Re: [pace] Sulla guerra in Siria, sulla Commissione Onu, e sul che fare



In aggiunta a quello che dice Marinella, che condivido, va detto anche che continuare a parlare di "governo siriano che bombarda le sue città", come fa Galbiati, facendo da sponda alla propaganda del CNS e dell'Esercito Siriano Libero che questo dicono (vedi ultimo messaggio video di Dachan), dopo che la CNN il 2 agosto ha dato notizia che Obama ha autorizzato la CIA ad intervenire in Siria (Vedi <http://www.corriere.it/esteri/12_agosto_02/siria-obama-autorizza-cia-aiutare-ribelli_58186ad4-dc77-11e1-8f5d-f5976b2b4869.shtml) è una vera e propria mistificazione ed uno stravolgimento della verità, un modo per non voler prendere atto del fatto che in Siria è in corso una guerra per procura, diretta dagli USA, finanziata e organizzata da Qatar, Arabia saudita e soci. Cosa questa che io e tanti altri hanno più volte detto e scritto in questa lista e che poi è stata confermata dai fatti e dalle stesse notizie di fonte americana (CNN) riprese dai media italiani (corriere).
Credo ad oggi sia un po' difficile dimostrare che gli USA, la CIA, il Qatar, l'Arabia Saudita e soci siano propugnatori della rivoluzione mondiale. Certo questo è possibile nel mondo di Orwell dove il bianco viene chiamato nero e viceversa. Ma spero che, almeno in questa lista, noi si continui a vivere nel mondo reale e a usare la lingua italiana nel modo corretto.
ciao
Giovanni Sarubbi



----- Original Message -----
From: mari.liberazioni at yahoo.it
To: pace at peacelink.it
Sent: Sat, 18 Aug 2012 07:20:16 -0700 (PDT)
Subject: [pace] Sulla guerra in Siria, sulla Commissione Onu, e sul che fare


Mi riferisco a quanto scritto da Lorenzo Galbiati.  
 
1) Non bisogna mai dimenticare che in Siria ci sono scontri fra armati,  che i gruppi armati dell'opposizione (compresa molta "Al Qaeda", per loro stessa ammissione con i giornalisti) si trincerano in quartieri civili (il che è un crimine di guerra) e l'esercito e i governativi sparano contro gli armati con superiorità di mezzi. I civili se ne vanno dai quartieri oggetto di guerra, ci sono 1,2 milioni di siriani spostati in altre zone. I siriani civili sono le vittime. Ignorare che ci sia una scontro e dire che il governo bombarda le sue città è dire una sola metà della cosa. 
 
2) Ho letto il rapporto della Commissione CoI messa in piedi sostanzialmente dal Commissariato  Onu a Ginevra. Ebbene, come hanno fatto in precedenti occasioni a partire da novembre, le loro notizie si basano - come loro stessi spiegano - su testimonianze; ma le fonti di queste testimonianze sono interviste a persone scappate in Turchia e Giordiania, e dunque della sola opposizione, e interviste via telefono o skype a persone all'interno della Siria, ovviamentw suggerite loro dall'opposizione (va detto che il loro primo rapporto, di novembre) precisava in nota che le loro fonti erano i Comitati di coordinamento locale. Se sugli stessi episodi e luoghi la CoI avesse intervistato persone dell'altra parte (sostenitori del governo o simili), avrebbero avuto una testimonianza opposta. Ci sono dei casi precisi in merito. Così anche su Houla - e chi si prende la
 briga di leggere il rapporto se ne può accorgere - la copsa non è meno chiara che in giugno, quando un loro comunicato orale a Ginevra non aveva potuto concludere chi fosse stato. Solo che adesso vanno più decisi e dicono "forze governative e shabiha" o in altri punti "forze allineate con il governo". Se è stata, come scrive Lorenzo Galbiati sulla base di informazioni dal Cnscd, una faida fra famiglie, non è allora obittivo imputarla al regime, che infati - ed era prevedibile - ne ha tratto solo danni. (Se in Islanda uno che vota per il partito di governo commette una strage, questa viene imputata al governo?)
 
3 ) Sul che fare come "pacifisti nonviolenti" in una situazione di guerra aperta, è un grosso problema. Certo, e ripeto, che se fin dall'inizio si fosse riconosciuto che le responsabilità stavano da tutte le parti, invece di fare disinformazione, non sarebbe stato possibile per Qatar, Arabia Saudita, Usa e altri armare e sobillare la parte armata dell'oppoizione spacciando la cosa come intervento "umanitario" a protezione dei civili. Che iinvece grazie all'escalation non sanno più dove andare.
 
