Siria: Commissione ONU: crimini di guerra (e stragi, tra cui Hula) a opera dell'esercito e delle sue milizie, e in minore misura a opera degli insorti
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- Date: Sat, 18 Aug 2012 14:40:49 +0200
Mentre il governo siriano continua a bombardare le sue città, il
suo popolo con artiglieria e mezzi pesanti, causando varie decine di morti civili
ogni giorno (e varie migliaia in un anno e mezzo), rendendo impossibile ogni
missione di mediazione ONU, che fin dai famosi punti di Kofi Annan chiedeva una
tregua a partire dallo stop dei bombardamenti (mai avvenuta da parte di Assad),
mi sembra importante sottolineare che finalmente si stia parlando in modo
ufficiale da parte dell’Onu di crimini di guerra, da attribuire sia al governo
e alle sue milizie, sia, ma “su minore scale e frequenza”, ai ribelli. La
strage di Hula, come riportato dai testimoni raccolti da Der Spiegel, ma prima
ancora dai testimoni raccolti dall’opposizione siriana politica (il Cnscd oltre
che il Cns) e da Amnesty, è ormai di chiara matrice governativa, tramite le sue
milizie, anche per l’ONU, e maturata all’interno di una situazione di faida tra
famiglie delle opposte fazioni – lo riportai subito, a suo tempo, questo
giudizio, qui in lista, sentendo Ossamah Al Tawel del Cnscd e tutti gli
ulteriori elementi non fanno che confermarlo. La domanda sul “cosa possiamo fare come pacifisti nonviolenti”
diventa sempre più impellente e conflittuale, ma ne riparlerò. Lorenzo Galbiati ----- Ginevra (Svizzera), 15 ago. (LaPresse/AP) - Le forze armate del
governo siriano, le milizie filo-governative note come shabiha, ma anche i
ribelli anti-regime, hanno commesso crimini di guerra e crimini contro
l'umanità sui civili siriani. È quanto ha concluso un commissione nominata dal
Consiglio per i diritti umani dell'Onu, secondo cui il governo e le milizie
hanno ucciso oltre cento civili, di cui quasi metà bambini, nel villaggio di
Hula a maggio. Intanto le violenze nel Paese non si fermano. In serata i caccia
dell'esercito di Damasco hanno bombardato la città di Azaz in mano ai ribelli,
vicino ad Aleppo, uccidendo almeno 23 persone, tra cui un bambino, e ferendone
oltre duecento, secondo quanto riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti
umani. Il raid ha danneggiato molti edifici e diversi feriti sono stati portati
in auto al confine siriano, a Gli omicidi, le torture, le violenze sessuali e gli attacchi
indiscriminati, si legge nel rapporto della commissione diffuso oggi, dal 102
pagine, "indicano il coinvolgimento ai più alti livelli delle forze
armate, delle forze di sicurezza e del governo". La commissione indica
però che anche i gruppi armati anti-governativi hanno commesso crimini di
guerra, tra cui omicidi, assassinii extragiudiziali e torture, ma su minore
scala e frequenza. Da quando è scoppiata, scrive ancora la commissione, la
crisi si è trasformata in una guerra civile che coinvolge "tattiche più
brutali e nuove capacità militari da entrambe le parti". Per condurre l'indagine, la commissione ha coperto un periodo
compreso tra il 15 febbraio e il 20 luglio, effettuando interviste sul campo e
a Ginevra con rifugiati siriani fuggiti dalle violenze. In tutto la commissione
ha condotto 1.062 interviste, ma ha sottolineato la difficoltà di portare
avanti le indagini. Il gruppo è stato guidato dal diplomatico e professore
brasiliano Paulo Sergio Pinheiro e includeva anche Karen Koning AbuZayd,
cittadina statunitense ed ex capo dell'Unrwa, l'Agenzia dell'Onu che aiuta i
rifugiati palestinesi. Il rapporto, le cui conclusioni sul massacro di Hula
sono più complete rispetto alle precedenti indagini, potrebbe essere utilizzato
dalle potenze mondiali per giustificare un'azione contro la Siria, o per
rafforzare le richieste di un'indagine internazionale e azioni legali per
crimini di guerra e contro l'umanità. E' la prima volta che la commissione del Consiglio per i diritti
umani utilizza l'espressione "crimini di guerra" nelle sue
conclusioni. E questo è stato possibile anche dopo la valutazione del Comitato
internazionale della Croce rossa, che a metà luglio aveva fatto sapere di aver
iniziato a considerare il conflitto in Siria come una guerra civile in piena
regola. La valutazione è stato un importante punto di riferimento per la
commissione e costituisce anche la base per possibili persecuzioni di crimini
di guerra. "La comunità internazionale - ha commentato la AbuZayd - deve
giungere a una forma di consenso per fermare le violenze in primo luogo e
quindi considerare gli individui responsabili per esse. Per me tutto è
abbastanza sconvolgente. È abbastanza doloroso vedere ciò che sta avvenendo nel
Paese e come tutti, da ogni parte, si stanno comportano". La commissione ha fatto fatica ad avere accesso alla Siria, e solo
il suo capo, il brasiliano Pinheiro, ha potuto entrare a Damasco per una visita
di un fine settimana lo scorso mese per incontrare alcuni funzionari del
governo e le famiglie colpite dalla violenze. La commissione chiede al
presidente del Consiglio per i diritti umani di inoltrare il rapporto al
segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon, il quale potrebbe a sua
volta portarlo all'attenzione del Consiglio di sicurezza. Pubblicato il 15 agosto 2012 |
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