Tutti liberi gli ostaggi liberi ( grazie al dialogo )
Mentre lo sceicco hamad ben khalife al thani in pieno delirio di onnipotenza continua proporre guerre sulla pelle degli altri, In Siria, sono stati liberati tutti i 240 i fedeli cristiani greco-melkiti, rapiti oggi nel territorio circostante il villaggio di Rableh, pare grazie al dialogo.
http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/politica/2012/09/25/Siria-Qatar-invoca-intervento-militare-paesi-arabi_7530624.html(ANSAmed) - NEW YORK, 25 SET - La situazione in Siria e' ''inaccettabile'': l'Onu ha fallito e ora sta ai paesi arabi ''interferire'' e usare ''tutti gli strumenti disponibili, umanitari, politici e militari''. Cosi' l'emiro del Qatar, sheik
Hamad bin Khalifa Al Thani, che ha ricordato quando ''le forze arabe sono intervenute in Libano'' nel 1970.
''Il Consiglio di Sicurezza ha fallito nel raggiungere una posizione efficace. Alla luce di questo, ritengo che sarebbe meglio per i paesi arabi interferire'' dal punto di vista ''umanitario, politico e militare e fare il necessario per fermare il bagno di sangue in Siria'' ha affermato Sheik Hamad all'assemblea generale dell'Onu.
Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon aprendo i lavori dell'assemblea in mattinata, ha definito il conflitto in Siria una ''calamita' regionale con ramificazioni globali'' e ha invitato ''la comunita' internazionale a non guardare dall'altra parte mentre la spirale della violenza finisce fuori controllo.
Dobbiamo fermare la violenza e mettere in moto una transizione il prima possibile''. (ANSAmed).
http://oraprosiria.blogspot.it/2012/09/sequestrati-150-fedeli-greco-cattolici.html ( articoli vari )
http://www.news.va/it/news/siria-il-patriarca-laham-tutti-liberi-gli-ostaggiSiria. Il Patriarca Laham: tutti liberi gli ostaggi cristiani grazie al dialogo con i rapitori. No a guerre di religione
In Siria, sono stati liberati tutti i 240 i fedeli cristiani greco-melkiti, rapiti oggi nel territorio circostante il villaggio di Rableh, situato tra il confine libanese e la città di Qusayr, nella provincia siriana di Homs. A darne notizia è il patriarca greco-cattolico di Damasco, mons. Gregorios III Laham, contattato telefonicamente dalla collega della redazione francese della nostra emittente, Marie Duhamel:
R. - Je viens juste d’apprendre la nouvelle…
Sto apprendendo ora la notizia che sono stati liberati, tutti, e questo è stato possibile grazie al dialogo tra la gente del villaggio di Rableh e i rapitori armati… E’ un nuovo esempio per dire che con il dialogo si può fare tutto, o meglio si può fare molto.
D. - Conoscevano i loro rapitori?
R. - Il savent que le ravisseurs sont…Sanno che i rapitori sono persone che stanno intorno al villaggio da 20 giorni e che vogliono un po’ attizzare il fuoco tra i differenti gruppi religiosi, cristiani, musulmani… Però, le persone sul posto si conoscono tutte e hanno saputo dove cercarli, hanno seguito una pista e hanno potuto sapere chi erano. Sono andati da loro e le persone hanno detto: siamo anche noi cittadini siriani, dobbiamo vivere insieme, non possiamo fare così, e sono riusciti a convincerli che si deve vivere come fratelli.
D. - Cosa ha fatto cambiare idea ai rapitori? Immagino che avessero preso in ostaggio queste persone per qualche motivo…
R. - 240 personnes…
Erano 240 persone: non saprei dire perché. Ma sono sempre stato convinto che il fatto di dialogare e le amicizie sul posto servono molto, bisogna insistere molto sulle amicizie locali tra gli abitanti del villaggio e i vicini, è molto importante. In arabo diciamo: il vostro vicino prima della vostra casa. Ed è il caso di dirlo qui, perché è grazie ai loro contatti e alle loro amicizie…
D. - …che si riesce ad andare avanti?
R. - Oui, il le faut et je crois...Sì, è necessario, e credo che sia un buon esempio per tante situazioni.
D. - Si è capito perché i rapitori avessero preso queste persone in ostaggio? Erano tutti greco-cattolici? Lei pensa che era perché si trattava di cristiani?
R. - Non, non. A Rableh il y a une communauté…
No. A Rableh, c’è una grande comunità di greco-cattolici, sono la maggioranza: ci sono maroniti, alawiti… Questo è il punto nevralgico, gli alawiti. C’è oggi una tendenza a fare intervenire i cristiani perché il problema diventi religioso, una guerra civile tra le diverse comunità. E’ questo che dobbiamo assolutamente evitare. Tutti gli sforzi che noi patriarchi, vescovi, politici, dobbiamo fare sono per evitare una guerra civile e una guerra tra fratelli.
D. - Secondo lei la religione è stata strumentalizzata dai politici in questi ultimi tempi?
R. - On voulait introduire surtout les chrétiens…Si volevano coinvolgere soprattutto i cristiani per risolvere i problemi tra diverse comunità non cristiane, fare entrare i cristiani tra i problemi dei musulmani con altri musulmani.
D. - Qual è il suo appello per quanto riguarda questo problema particolare?
R. - Je viens de finir une journée…
Ho appena finito una giornata di studio, un piccolo congresso, a Salzburg in Austria. C’erano un centinaio di persone di diverse comunità, il tema è stato organizzata dal San Virgilio, un centro di studi. Hanno organizzato due giorni di lavoro, incentrato sul tema “I cristiani in Siria: che avvenire?”. Ho parlato della riconciliazione, ho proposto questo punto di vista sulla riconciliazione che è stato ben accolto e ho detto: vedete, ecco un esempio di come si deve agire. Sono appena tornato e ricevo la notizia: “Monsignore, deve stare tranquillo gli ostaggi sono stati liberati”. La riconciliazione è la parola dell’avvenire per tutti, per tutta la Siria.