Marinella
 









Mentre il governo siriano continua a bombardare le sue città, il suo popolo con artiglieria e mezzi pesanti, causando varie decine di morti civili ogni giorno (e varie migliaia in un anno e mezzo), rendendo impossibile ogni missione di mediazione ONU, che fin dai famosi punti di Kofi Annan chiedeva una tregua a partire dallo stop dei bombardamenti (mai avvenuta da parte di Assad), mi sembra importante sottolineare che finalmente si stia parlando in modo ufficiale da parte dell’Onu di crimini di guerra, da attribuire sia al governo e alle sue milizie, sia, ma “su minore scale e frequenza�, ai ribelli. La strage di Hula, come riportato dai testimoni raccolti da Der Spiegel, ma prima ancora dai testimoni raccolti
 dall’opposizione siriana politica (il Cnscd oltre che il Cns) e da Amnesty, è ormai di chiara matrice governativa, tramite le sue milizie, anche per l’ONU, e maturata all’interno di una situazione di faida tra famiglie delle opposte fazioni – lo riportai subito, a suo tempo, questo giudizio, qui in lista, sentendo Ossamah Al Tawel del Cnscd e tutti gli ulteriori elementi non fanno che confermarlo.
La domanda sul “cosa possiamo fare come pacifisti nonviolenti� diventa sempre più impellente e conflittuale, ma ne riparlerò.
Lorenzo Galbiati
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Ginevra (Svizzera), 15 ago. (LaPresse/AP) - Le forze armate del governo siriano, le milizie filo-governative note come shabiha, ma anche i ribelli anti-regime, hanno commesso crimini di guerra e crimini contro l'umanità sui civili siriani. È quanto ha concluso un commissione nominata dal Consiglio per i diritti umani dell'Onu, secondo cui il governo e le milizie hanno ucciso oltre cento civili, di cui quasi metà bambini, nel villaggio di Hula a maggio. Intanto le violenze nel Paese non si fermano. In serata i caccia dell'esercito di Damasco hanno bombardato la città di Azaz in mano ai ribelli, vicino ad Aleppo, uccidendo almeno 23 persone, tra cui un bambino, e ferendone oltre duecento, secondo quanto riferisce l'Osservatorio siriano per i
 diritti umani. Il raid ha danneggiato molti edifici e diversi feriti sono stati portati in auto al confine siriano, a 6,5 chilometri a nord.
Gli omicidi, le torture, le violenze sessuali e gli attacchi indiscriminati, si legge nel rapporto della commissione diffuso oggi, dal 102 pagine, "indicano il coinvolgimento ai più alti livelli delle forze armate, delle forze di sicurezza e del governo". La commissione indica però che anche i gruppi armati anti-governativi hanno commesso crimini di guerra, tra cui omicidi, assassinii extragiudiziali e torture, ma su minore scala e frequenza. Da quando è scoppiata, scrive ancora la commissione, la crisi si è trasformata in una guerra civile che coinvolge "tattiche più brutali e nuove capacità militari da entrambe le parti".
Per condurre l'indagine, la commissione ha coperto un periodo compreso tra il 15 febbraio e il 20 luglio, effettuando interviste sul campo e a Ginevra con rifugiati siriani fuggiti dalle violenze. In tutto la commissione ha condotto 1.062 interviste, ma ha sottolineato la difficoltà di portare avanti le indagini. Il gruppo è stato guidato dal diplomatico e professore brasiliano Paulo Sergio Pinheiro e includeva anche Karen Koning AbuZayd, cittadina statunitense ed ex capo dell'Unrwa, l'Agenzia dell'Onu che aiuta i rifugiati palestinesi. Il rapporto, le cui conclusioni sul massacro di Hula sono più complete rispetto alle precedenti indagini, potrebbe essere utilizzato dalle potenze mondiali per giustificare un'azione contro la Siria, o per
 rafforzare le richieste di un'indagine internazionale e azioni legali per crimini di guerra e contro l'umanità.
E' la prima volta che la commissione del Consiglio per i diritti umani utilizza l'espressione "crimini di guerra" nelle sue conclusioni. E questo è stato possibile anche dopo la valutazione del Comitato internazionale della Croce rossa, che a metà luglio aveva fatto sapere di aver iniziato a considerare il conflitto in Siria come una guerra civile in piena regola. La valutazione è stato un importante punto di riferimento per la commissione e costituisce anche la base per possibili persecuzioni di crimini di guerra.
"La comunità internazionale - ha commentato la AbuZayd - deve giungere a una forma di consenso per fermare le violenze in primo luogo e quindi considerare gli individui responsabili per esse. Per me tutto è abbastanza sconvolgente. È abbastanza doloroso vedere ciò che sta avvenendo nel Paese e come tutti, da ogni parte, si stanno comportano".
La commissione ha fatto fatica ad avere accesso alla Siria, e solo il suo capo, il brasiliano Pinheiro, ha potuto entrare a Damasco per una visita di un fine settimana lo scorso mese per incontrare alcuni funzionari del governo e le famiglie colpite dalla violenze. La commissione chiede al presidente del Consiglio per i diritti umani di inoltrare il rapporto al segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon, il quale potrebbe a sua volta portarlo all'attenzione del Consiglio di sicurezza.

Ora il Consiglio potrà decidere di rinnovare il mandato della commissione o nominare Pinheiro come investigatore speciale per la Siria, carica creata dall'organismo dell'Onu a marzo ma finora mai assegnata. Nei mesi scorsi il Consiglio aveva fatto
 sapere di appoggiare la richiesta di Navy Pillay, Alto commissario delle Nazioni unite per i diritti umani, affinché la Corte penale internazionale dell'Aia agisse sulla crisi in Siria. Secondo gli attivisti, dall'inizio del conflitto le vittime sono già oltre 20mila.
Pubblicato il 15 agosto 2012