Siria, non chiamatela Rivoluzione… – Il Blog di Marcello Foa
- Subject: Siria, non chiamatela Rivoluzione… – Il Blog di Marcello Foa
- From: tiziano cardosi <tiziano.cardosi at gmail.com>
- Date: Tue, 31 Jul 2012 12:29:34 +0200
una voce da destra http://blog.ilgiornale.it/foa/2012/07/30/siria-non-chiamatela-rivoluzione/ Siria, non chiamatela Rivoluzione…A guidarmi è l’istinto dell’inviato, che tante ne ha viste e con il passare degli anni è diventato sospettoso, ma le stragi in Siria mi convincono sempre meno. A leggere i titoli sui giornali e sui siti internet, si ha l’impressione che un’eroica minoranza stia resistendo da mesi alla repressione dell’esercito di Assad. E’ una rivoluzione del popolo, del cuore, dei giusti contro gli ingiusti. E noi non possiamo che stare con questo manipolo di straordinari, commoventi rivoltosi. Se fosse davvero così, io non avrei dubbi, però l’esperienza e la logica suggeriscono una lettura diversa o perlomeno maggior cautela. In circostanze del genere, quando un esercito usa i carri armati
e spara sulla folla, la rivolta di piazza finisce istantaneamente.
Alcune volte mi è capitato di fuggire sotto il sibilare dei
proiettili, ho visto case distrutte a cannonate : la popolazione
civile, per quanto arrabbiata, ripiega impaurita. La rivoluzione è l’alibi è la cornice mediatica, ma la situazione, se analizzata con lucidità ed esperienza, appare ben più sofisticata e ruoli e responsabilità per nulla chiari. Chi sta combattendo contro chi ? Assad, che è un dittatore, è nel mirino di Usa, Europa e Israele, questo è evidente ; ma viene difeso a livello diplomatico dai cinesi e dai russi e, sul terreno, dagli iraniani che vedono in lui uno dei pochi alleati e fanno di tutto per tenerlo al potere. Quella a cui, da lontano, assistiamo, è una guerra sporchissima, in cui i carnefici non sono sempre quelli indicati in prima battuta. La strage avvenuta qualche settimana fa a Hula, le cui immagini vengono ripetute in continuazione, non sarebbe stata compiuta dall’esercito di Assad, come scritto da tutti i media, ma da ribelli sunniti armati; infatti la maggior parte delle vittime, come ha scoperto la Frankfurter Allgemeine Zeitung, erano soprattutto alawite ovvero appartenevano ai clan etnici dello stesso Assad.E siccome è inimmaginabile che Assad abbia fatto fuori i propri sostenitori permettendo che i media internazionali gliene addossassero la colpa, lo scoop del giornale tedesco spalanca la porta a un’altra verità: a uccidere sono stati i rivoltosi ma la responsabilità è stata addossata al regime. Sia chiaro: non difendo Assad. Il padre era un dittatore sanguinario, il figlio appare più fragile, ma sempre dittatore è. Se dovesse cadere , pochi lo rimpiangerebbero; però, ancora una volta, in una vicenda internazionale l’influenza dei media si rivela decisiva; grazie alla dabbenaggine dei giornalisti, considerato che la maggior parte di loro nemmeno si accorge di essere manipolata. Rilancia come vere, comprovate, assolute notizie che invece, se davvero i giornalisti conoscessero le tecniche di spin e manipolazione mediatica, andrebbero scrutinate con attenzione e, talvolta, smascherate in tempo reale. Oggi non sappiamo chi siano davvero i rivoltosi ei controrivoltosi, mentre i media trasmettono fatti veri o parzialmente veri, frammisti a clamorose panzane, l’ultima l’ho sentita stamattina alla radio: Al Qaida avrebbe un ruolo crescente nella rivolta in Siria; sì proprio Al Qaida, che dal 2001 è stata data per morta tante volte e altrettante resuscitate e di cui, come si è saputo a distanza di anni, nemmeno Bin Laden aveva il controllo tanto era frammentata e sfilacciata. Ecco nel grande caos siriano, mancava solo Al Qaida, la cui presenza è inverosimile, ma senz’altro funzionale a certi scopi. E chi vuole capire ripassi. Infine, però, mi chiedo: quanti vogliono davvero capire? |
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