENDY. Porta dei Jeans slavati (e anche qualche volta strappati sulle ginocchia) ma sempre di grande marca. Camicie a quadrati, sempre di ottima stoffa e scarpe comode ma non troppo CASUAL. Un paio di occhiali rotondi, alla John Lenon, i cappelli lunghi e sempre arruffati, alla Jimi Hendrix, e sulla faccia quella aria di chi ha sempre cose importanti a cui pensare. Respira interculturale, pensa interculturale, lavora interculturale, e siccome mangia interculturale, quando va in bagno, c… interculturale. Gira in BIKE SHARING, se ha bisogno della macchina prende quelle del CAR SHARING. Mangia FUSION CUISINE, compra BIO e FAIR TRADE, e non dice mai una parola che non sia POLITICALLY CORRECT…
Per lavoro, gestisce dei progetti di dimensione europea con titoli impronunciabili: E.P.I.R.P. (European Program for the Integration of Roma People), oppure I.P.I.E.S.A. (Intercultural Protocol For Interaction In European Suburban Areas)… progetti che nei loro titoli hanno già risolto tutti i problemi della convivenza civile tra diversi in Europa. Ma che nella realtà mangiano sostanziose sovvenzioni senza cambiare un bel niente.
Lui in particolare si occupa di SUSTAINABILITY e EFFICIENCY, deve verificare che il lavoro sia COMMUNITY BASED, che gli AIMS del progetto siano raggiunti e che le TARGET POPULATION possano beneficiare dei PROGRAMS e che il NETWORK di NGO’s sia fedele alla MISSION originale. Fa dei SURVEY, delle MIDTERM EVALUATIONS, delle FINAL EVALUATIONS. Partecipa a numerosi MEETINGS, LECTURES, CONFERENCES, SEMINARS…
È sempre ON THE ROAD, il nostro Amby. E’ un vero GLOBTROTTER: CONFERENCE a Budapest, CONVENTION a Bruxelles, MEETING a Ginevra, AWARNESS CAMPAIGN a Istambul, TRAINING a New York, AWARD a Toronto, FULL IMMERSION al MOEVENPICK RESORT sul DEAD SEA in Giordania.
Lavora tantissimo. É sempre in giro. Lo si vede più spesso correre nelle hall delle stazioni e nell’atrio degli aeroporti che seduto di fronte alla sua scrivania. Il suo TROLLEY “formato cabina” ormai sembra diventato un appendice del suo corpo. Una EXTENSION del suo braccio. Fa corpo con il suo bagaglio. Appena seduto su un mezzo di trasporto tira fuori un LAPTOP, un NETBOOK, un TABLET o uno SMARTPHONE per lavorare. Tutto sotto il segno della mela morsicata. OFF COURSE.
Il suo unico rimpianto è di avere poco tempo per godersi la casetta che si è comprato. L’ha comprata malmessa ma poi l’ha fatta ristrutturare a mo di LOFT, con tutto in OPEN SPACE. Materiali ecologici, ambienti luminosi, tutto secondo i dettami del FENG SHUI, tutto in ottimo DESIGN. L’ha presa a Porta Palazzo perché le case ci costano poco ma anche perché il quartiere è un vero MELTINGPOT. Un luogo dove si vive la MULTICALTURAL SOCIETY nella sua vera dimensione.
Una sera, Amby tornava tardi a casa. Era atterrato con l’ultimo aereo da Francoforte. Quello che di solito arriva a Torino Caselle a Mezza notte. Ma quel giorno il velivolo era in ritardo e quando arrivò davanti al portone di casa il suo orologio segnava le due del mattino. Trovò l’androne di casa invaso dalla solita “fragranza” di pesce fritto. Salì al primo piano e mentre metteva la chiave nella topa sentì il vicino di fronte, sempre ubriaco, litigare con la moglie. Allora disse tra sé e sé, con fortissimo accento piemontese e nessun inglesismo: “quanto vorrei rimandare questo Terùn di merda a casa sua, a calci. E parej quei due balenghi di bengalesi di sotto che friggono pesce ad ogni ora del giorno e della notte. Ma andassero tutti a dar via… questi…” poi si trattene e non disse l’ultima parola. Perché si rese conto che il suo THINKING non era proprio proprio CORRECT.
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