L'Iran entra nello scontro diplomatico per la Siria



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L’Iran entra nello scontro diplomatico per la Siria

Giovedì scorso, in un vertice internazionale per la Siria che ha avuto luogo a Teheran, l’Iran ha proposto di creare un altro gruppo internazionale per risoluzione della crisi siriana.

Sullo sfondo della situazione di stallo in Siria, l’Iran conta di sostenere il suo principale e in realtà unico alleato – il regime di Bashar Assad. Giovedì a Teheran per la propria iniziativa si è tenuto un incontro consultivo dedicato alla crisi siriana a cui hanno partecipato più di 30 Paesi, compresi Russia, Cina, India, Brasile.

Tre le idee principali su cui si è discutevano all’incontro a Teheran sono la cessazione dello spargimento di sangue, l’avvio del dialogo nazionale e la ricerca di soluzioni accettabili per la risoluzione della situazione nella Repubblica Siriana Araba, - ha dichiarato il ministro degli affari esteri dell’Iran Ali Akbar Salehi alla conferenza stampa conclusiva.

Come risultato del vertice l’Iran ha proposto di creare un gruppo di contatto dove entrerebbero gli Stati neutri per trovare un modo e attivare dialogo e cooperazione tra le parti in contrasto.

Stiamo aspettando le decisioni dei Paesi pronti ad entrare nel gruppo, - ha dichiarato Salehi.

La proposto dell’Iran è risuonata sullo sfondo dei comunicati secondo cui le truppe governative siriane hanno vinto la battaglia di Aleppo riguardo il controllo della zona rivendicato precedentemente dai ribelli al regime di Bashar Assad. Secondo il giornale di Londra “The Guardian”, il ristabilimento del controllo totale di Aleppo da parte dell’esercito governativo “è un avvenimento notevole nello sviluppo della situazione interna” in Siria. Per meglio dire, l’Esercito Libero Siriano non è riuscito ad ottenere la vittoria e creare sul territorio della Siria la sua enclave, situata a 50 km dal confine con la Turchia. Tuttavia è chiaro: i ribelli, appoggiandosi al sostegno dell’Occidente, continuano la lotta armata. Il segnale di continuare è arrivato dagli USA.

Il Presidente Obama ha ordinato alla CIA di sostenere l’opposizione siriana; ma questa è ingerenza pesante negli affari interni di uno Stato sovrano che in nessun modo minaccia né gli Stati Uniti, né altri Paesi. L’Arabia Saudita e il Quatar finanziano i guerriglieri. La Turchia li sostiene in modo attivo, - ha notato in una intervista per il giornale “Rossijskaja gazeta” l’accademico Evgenij Primakov.

In queste condizioni gli sforzi per risoluzione diplomatica del conflitto non hanno risultati. Kofi Annan il rappresentatore speciale dell’’ONU per la Siria ha rinunciato all’incarico; non è chiaro se gli osservatori dell’ONU continuano la loro missione in Siria. Le loro sono le uniche fonti indipendenti d’informazione sulla situazione nel Paese.

Non è adatta neanche la distruzione forzata di Bashar Assad sulla base della risoluzione del CSН dell'ONU secondo lo schema libico. La Russia a la Cina hanno già bloccato tre volte le iniziative dei Paesi occidentali.

Su questo sfondo l’Iran ha avviato attive manovre diplomatiche in direzione siriana. I rappresentanti di Teheran hanno visitato la Turchia e Damasco. La settimana prossima il Presidente dell’Iran Mahmud Ahmadinejad visiterà un summit rappresentativo dell’Organizazzione dell’Unità Islamica in Arabia Saudita, dove probabilmente il tema siriano sarà centrale. E alla fine si profila l’idea di formare una nuova pista diplomatica, per risolvere la situazione in Siria, presentata ieri da Teheran.

L’Iran è coinvolto attivamente nel conflitto siriano. Oltre il sostegno morale e materiale alla Siria, sembra, che Teheran la stia aiutando con volontari. Altrimenti è difficile spiegare il fatto che tra gli 80 pellegrini catturati qualche giorno fa dall’Esercito Libero Siriano c’erano militari in congedo del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica. Damasco è l’alleato principale dell’Iran sia nella regione, che nel mondo. La caduta del regime di Assad ridurrà sostanzialmente l’influenza di Teheran nel Medio Oriente e in questo fatto si nascondono i motivi reali della crisi siriana. L’ex segretario di Stato degli USA Henry Kissinger sottolinea questo fatto:

Nel caso siriano siamo messi con le spalle al muro perché noi siamo interessati strategicamente al distacco dell’alleanza tra il clan di Assad e l’Iran, nonostante non abbiamo voglia di accettare questo stato di fatto”, scrive sulle pagine diel “Washington post.

Ne deriva la reazione acutissima di Washington alle iniziative diplomatiche di Teheran. “Difficile immaginare che il Paese possa sforzarsi così tanto per conservare il potere di Bashar Assad, continuare ad aiutarlo a realizzare repressioni contro il popolo siriano. Difficile descrivere quanto possono essere distruttive le azioni dell'Iran per risolvere il conflitto”, - ha detto il rappresentante del Dipartimento dello Stato Patrick Ventrell.

È improbabile che l’iniziativa iraniana verrà riconosciuta perché salve le opposizioni ufficiali, c’è una serie di incontri a livello ministeriale tra la Siria e la piattaforma riconosciuta dall’ONU. Tuttavia è evidente, che l’Iran, avviando iniziative diplomatiche in direzione siriana, cerca di uscire dall’isolamento internazionale, creato con il “dossier nucleare dell’Iran”. D’altra parte, i tentativi di mediazione nel conflitto siriano ricordano più la necessità di consolidare il popolo iraniano in un periodo di difficoltà economiche oltre che dalle aumentate minacce di risolvere i problemi sul nucleare iraniano con l’uso della forza.