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R: Re: [Nonviolenti] [MIR-Riconciliazione] per la Siria
- Subject: R: Re: [Nonviolenti] [MIR-Riconciliazione] per la Siria
- From: compaxts <compaxts at gmail.com>
- Date: Mon, 20 Aug 2012 22:55:46 +0200 (CEST)
Tonino, per rispondere alla tua domanda bisognerebbe capire che rapporto c'è fra la Comunità di Sant'Egidio e l'agenzia di stampa Fides, che da mesi diffonde tutti i comunicati relativi all'iniziativa di riconciliazione Mussalaha e simili, e gli appelli dei vari religiosi siriani e non, per una soluzione nonviolenta del conflitto. Alessandro Capuzzo
----Messaggio originale----
Da: drago at unina.it
Data: 20/08/2012 21.34
A: <pace at peacelink.it>, "lista nonviolenti"<nonviolenti at lists.unbit.it>, "lista pax christi gr discussione"<paxchristi at yahoogroups.com>, "lista Mir dibattito"<mir-riconciliazione at yahoogroups.com>, "Enrico Peyretti"<enrico.peyretti at gmail.com>
Cc: <mzuppi at libero.it>
Ogg: Re: [Nonviolenti] [MIR-Riconciliazione] per la Siria
Questo comunicato ha quaisi dell'incredibile.1) Quale sarebbe il ruolo dell'ONU?9. Chiediamo che l'ONU sia l'unico soggetto internazionale ritenuto responsabile del coordinamento degli aiuti umanitari per sostenere i siriani in difficoltà sia in patria che all’estero.e non un ruolo politico?2) Ma allora la "comunità internazionale" a cui si appellano è USA, UK ecc.? Proprio quando ad es. l'Inghilterra fa sapere ufficialmente che finanzia proprio questi gruppi a suon di milioni sterline?3) e la Comunità S. Egidio fa questa "mediazione"? Che in relatà è una presa di parte sfacciata, anzi la copertura pacifista di una operazione militare del tipo Libia.4) e non è tutto questo la conseguenza di aver fatto passare alle armi una delle tante primavere arabe che era iniziata nonviolentemente? La Com. S.Egidio in che senso promuove una pace che non sia quella del più forte in Occidente? In che senso favorisce le primavere arabe per l'indipendenza dei popoli arabi dal colonialismo politico occidentale e orientale?Antonino Drago----- Original Message -----From: Enrico PeyrettiTo: pace at peacelink.it ; lista nonviolenti ; lista pax christi gr discussione ; lista Mir dibattitoSent: Monday, August 20, 2012 9:54 AMSubject: [MIR-Riconciliazione] per la Siria
Cari tutti/e, il mio tentativo di proposta, per nulla originale, ma credo giusta, è in linea sostanziale con l'appello "Giù le mani dalla Siria" del 26 luglio (lo copio in calce, seguito dalla mia proposta), e con le presenze nonviolente in Siria.
L'importante è ora agire sull'opinione pubblica, che faccia pressione politica crescente, globale.
Le organizzazioni maggiori, appena possono, convochino manifestazioni espressive e chiare.
Grazie. Enrico
enrico peyretti-peacelink ---------------- www.ilfoglio.info ----------------------- www.serenoregis.org ---------------------- http://cisp.unipmn.it --------------------------- Rassegna stampa: www.finesettimana.org***
Il 20/08/2012 09:22, Francesco Santoianni ha scritto:***Al di là del bucolico appello di Enrico Peyretti ("parlatevi, vivete, la pace è di tutti"), credo che sarebbe il caso di riprendere in questa lista a discutere cosa fare come pacifisti italiani e cioè come mobilitare e contro chi. Nell’appello “Giù le mani dalla Siria” molto di interessante veniva detto e continuo a domandarmi cosa ne sia stato di quell’appello.
Appello 26 luglio promosso da diversi gruppi dell'opposizione democratica siriana, riunitisi a Roma, alla Comunità di Sant'Egidio.
L'appello1. La Siria sta vivendo la crisi più drammatica della sua storia. La scelta della soluzione militare, che non tiene conto delle richieste della rivolta di libertà e di dignità del popolo siriano, ha portato alla diffusione della violenza, alla perdita di troppe vite umane e a distruzioni generalizzate.
2. Riuniti a Roma presso la Comunità di Sant’Egidio, noi appartenenti a diversi gruppi dell’opposizione democratica siriana, attiva sia all’interno che all'esterno del Paese, rivolgiamo questo Appello al popolo siriano, a tutte le parti coinvolte e alla Comunità internazionale.
3. Siamo diversi per opinioni ed esperienze. Abbiamo lottato e lottiamo per la libertà, la dignità, la democrazia, i diritti umani e per costruire una Siria democratica, civile, sicura per tutti, senza paura e senza oppressione. Amiamo la Siria. Sappiamo che la Siria, luogo di convivenza di religioni e popoli diversi, corre oggi un rischio mortale che incrina l’unità del popolo, i suoi diritti e la sovranità dello Stato.
4. Non siamo neutrali. Siamo parte del popolo siriano che soffre per l’oppressione della dittatura e la sua corruzione. Siamo fermamente contrari a qualsiasi discriminazione su base confessionale o etnica, da qualunque parte venga. Siamo per una Siria di uguali nella cittadinanza. Vogliamo che la Siria in futuro sia patria per tutti, capace di rispettare la vita e la dignità umana, nella giustizia.
