Ciao, mando intanto a voi questa bozza di lettera che ho preparato
insieme a Claudia Fanti e Ciro Brescia, una lettera che una volta raccolte
un po' di firme di italiani, non necessariamente noti anzi! (altre
seguiranno), sarà mandata a circuiti di italiani in Venezuela per chiedere
loro di votare per Chavez e quel che lui rappresenta.
Occorrono intanto un po' di firme urgenti, in modo da far circolare la
cosa già entro domenica, se volete firmate dicendo la vostra professione o
settore di attivismo (in una parola) e la città o paese,
ovviamente...poi diffondete pure ilmessaggio, fra due settimane mandiamo le
a
Cari amici italiani in
Venezuela, cari figli e nipoti di
italiani,
siamo persone di diverso
orientamento politico e culturale, sparse per la nostra cara Italia. E
sentiamo il bisogno di contattarvi a proposito delle importanti elezioni che
il 7 ottobre si svolgeranno in Venezuela.
Vi scriviamo con tutta l’umiltà del
caso, poiché noi non viviamo in Venezuela, anche se alcuni fra noi conoscono
bene il Paese. Conosciamo in compenso gli accadimenti in Italia. Li viviamo
sulla nostra pelle.
Da quel che noi
vediamo, l’America Latina sta sperimentando il futuro, un futuro di
solidarietà, pace e dignità, l’Europa non sta andando affatto nella stessa
direzione. La dittatura dei mercati finanziari e l’insostenibilità di un
modello di sviluppo che non vi auguriamo stanno producendo molte vittime e
la situazione è destinata a peggiorare. Disoccupati e imprenditori caduti in
povertà fanno scioperi e protestano ma non sono ascoltati. Molti si tolgono
la vita. I più fortunati, quelli che lavorano regolarmente, vedono
allontanarsi il momento della pensione. Le scuole sono allo sfascio.
L’insicurezza è totale. Certo, rimangono i privilegiati, quelli che hanno
enormi rendite e proprietà. E fra loro i politici.
Il gap fra classi medie e basse e
quelle abbienti aumenta.
L’attuale governo
italiano non è stato eletto. È stato nominato. Ed è un governo di banchieri.
Ci rimane una bellissima natura; ma le speculazioni e l’ignoranza
interessata ne hanno rovinato gran parte.
Purtroppo l’Italia sta gettando via
il meglio delle sue tradizioni, annullando i vantaggi culturali acquisiti in
secoli.
In un bel libro di Manuel Scorza, La
danza immobile, una protagonista francese dice al suo amico peruviano:
“L’Europa è morta”. Ecco, abbiamo un po’ questa sensazione.
L’America Latina invece è in
cammino. È la sua ora. E riteniamo che il presidente Hugo Chávez abbia avuto
un ruolo importante in tutto ciò, insieme ad alcuni altri presidenti eletti
a partire dalla seconda metà degli anni ‘90. Prima, l’America Latina era
sprofondata in dittature sanguinarie o calpestata da governi neoliberisti
che non si curavano della popolazione. Era priva di sovranità e di prestigio
a livello internazionale. Era, in modo umiliante, il cortile di casa degli
Stati Uniti.
Da quando il vento è cambiato in
buona parte del vostro continente, sono stati raggiunti risultati
incredibili, in pochi anni. E il Venezuela è da considerarsi un capofila,
grazie all’uso sociale dei proventi del petrolio a livello nazionale e
internazionale. Leggiamo che l’Onu ha dichiarato il vostro Paese libero
dall’analfabetismo. La salute per tutti non è più un mito. La pensione
arriva molto prima che in Italia. Le ore di lavoro stanno diminuendo. Non è
un caso che agli investimenti sociali sia destinato addirittura il 42,5% del
bilancio statale. E che persino Capriles Radonsky non abbia potuto fare a
meno di riconoscere le indiscutibili conquiste sociali realizzate dal
governo bolivariano nei diversi ambiti dell’educazione, della cultura, della
salute, dell’alimentazione, della politica abitativa, delle pensioni, del
salario minimo (malgrado nel suo programma si preveda proprio un taglio
degli investimenti in campo sociale). Il progetto di integrazione regionale
chiamato Alba è un esempio per il mondo di solidarietà internazionale, di
collaborazione fra diversi, di azione in comune, perfino per la pace. A
proposito: mentre l’Italia continua a partecipare servilmente a guerre che
creano devastazione a casa d’altri, l’America Latina è sempre più in pace.
Ci auguriamo che il modello Alba,
per la cui nascita il ruolo di Hugo Chavez è stato determinante, persegua
sempre più l’obiettivo della giustizia anche ecologica, per una armoniosa
convivenza con il pianeta. Ciò richiede anche un cambiamento negli stili di
vita individuali e collettivi, un superamento di quanto è insostenibile,
energivoro, dissipatore di risorse scarse, violento per gli altri esseri
umani e per tutti gli esseri viventi. Questa riconversione dell’economia e
della vita richiederà una collaborazione fra popoli prima ancora che fra
governi. E su questo, forse, perfino qui in Italia stiamo facendo qualcosa.
Ma non certo con l’aiuto del governo.
Per queste ragioni, sarà una gioia
per noi se la comunità italiana deciderà di non gettare via un’esperienza
che ha ancora bisogno di tempo ma che ha già percorso tanta strada.
Non vogliamo dilungarci. Il nostro
invito è chiaro: vi esortiamo a votare per Hugo Chávez, o meglio per quello
che egli rappresenta. Per continuare e migliorare le realizzazioni sociali,
politiche e ambientali che hanno caratterizzato la sua presidenza finora,
pur con tante difficoltà e inevitabili errori.
Nella speranza che a
questo primo contatto ne seguano altri, vi ringraziamo per la vostra
attenzione.