Precisazione importante sulla lettera per il Venezuela




Non stupitevi del tono dimesso, ingenuo e molto gentile.
GLI ITALIANI IN VENEZUELA NON DEVONO SENTIRSI URTATI, MOLTI DI LORO SONO TITUBANTI O DI DESTRA...
 
Marinella
Da: Mari Cor <mari.liberazioni at yahoo.it>
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Inviato: Giovedì 13 Settembre 2012 11:38
Oggetto: Firmate (urgente) per sostenere Chavez presso gli italiani che votano in Venezuela...

Ciao, mando intanto a voi questa bozza di lettera che ho preparato insieme a Claudia Fanti e Ciro Brescia, una lettera che una volta raccolte un po' di firme  di italiani, non necessariamente noti anzi! (altre seguiranno), sarà mandata a circuiti di italiani in Venezuela per chiedere loro di votare per Chavez e quel che lui rappresenta.
 
Occorrono intanto un po' di firme urgenti, in modo da far circolare la cosa già entro domenica, se volete firmate dicendo la vostra professione o settore di attivismo (in una parola) e la città o paese,  ovviamente...poi diffondete pure ilmessaggio, fra due settimane mandiamo le a
 
Grazie
Marinella
 
Cari amici italiani in Venezuela, cari figli e nipoti di italiani,
 
siamo persone di diverso orientamento politico e culturale, sparse per la nostra cara Italia. E sentiamo il bisogno di contattarvi a proposito delle importanti elezioni che il 7 ottobre si svolgeranno in Venezuela.
 
Vi scriviamo con tutta l’umiltà del caso, poiché noi non viviamo in Venezuela, anche se alcuni fra noi conoscono bene il Paese. Conosciamo in compenso gli accadimenti in Italia. Li viviamo sulla nostra pelle.
 
Da quel che noi vediamo, l’America Latina sta sperimentando il futuro, un futuro di solidarietà, pace e dignità, l’Europa non sta andando affatto nella stessa direzione. La dittatura dei mercati finanziari e l’insostenibilità di un modello di sviluppo che non vi auguriamo stanno producendo molte vittime e la situazione è destinata a peggiorare. Disoccupati e imprenditori caduti in povertà fanno scioperi e protestano ma non sono ascoltati. Molti si tolgono la vita. I più fortunati, quelli che lavorano regolarmente, vedono allontanarsi il momento della pensione. Le scuole sono allo sfascio. L’insicurezza è totale. Certo, rimangono i privilegiati, quelli che hanno enormi rendite e proprietà. E fra loro i politici.
Il gap fra classi medie e basse e quelle abbienti aumenta.
 
L’attuale governo italiano non è stato eletto. È stato nominato. Ed è un governo di banchieri. Ci rimane una bellissima natura; ma le speculazioni e l’ignoranza interessata ne hanno rovinato gran parte.
 
Purtroppo l’Italia sta gettando via il meglio delle sue tradizioni, annullando i vantaggi culturali acquisiti in secoli.
 
In un bel libro di Manuel Scorza, La danza immobile, una protagonista francese dice al suo amico peruviano: “L’Europa è morta”. Ecco, abbiamo un po’ questa sensazione.
L’America Latina invece è in cammino. È la sua ora. E riteniamo che il presidente Hugo Chávez abbia avuto un ruolo importante in tutto ciò, insieme ad alcuni altri presidenti eletti a partire dalla seconda metà degli anni ‘90. Prima, l’America Latina era sprofondata in dittature sanguinarie o calpestata da governi neoliberisti che non si curavano della popolazione. Era priva di sovranità e di prestigio a livello internazionale. Era, in modo umiliante, il cortile di casa degli Stati Uniti.
 
Da quando il vento è cambiato in buona parte del vostro continente, sono stati raggiunti risultati incredibili, in pochi anni. E il Venezuela è da considerarsi un capofila, grazie all’uso sociale dei proventi del petrolio a livello nazionale e internazionale. Leggiamo che l’Onu ha dichiarato il vostro Paese libero dall’analfabetismo. La salute per tutti non è più un mito. La pensione arriva molto prima che in Italia. Le ore di lavoro stanno diminuendo. Non è un caso che agli investimenti sociali sia destinato addirittura il 42,5% del bilancio statale. E che persino Capriles Radonsky non abbia potuto fare a meno di riconoscere le indiscutibili conquiste sociali realizzate dal governo bolivariano nei diversi ambiti dell’educazione, della cultura, della salute, dell’alimentazione, della politica abitativa, delle pensioni, del salario minimo (malgrado nel suo programma si preveda proprio un taglio degli investimenti in campo sociale). Il progetto di integrazione regionale chiamato Alba è un esempio per il mondo di solidarietà internazionale, di collaborazione fra diversi, di azione in comune, perfino per la pace. A proposito: mentre l’Italia continua a partecipare servilmente a guerre che creano devastazione a casa d’altri, l’America Latina è sempre più in pace.
 
Ci auguriamo che il modello Alba, per la cui nascita il ruolo di Hugo Chavez è stato determinante, persegua sempre più l’obiettivo della giustizia anche ecologica, per una armoniosa convivenza con il pianeta. Ciò richiede anche un cambiamento negli stili di vita individuali e collettivi, un superamento di quanto è insostenibile, energivoro, dissipatore di risorse scarse, violento per gli altri esseri umani e per tutti gli esseri viventi. Questa riconversione dell’economia e della vita richiederà una collaborazione fra popoli prima ancora che fra governi. E su questo, forse, perfino qui in Italia stiamo facendo qualcosa. Ma non certo con l’aiuto del governo.
 
Per queste ragioni, sarà una gioia per noi se la comunità italiana deciderà di non gettare via un’esperienza che ha ancora bisogno di tempo ma che ha già percorso tanta strada.
 
Non vogliamo dilungarci. Il nostro invito è chiaro: vi esortiamo a votare per Hugo Chávez, o meglio per quello che egli rappresenta. Per continuare e migliorare le realizzazioni sociali, politiche e ambientali che hanno caratterizzato la sua presidenza finora, pur con tante difficoltà e inevitabili errori.
 
Nella speranza che a questo primo contatto ne seguano altri, vi ringraziamo per la vostra attenzione.