Da Syria
- Subject: Da Syria
- From: "valeria.sonda at alice.it" <valeria.sonda at alice.it>
- Date: Wed, 24 Oct 2012 13:34:28 +0200 (CEST)
http://nuovesintesi.iobloggo.com/3021/sulla-siria
Da Syria
Sabato a Roma si è tenuto un evento del quale, ancora una volta,
quasi nessuno ha parlato.
Voci di grande rilievo sono intervenute alla
presenza di uditori italiani per trattare di Siria.
Nelle parole del patriarca Gregorios III Laham
una chiave per comprendere meglio la Siria.
«Spero che questa delegazione
sia una voce nel deserto della disinformazione, dell’ipocrisia e della falsità
che circonda una guerra senza volto». Intervenendo sabato pomeriggio ad un
incontro promosso da Aiuto alla Chiesa che Soffre, Gregorios III Laham ha
salutato così la delegazione del Sinodo dei Vescovi, che stando all’alto prelato
dovrebbe raggiungere domani Damasco.
Il patriarca di Antiochia dei
greco-melchiti ha apprezzato la scelta «internazionale» dei delegati - «che
rappresentano il Vaticano e la sensibilità del Papa, ma anche la Chiesa
universale» - e auspicato un effetto sulla difficile condizione del Paese. «La
crisi in Siria è frutto della divisione interna del mondo arabo. Dobbiamo essere
uniti e non l’uno contro altro. Abbiamo bisogno di riconciliazione».
L’esigenza di riconciliazione, ha precisato il patriarca
greco-cattolico, non si limita al conflitto siriano e all’area mediorientale.
«Anche l’Occidente e l’Oriente sono divisi, e questa divisione è alla base dei
diciotto mesi di guerra che abbiamo vissuto e continuiamo a vivere. Russia e
Cina, America e Qatar, queste violenze sono frutto di una volontà straniera,
decisioni straniere, armi straniere».
La missione riconciliatrice della
Chiesa è cruciale in Medio Oriente. «La nostra è una Chiesa incarnata nel mondo
arabo a maggioranza musulmana e pertanto una Chiesa nell’Islam, con l’Islam e
per l’Islam». I cristiani arabi sono appena 15milioni su una popolazione di
350milioni arabi. «Siamo un piccolo gregge, ma la nostra presenza è una salvezza
per il mondo arabo». Ed è stato un cristiano ortodosso, Michel Aflak, a dar vita
all’ideologia politica del partito di maggioranza Baath. «Noi cristiani non
siamo servi del regime, abbiamo creato noi questo sistema politico e sociale
così aperto. Il nostro è uno stato socialista, laico e credente. Meglio di tanti
stati europei che non riconoscono le proprie radici cristiane».
Il
Patriarca ha ricordato che la Siria è il meno povero dei Paesi arabi e quello
con il più basso tasso di analfabetismo, «gli ospedali e l’insegnamento nelle
scuole sono gratuiti, il commercio è libero, la donna pure, e partecipa alla
vita politica, sociale, religiosa ed economica. Dal 2012, con la crisi, sono
nati dodici partiti, abbiamo una nuova costituzione, un business bancario,
l’economia è molto sviluppata. Quello siriano è uno stato socialista laico
credente, migliore di molti stati europei che non vogliono riconoscere le loro
radici cristiane. La Siria è un Paese in cui tutti sono uguali, musulmani,
cristiani. È l’unico stato musulmano senza religione di stato, e il primo
ministro è pure un cristiano».
Guardando alla situazione attuale, ha
precisato: «La crisi della Siria è frutto della divisione del mondo arabo, che
principalmente ha bisogno di riconciliazione. Noi siamo la Chiesa incarnata nel
mondo arabo. Siamo la Chiesa degli arabi - ha proseguito - ed essendo questi a
maggioranza musulmani, siamo di conseguenza la Chiesa dei musulmani. La Chiesa è
nell’islam, con l’islam e per l’islam. Gran parte della cultura cristiana è
musulmana e viceversa. Purtroppo la stampa dice che solo i cristiani hanno
privilegi ma non è vero: tutti, senza discriminazioni, in Siria hanno pari
diritti e doveri».
Alcuni Paesi mediorientali, come la Siria, possiedono
un potenziale di democrazia insito nelle proprie storie e tradizioni, mentre in
altri, come l’Arabia Saudita, la popolazione non è ancora matura. «In quanto a
noi cristiani non siamo migliori degli altri. Noi abbiamo un’altra via, un’altra
soluzione. E questa via è la riconciliazione».
«Il popolo siriano non
vuole questa guerra» ha ribadito Madre Mariam Agnès de la Croix superiora del
monastero di Qara e coordinatrice del gruppo di supporto del movimento Mussalaha
(in arabo «riconciliazione»), movimento popolare interconfessionale e
multietnico. «Il nostro è un patto nato dalla volontà di non trasformare in odio
le nostre differenze – ha detto la religiosa - La violenza non è la soluzione ma
parte del problema».
Infine padre Ibrahim Alsabagh, religioso damasceno
della Custodia di Terra Santa, ha denunciato il continuo assottigliamento della
comunità cristiana in Medio Oriente. «La nostra presenza è essenziale, perché
senza di noi chi edificherà i ponti di pace? Ponti fra culture, religioni e
perfino tra i diversi orientamenti islamici. Ma oggi questa nostra presenza è
gravemente minacciata».
- Prev by Date: ho chiesto agli uffici di Terzi che stanno facendo sull'assedio a Bani Walid
- Next by Date: siria
- Previous by thread: RE: [pace] ho chiesto agli uffici di Terzi che stanno facendo sull'assedio a Bani Walid
- Next by thread: siria
- Indice: