Festa nazionale in Turchia allo spray urticante, tensioni a confine Siria: no alla guerra
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- Date: Tue, 30 Oct 2012 02:51:03 +0100 (CET)
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Festa nazionale in Turchia, tensioni a confine Siria
Giornata 
di tensione per la Festa nazionale ad Ankara, dove il capo dell'opposizione al 
governo del premier islamico nazionalista Recep Tayyip Erdogan, Kemal 
Kilicdaroglu, è stato spruzzato oggi di gas urticante dalla polizia a una marcia 
"per la patria e la nazione", mentre al confine con la Siria si registrava un 
nuovo scambio di cannonate.
Per l'89/mo anniversario della Repubblica 
turca fondata da Mustafa Kemal Ataturk nel 1923 sulle macerie dell'impero 
ottomano 40 movimenti laici e secolaristi della società civile avevano 
organizzato, con l'appoggio del Chp di Kilicadroglu, un corteo dalla sede del 
primo parlamento turco a Ulus fino al mausoleo di Ataturk. La manifestazione è 
stata però vietata per non meglio precisati motivi di "sicurezza" dal governo di 
Erdogan. Gli organizzatori hanno deciso di sfidare il divieto e di scendere in 
piazza. L'opposizione accusa il governo del premier islamico nazionalista Recep 
Tayyip Erdogan di avere un 'piano occulto' per reislamizzare il paese e 
rimettere in questione il lascito laico e secolarista del 'padre della patria' 
Ataturk.
Decine di migliaia di persone, in un mare di bandiere nazionali 
e di ritratti dello storico leader, sono confluite oggi a Ulus. La polizia - che 
ha bloccato fuori Ankara 110 autobus di manifestanti - ha cercato di disperdere 
la folla usando lacrimogeni, spray urticante e cannoni ad acqua. Lo stesso 
Kilicadaroglu è stato raggiunto dal gas. Fra le sue guardie del corpo e la 
polizia in tenuta antisommossa ci sono stati tafferugli.
"Questa gente 
aveva in mano solo la bandiera turca. Ma lo stato ha usato la polizia e il gas 
urticante. Perchè. Siamo in guerra? Non è giusto celebrare il giorno della 
repubblica? I nostri antenati l'hanno costruita con sangue e lacrime" ha tuonato 
Kilicadaroglu.
Gli incidenti di Ankara riflettono l'inasprimento 
crescente del confronto politico in Turchia, attorno non solo ai presunti piani 
di Erdogan per reislamizzare il paese, ma anche alla politica muscolare del 
governo in Siria, che ha portato Ankara sull'orlo della guerra con Damasco e 
alla esplosione di nuovo del conflitto del Kurdistan con il Pkk (600 morti da 
febbraio).
Proprio mentre ad Ankara il capo dell'opposizione si 
confrontava con la polizia, al confine con la Siria c'è stata una nuova 
impennata della tensione. Un colpo di mortaio sparato dal territorio siriano è 
caduto dalla parte turca del confine, senza fare vittime. L'artiglieria di 
Ankara ha subito risposto a cannonate.
La stragrande maggioranza della 
popolazione turca è però contraria a un coinvolgimento militare in Siria, e 
vorrebbe anzi vedere Ankara neutrale fra governo e ribelli, appoggiati invece da 
Erdogan.
E cresce anche il timore di possibili provocazioni. Il 
comandante delle forze Usa in Europa Mark Hertling ha avvertito che non è chiaro 
chi ci sia dietro i colpi di mortaio caduti in Turchia dalla Siria nelle ultime 
tre settimane: "Non sappiamo con certezza - ha detto - se questi proiettili 
siano stati esplosi dall'esercito siriano, dai ribelli che vogliono coinvolgere 
la Turchia o dal Pkk". 
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