5. La soluzione militare tiene in ostaggio il popolo siriano e non offre una soluzione politica in grado di accogliere le sue aspirazioni profonde. La violenza porta a credere che non c’è alternativa alle armi. Ma le vittime, i martiri, i feriti, i detenuti, gli scomparsi, la massa di rifugiati interni e i profughi all'estero, ci chiedono di assumere la responsabilità di fermare questa spirale di violenza. Ci impegniamo a sostenere tutte le forme di lotta politica pacifica e di resistenza civile, e di favorire una nuova fase di incontri e conferenze all’interno del Paese.
6. Non è troppo tardi per salvare il nostro Paese! Pur riconoscendo il diritto dei cittadini alla legittima difesa, ribadiamo che le armi non sono la soluzione. Occorre rifiutare la violenza e lo scivolamento verso la guerra civile perché mettono a rischio lo Stato, l'identità e la sovranità nazionale.
7. Occorre, oggi più che mai, un’uscita politica dalla drammatica situazione in cui ci troviamo. È il modo migliore per difendere gli ideali e realizzare gli obiettivi di chi mette a rischio la propria vita per la libertà e la dignità. Invitiamo i nostri concittadini dell’Esercito Siriano Libero, e tutti quelli che portano le armi, a partecipare a un processo politico per giungere a una Siria pacifica, sicura e democratica.
8. Non possiamo accettare che la Siria si trasformi in un teatro di scontri regionali e internazionali. Crediamo che la Comunità internazionale abbia la forza e le capacità necessarie per trovare un consenso che sia base di un'uscita politica dall'attuale drammatica crisi, basata sull'imposizione del cessate il fuoco, il ritiro degli apparati militari, la liberazione dei detenuti e dei rapiti, il ritorno dei profughi, gli aiuti di emergenza alle vittime, un vero negoziato globale senza esclusioni, che sarà completato da una vera riconciliazione nazionale basata sulla giustizia.
9. Chiediamo che l'ONU sia l'unico soggetto internazionale ritenuto responsabile del coordinamento degli aiuti umanitari per sostenere i siriani in difficoltà sia in patria che all’estero.
10. Ci rivolgiamo con questo Appello a tutti i Siriani e in particolar modo ai giovani: il nostro futuro lo costruiremo con le nostre mani. Insieme possiamo costruire una Siria democratica, civile, pacificata, pluralista. Ci rivolgiamo a tutte e a tutti coloro che lottano per il cambiamento democratico in Siria, a qualunque parte essi appartengano: per porre in essere un dialogo e un coordinamento tra di noi che avvii rapidamente la Siria ad una fase transitoria verso la democrazia, sulla base del patto nazionale comune.
11. Ringraziamo la Comunità di Sant’Egidio per il lavoro e il sostegno nella ricerca di una soluzione per la crisi nazionale siriana, e le chiediamo di continuare ad accompagnare gli sforzi e il lavoro che ci aspettano.
Roma, Sant’Egidio, 26 luglio 2012-----ELENCO FIRMATARI DELL'APPELLO:NCB ( National Coordination Body)
HAYTHAM MANNA
ABDULAZIZ ALKHAYER
RAJAA ALNASER
DEMOCRATIC FORUM
FAIEZ SARA
MICHEL KILO
SAMIR AITA
WATAN Coalition
FAEK HWAJEH
DEMOCRATIC ISLAMIC GROUP
RIAD DRAR
Syrian Trade Union/ Women Syrian Activist
AMAL NASER
MAA Movement (Together)
ALI RAHMOUN
BUILDING SYRIAN STATE
ANAS JOUDEH
RIM TURKMANI
WEST KURDISTAN Assembly
ABDUSALAM AHMAD
NATIONAL BLOC
AYHAM HADDAD
HORAN RENCONTRES (FOR CITYZENSHIP)
UGAB ABOU SUEDE
SADA HAMZEH
_______________________________________________
Ml-beati mailing list
Ml-beati at beati.org
http://beati.org/mailman/listinfo/ml-beati_beati.org
***
Proposta Enrico Peyretti
La guerra siriana interna, a suon di bombe e di morti, sta provocando quasi una guerra interna, a suon di parole, anche tra i cercatori della pace nonviolenta e giusta.
L'informazione, specchio deformato da più parti, non aiuta a valutare i fatti. Ma il giudizio della pace nonviolenta è chiaro: si deve discutere, ascoltare, costruire soluzioni vivibili per tutti, e non si spara.
Meglio costruire con attesa attiva, che morire subito e distruggere il futuro.
Deve sorgere una nostra proposta mondiale pressante, anche se non è nuova:
1 - L'Onu convochi fuori dalla Siria rappresentanti delle due fazioni insieme a cittadini siriani pacifisti, magari esuli, che amano il loro paese vivo, non morto, e non strumento altrui;
2 - Li trattenga pressantemente a discutere fino a saper inventare, con l'aiuto e suggerimento diplomatico e pacifista internazionale, una piattaforma minima comune, di richieste, proposte, istituzioni per la convivenza;
3 - L'obiettivo è che, da una tale conferenza, le due parti insieme sappiano invitare i loro rispettivi combattenti al "cessate il fuoco" e "cominciate il dialogo";
4 - Non è impossibile. Ci sono leader per un tale processo. Altri popoli hanno saputo farlo.
5 - Facciamo (cominciando in Italia) mille manifestazioni, anche piccole, ma comunicanti e ben comunicate, con parole d'ordine tipo:
"Siriani, dovunque siate, parlatevi"
"Cessate il fuoco, vivete"
"Popoli umani, la pace in Siria è necessaria a tutti"
Esigiamo dal governo tecnico italiano una tecnica di respiro e sopravvivenza: sia l'Italia ad ospitare il dialogo siriano.
e. p.
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