«Spero che questa delegazione sia
una voce nel deserto della disinformazione, dell’ipocrisia e
della falsità che circonda una guerra senza volto».
Intervenendo sabato pomeriggio ad un incontro promosso da
Aiuto alla Chiesa che Soffre, Gregorios III Laham ha salutato
così la delegazione del Sinodo dei Vescovi, che stando
all’alto prelato dovrebbe raggiungere domani Damasco.
Il patriarca di Antiochia dei
greco-melchiti ha particolarmente apprezzato la scelta
«internazionale» dei delegati - «che rappresentano il Vaticano e
la sensibilità del Papa, ma anche la Chiesa universale» - e
auspicato un effetto sulla difficile condizione del Paese. «La
crisi in Siria è frutto della divisione interna del mondo arabo.
Dobbiamo essere uniti e non l’uno contro altro. Abbiamo bisogno
di riconciliazione». Aprendo l’incontro «Musalaha. I cristiani
siriani e il ministero della riconciliazione», Gregorios III ha
voluto ringraziare ACS per il grande impegnoin
favore dei siriani – quasi 300mila euro di aiuti ai sacerdoti e
alle famiglie di rifugiati solo negli ultimi sei mesi e una
nuova campagna in corso [acs-italia.org]. «L’indirizzo della
vostra fondazione è conosciuto dalle Chiese di tutto il mondo.
Tutti sappiamo che il vostro cuore è sempre aperto».
L’esigenza di riconciliazione, ha precisato il patriarca
greco-cattolico, non si limita al conflitto siriano e all’area
mediorientale. «Anche l’Occidente e l’Oriente sono divisi, e
questa divisione è alla base dei diciotto mesi di guerra che
abbiamo vissuto e continuiamo a vivere. Russia e Cina, America e
Qatar, queste violenze sono frutto di una volontà straniera,
decisioni straniere, armi straniere». La missione
riconciliatrice della Chiesa è cruciale in Medio Oriente. «La
nostra è una Chiesa incarnata nel mondo arabo a maggioranza
musulmana e pertanto una Chiesa nell’Islam, con l’Islam e per
l’Islam». I cristiani arabi sono appena 15milioni su una
popolazione di 350milioni arabi. «Siamo un piccolo gregge, ma la
nostra presenza è una salvezza per il mondo arabo». Ed è stato
un cristiano ortodosso, Michel Aflak, a dar vita all’ideologia
politica del partito di maggioranza Baath. «Noi cristiani non
siamo servi del regime, abbiamo creato noi questo sistema
politico e sociale così aperto. Il nostro è uno stato
socialista, laico e credente. Meglio di tanti stati europei che
non riconoscono le proprie radici cristiane».
Il Patriarca ha ricordato che la Siria è il meno povero dei
Paesi arabi e quello con il più basso tasso di analfabetismo. Le
donne siriane partecipano alla vita politica e sociale e le
diverse religioni godono di pari diritti. «La primavera araba
vuol fare in modo che la sharia si sposi con la libertà e la
laicità. Noi l’abbiamo già fatto». Guardando alla crisi attuale,
per Gregorios III la rivoluzione ha bisogno di evolversi -
«altrimenti è distruzione» - e che il popolo sia pronto al
cambiamento. Alcuni Paesi mediorientali, come la Siria,
possiedono un potenziale di democrazia insito nelle proprie
storie e tradizioni, mentre in altri, come l’Arabia Saudita, la
popolazione non è ancora matura. «In quanto a noi cristiani non
siamo migliori degli altri. Noi abbiamo un’altra via, un’altra
soluzione. E questa via è la riconciliazione».
«Il popolo siriano non vuole questa guerra» ha ribadito Madre
Mariam Agnès de la Croix superiora del monastero di Qara e
coordinatrice del gruppo di supporto del movimento Mussalaha (in
arabo «riconciliazione»), movimento popolare interconfessionale
e multietnico. «Il nostro è un patto nato dalla volontà di non
trasformare in odio le nostre differenze – ha detto la religiosa
- La violenza non è la soluzione ma parte del problema». Infine
padre Ibrahim Alsabagh, religioso damasceno della Custodia di
Terra Santa, ha denunciato il continuo assottigliamento della
comunità cristiana in Medio Oriente. «La nostra presenza è
essenziale, perché senza di noi chi edificherà i ponti di pace?
Ponti fra culture, religioni e perfino tra i diversi
orientamenti islamici. Ma oggi questa nostra presenza è
gravemente minacciata».
“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Fondazione di diritto
pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, si
contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza
progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è
perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel
2011 ha raccolto oltre 82 milioni di euro nei 17 Paesi dove è
presente con Sedi Nazionali e ha realizzato oltre 4.600 progetti
in 145 nazioni.
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La Siria e l'altra via della riconciliazione
- Subject: La Siria e l'altra via della riconciliazione
- From: tiziano cardosi <tiziano.cardosi at gmail.com>
- Date: Mon, 22 Oct 2012 23:12:05 +0200
non credo di concordare con l'ottimismo del patriarca nel giudizio
troppo ottimista sul regime siriano, ma che da noi sia in atto una
campagna di demonizzazione anti siriana mi pare indubitabile. Più passa il tempo e più mi convinco che solo un processo che sia altro dagli schieramenti che si sparano potrebbe portare alla pace, come questo tentativo "mussalaha", ma vedo che i soffiatori sul fuoco sono troppo numerosi. http://www.laperfettaletizia.com/2012/10/la-siria-e-laltra-via-della.html 22.10.12 |
Allegato Rimosso
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